ORVIETO – Tione, il rammarico dei sindacati. Dopo il bando andato deserto per il rilancio dello stabilimento di acque minerali in fallimento, Flai Cgil e Camera del Lavor di Orvieto recitano l’ennesimo requiem. “Si è conclusa nel peggiore dei modi la storia produttiva di una delle più importanti aziende agroalimentari dell’Orvietano ed è, insieme ai lavoratori e alle loro famiglie che pagano il prezzo più caro, un intero territorio a subire un ulteriore colpo al proprio sistema economico”.
Per i 23 lavoratori infatti stanno già per partire le lettere di licenziamento. “Abbiamo lanciato ripetuti allarmi circa la necessità di intervenire in tempi rapidi, dato che una attività produttiva più a lungo resta ferma e meno possibilità ha di ripartire. I fatti, nostro malgrado, ci danno ragione – continua la Cgil – E’ evidente che la responsabilità di aver condotto l’azienda al fallimento è della proprietà che, dopo averla acquisita nel 2013, ha operato scelte a dir poco confuse e scarsamente trasparenti, fino al tentativo di cederla attraverso l’apertura del concordato in continuità, poi concluso con il fallimento”.
“ Tuttavia – continuano i sindacati – resta il rammarico per aver visto sfumare ogni occasione di ripresa produttiva e di copertura economica dei lavoratori attraverso gli ammortizzatori sociali. Troppo spesso, come in questo caso, i tempi delle procedure di legge sono distanti dai processi economici poiché è evidente che un’azienda ferma da mesi, depredata dai ladri, priva della linea di imbottigliamento più competitiva, fatichi a trovare pretendenti. L’ultima possibilità alla quale lavorare è quella di cercare, nella fase di cessione del compendio produttivo, imprenditori interessati al rilancio e non a meri investimenti immobiliari”.