ORVIETO – Carenza di personale e macchinari desueti. Sono i principali problemi che stanno dietro alle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie offerte dall’ospedale di Orvieto e dalla medicina territoriale. E’ così per la cardiologia, per le risonanze magnetiche, per la colonscopia, l’endoscopia digestiva e altri servizi, alcuni noti altri meno. Ad esempio la neuropsicologia infantile. I numeri parlano da soli: ci sono ben 700 bambini in età pre-scolare in cura dal logopedista, con due soli medici che se ne occupano a tempo pieno.Il servizio è evidentemente in grosso affanno.
Sono alcune delle prime criticità emerse nell’incontro della commissione temporanea di studio sulle liste d’attesa istituita dal consiglio comunale che ieri ha ascoltato, in audizione, il direttore generale della Asl Umbria 2 Sandro Fratini, il direttore sanitario del presidio Ermete Gallo e il direttore del distretto, Teresa Urbani. Presente anche il direttore amministrativo del presidio di Orvieto, Stefano Mocio.
Di seguito in dettaglio i contenuti dell’incontro a cura dell’ufficio stampa del Comune di Orvieto
Aprendo i lavori della Commissione, la Presidente Tardani ha parlato di “prima audizione della commissione istituita all’unanimità dal Consiglio Comunale al fine di definire il problema liste che preoccupa ed ha necessità di essere affrontato per rispondere alle doglianze dei cittadini. Tra i tempi di attesa per prestazioni sanitarie così come risulta dal sito ufficiale della USL arrivano anche a oltre 180 giorni per alcune specialità. Quindi, nell’arco di due mesi (prorogabili) la Commissione di studio intende conoscere i meccanismi che determinano questi tempi di attesa allo scopo di poter collaborare ed orientare gli interventi migliori. Infatti, i correttivi già introdotti dalla USL non sono ancora sufficienti. Questo primo confronto con la USL serve per monitorare la situazione e per istituire un rapporto di collaborazione Comune/USL nell’interesse dei cittadini. Da parte di tutti c’è la massima disponibilità ad ogni tipo di collaborazione”.
Tardani ha poi sollevato la “probabile questione organizzativa e l’annosa carenza di dotazione medici e paramedici nei vari reparti. Il nuovo protocollo sottoscritto dalla Regione Umbria e la Regione Lazio – ha precisato – se per certi aspetti è positivo per altri rischia di creare criticità ai fini del raggiungimento di determinati equilibri rischiando di aggravare il tema che affrontiamo. Chiediamo quindi una valutazione sulla dotazione organica e quali le soluzioni che la USL pensa di adottare”.
Nel ringraziare il Direttore Generale Fratini e lo staff per disponibilità accordata, il Sindaco, Gisueppe Germani ha aggiunto che “la Commissione di nomina istituzionale sta lavorando nello spirito giusto. Il Consiglio Comunale ha voluto la massima trasparenza possibile per arrivare alle soluzioni che si vogliono mettere in campo, consapevoli che a livello nazionale vi sono forti riduzioni al comparto sanità. Sulle liste di attesa però c’è grande attenzione dei cittadini e sarebbe un bel risultato se nei prossimi mesi riuscissimo a dare soluzioni. Oggi, il nostro Ospedale sta svolgendo un ruolo extraregione che, solo dando risposte adeguate ai cittadini, centrerà gli obiettivi. Il rilancio dei servizi sanitari sta dentro il progetto ‘Area Interne’. Il lavoro da fare è tanto e concordo con la Presidente che va fatto nella massima trasparenza”.
Il Direttore Generale della USL, Sandro Fratini ha riconosciuto l’importanza di questo tipo di incontri, utili per evidenziare criticità ed individuare insieme le soluzioni. “Alcune soluzioni sono già in campo, altre saranno prossime – ha detto – il problema delle liste d’attesa è quello che colpisce di più i cittadini, anche se esso ha valenze emotive. E’ un problema nazionale che in Umbria, le due USL hanno affrontato insieme. Per superare il problema abbiamo ragionato sul modello organizzativo scorporando le richieste in base al livello di esigenza. In alcuni casi per lo stesso esame ci sono più possibilità di prenotazione che variano da 3 a 180 giorni perché legati alla tipologia di urgenza. Siamo di fronte, infatti, ad alcune tipologie che vanno garantite entro le 72 ore, oppure entro i 10 giorni, o i 30 giorni, altre entro i 180 giorni”.
