Maggioranza e Giunta decimate hanno offerto il fianco alla minoranza per far mancare il numero legale nel consiglio comunale di ieri.
La protesta plateale era nell’aria già dal week end con l’annuncio dei Cinque Stelle che avrebbero ritirato gli atti a loro firma per “snellire” i lavori spesso inutilmente oberati e superati dai tempi. Lucia Vergaglia ha confermato in consiglio la propria posizione lanciando dure accuse alla gestione dei lavori da parte del presidente del consiglio comunale.
Ma dopo una rapida contata, è stato Toni Concina a dare il segnale. Cui ha risposto l’intera opposizione. Presenti in aula solo sei consiglieri (compreso il presidente) e due assessori, con le minoranze uscite dall’aula, è mancato il numero legale.
Alle 16 la convocazione è andata deserta e il consiglio è ripreso solo con la seduta aggiornata delle 17 grazie all’arrivo di un consigliere di maggioranza, accorso per ripristinare il numero legale. Duro lo scontro.
“Siamo stanchi, e con noi i cittadini, di consigli comunali frequenti e convocati d’urgenza – sono state le dichiarazioni delle opposizioni -. Per l’ennesima volta oggi (ieri, per chi legge ndr) è stato convocato un consiglio senza un atto vero di indirizzo politico all’ordine del giorno. Bisogna smaltire l’attetrato? E dov’è il sindaco e la sua Giunta? E’ un fatto di estrema gravità. Siamo di fronte ad un palese disinteresse”.
Il presidente del consiglio comunale, a sua discolpa, ha sottolineato che la frequenza dei consigli è legata all’accumularsi delle pratiche. “Parliamo di responsabilità alle 15 – ha ribattuto Pettinacci – ma alle 20 votiamo all’unanimità la sospensione dei consigli. Se ci fosse la disponibilità talvolta a fare le ore piccole le pratiche verrebbero smaltite più facilmente senza convocazioni di troppo”.