ORVIETO – Ai pendolari orvietani non sono piaciute affatto le spiegazioni offerte da Rfi per la mancata fermata alla stazione di Orvieto dell’IC 581 il 12 marzo scorso. E per questo hanno inviato una comunicazione all’ufficio Diritto degli utenti per sostenere le proprie ragioni. Primo: i pendolari lasciati a piedi non sarebbero stati 150 ma almeno 430. Molti di questi hanno poi raggiunto Roma con mezzi propri, altro che “riprotetti”.
“Non è infatti stata assegnata nessuna fermata straordinaria all’En 235, che abitualmente effettua la fermata di Orvieto – contestano i pendolari -, il treno è un treno notte, che ha solo tre carrozze passeggeri “diurne”, non certo sufficienti ad assorbire l’utenza rimasta a piedi, tanto che il personale di bordo ha dovuto aprire alcune delle cuccette rimaste libere per far sedere una parte dei passeggeri, mentre un’altra parte ha viaggiato comunque in piedi, in condizioni di grande disagio, che si è aggiunto al ritardo”.
Altre osservazioni riguardano l’informazione visiva esposta in ritardo: “Solo dopo che il treno era transitato in Direttissima oltre Orvieto e quando i passeggeri di Orvieto erano già stati avvisati telefonicamente dagli altri viaggiatori presenti a bordo del treno” afferma il comitato. E poi il guasto. “Il guasto “temporaneo” ai sistemi di diffusione perdura, a quanto sembrerebbe, da diversi mesi – osservano i pendolari – Già nell’estate scorsa infatti si verificò analogo episodio, senza che ne venisse data alcuna informazione sonora. Non riteniamo ammissibile che un così fondamentale strumento di comunicazione con l’utenza resti fuori servizio addirittura per mesi. Per tutti questi motivi, per la serie di omissioni, carenze e inadeguatezze dimostrate dal gruppo FS nella gestione di questo guasto, e per il grave disservizio che hanno creato a centinaia di abbonati, riteniamo la risposta di Rfi insufficiente e insoddisfacente. Siamo inoltre molto preoccupati per il ripetersi di questi guasti agli scambi del bivio Orvieto Nord”.