“Ci siamo concentrati per creare una risposta adeguata per le fasce RAO che non possiamo lasciare scoperte. Nella nostra USL stiamo abbastanza bene con le risposte. Il problema vero lo abbiamo sulla fasce dei 180 giorni dove ci sono richieste di medici di medicina generale e specialisti. Va detto che alcune tipologie di esami sono legate alla tecnologia, che è un altro tema da affrontare con un percorso particolare. C’è però il problema della appropriatezza degli esami che vengono richiesti, che si affronta solo con la corretta informazione alle persone e con il ruolo del medico mediatore (l’80% di esami radiologici non servono esponendo il paziente a maggiore rischio)”.
“Potenziamo l’Ospedale in termini di servizi ne consegue la possibilità di aumento dell’utenza. Su richiesta della Regione Lazio, l’Umbria ha definito un protocollo d’intesa che, solo per essere stato annunciato, ha prodotto un incremento di utenza. Come USL ci troviamo con un aumento di 1,4 milioni di euro di entrate (di cui molti generati da Orvieto), molto al di sopra della nostra previsione ottimistica. Questione che da un lato dimostra che stiamo ingranando ma anche che occorre adeguare i servizi. Se dal canto suo il Lazio vuole evitare oneri economici, almeno invii altre risorse o il personale. Intanto stiamo già effettuando una serie di interventi che presuppongono un certo tempo e che agiscono sul versante ospedaliero e delle liste d’attesa, posto che dovremo trovare soluzione contro il consumismo sfrenato delle prestazioni. Ma è chiaro che le strumentazioni richiamano la domanda di prestazioni. Ci sono delle criticità oggettive su cui stiamo intervenendo, per altre ci vorrà più tempo. L’obiettivo comunque è quello di garantire tutte le prestazioni nei tempi necessari, e sicuramente la prestazione quella urgente va garantita nel tempo previsto dalle richieste mediche”.
Degli aspetti organizzativi ha parlato il Dirigente, Ermete Gallo che ha detto: “ci poniamo il problema di come garantire i servizi organizzando le risorse inquadrate nell’ottica della tutela della salute, ad esempio mantenendo fermi i percorsi sui programmi di prevenzione oncologica. Il percorso avviato dalla Regione e dalla nostra USL era quello del raggruppamento di prestazioni omogenee. I numeri riportati sulle tabelle pubblicate sul sito corrispondono a quello che i medici indicano, altra cosa è invece il Pronto Soccorso. Abbiamo sperimentato predisposto e sperimentato per primi a livello regionale il progetto ‘Stop alle Attese’, in base al quale il CUP unico provvede a ricollocare la prestazione. Dobbiamo ricordare, infatti, che ragioniamo in termini di CUP regionale quindi il posto per l’esecuzione di una prestazione può essere trovato anche in altri presidi della regione. E’ evidente che cerchiamo di evitare grandi spostamenti soprattutto alla popolazione anziana cercando di verificare la disponibilità all’interno del CUP aziendale prima che in quello regionale”.
“Altro elemento è l’appropriatezza delle prestazioni – è dimostrato che più ci sono, maggiore è l’abuso di prestazioni, sia per esami strumentali che di laboratorio; quindi il nostro obiettivo è quello di educare operatori e utenti a fare la cosa giusta al momento giusto. Nell’ultimo anno, la nostra capacità produttiva è stata: 730 mila prestazioni eseguite nel 2014, 64.000 quelle eseguite nei primi del 2015, con una proiezione 2015 finale di 776 mila. Mediamente 20 prestazioni l’anno riguardano i cittadini dell’orvietano. Di queste prestazioni circa 153 mila attengono la diagnostica, corrispondenti a 4 prestazioni a testa, tra visite esami diagnostici (diagnostica per immagini, cardiologia, chirurgia). La nostra capacità produttiva è abbastanza strutturata e rispondente alle esigenze del territorio. Individuiamo la diagnosi nel modo più tempestivo possibile integrandola con i percorsi più adeguati verso Perugia, Terni, Foligno. Negli anni abbiamo cercato di ridurre molti esami di laboratorio, retaggio di abitudini inutili, riducendo di -10% gli esami di laboratorio per esterni, con un risparmio anche economico”.
“La medicina del territorio ha come mission la garanzia delle cure primarie – ha detto la Dirigente Manuela Teresa Urbani – e, relativamente alle liste d’attesa, ha dei distinguo in quanto l’accesso è diretto da parte dei cittadini e non prevede la prescrizione medica. I servizi ad accesso diretto sono il consultorio, il servizio di salute mentale e dipendenze, ecc. Sono nuclei di assistenza primaria che lavorano in sintonia con i centri di salute. Servizi che danno la garanzia di cure domiciliari compresa l’assistenza di fine vita. Queste attività dovute non sono soggette a liste di attesa. Al momento, le liste d’attesa riguardano la logopedia che fa capo al servizio di neuropsichiatria infantile, dove registriamo oltre 700 casi di bambini con gravi difficoltà che hanno bisogno di essere migliorate prima dell’accesso alla scuola. La richiesta è tale che il servizio ha bisogno di essere implementato. Per la specialistica ambulatoriale ci avvaliamo di consulenze tramite il SUMAI. Per la diabetologia è stata riattivata l’offerta dei service per il monitoraggio della malattia, ovvero l’intero pacchetto di tutti i servizi necessari che, in un giorno, consento agli utenti di avere una risposta multidisciplinare. Una criticità riguarda anche la cardiologia, rispetto alla quale tramite SUMAI entro l’inizio dell’estate chiederemo ore di cardiologia”.
“Il territorio Orvietano presenta il più alto indice di invecchiamento dell’Umbria (il 2° distretto in Italia) – ha aggiunto – che porta con sé una maggiore esigenza di riabilitazione, garantita nell’arco massimo di 7 giorni con tutto il personale contingentato sia dentro che fuori dell’ospedale; avremo bisogno di un altro fisiatra. Il dipartimento di riabilitazione è venuto in soccorso e possiamo spostare il personale da un territorio all’altro, per questo abbiamo chiesto risorse ulteriori per implementarlo. Le urgenze vengono garantite, ma anche qui occorre ragionare sull’appropriatezza delle richieste. Infatti, tenendo conto dei cicli di cronicità sono stati attivati accordi con varie palestre per creare gruppi di ‘attività motoria adattata’ alle caratteristiche di ognuno che tende a snellire il lavoro rivolto a queste richieste. Un altro aspetto importante del distretto è quello della prevenzione e promozione della salute. Con il Dipartimento di Igiene e Prevenzione sono state avviate molte azioni con le scuole rivolte ai giovani. Per la prevenzione ci sono chiamate attive per la popolazione a target per i tumori del collo dell’utero, della mammella e del colon retto, quest’ultimo prevede l’arrivo diretto della provetta a domicilio delle persone. Già dalla vecchia USL n. 10 il nostro territorio è stato uno dei primi a livello regionale che ha creduto nel servizio di prevenzione creando una fidelizzazione che oggi è un patrimonio importante e che ci consente di operare una razionalizzazione rispetto a quello che spesso viene richiesto al di fuori dello screening. Il test mammografico infatti è altamente efficace e sensibile per l’accertamento. Lo stesso dicasi cosa per le colonscopie”.
In aggiunta, il Direttore Generale, Fratini ha precisato che: “le prestazioni si concentrano prevalentemente sulle persone anziane ma alcune situazioni necessitano effettivamente di un modello organizzativo diverso. Nella nostra USL è stato adottato il sistema della ‘presa in carico’ esteso poi a tutta la Regione, sistema che però è ancora poco conosciuto dalla gente. La ‘presa in carico’, nel senso che le richieste che non hanno avuto risposte in tempo reale vengono accumulate dalla USL che le affida ad un professionista esterno pagato dalla USL stessa (ad oggi per Orvieto 5 mila euro mensili sono pagati dalla USL per prestazioni aggiuntive di ‘presa in carico’). Le criticità vere sono per le tecnologiche (endoscopia digestiva dove è maggiore la richiesta rispetto alla potenzialità oggettiva, i problemi li stiamo risolvendo con il percorso SUMAI, ma stiamo avviando comunque il concorso per gastroenterologo. Per il servizio di neuropsichiatria infantile, attiveremo una convenzione con il ‘Bambin Gesù’ di Roma ed entro il 1° giugno il Dr. Stortini sarà responsabile dei servizi complessivi dell’azienda e dei servizi di secondo livello.
Lo stato dell’arte rispetto alle tecnologie è che, entro quest’anno, avremo rinnovato tutto il parco macchine dell’Ospedale di Orvieto, è pronto il bando per l’acquisto della risonanza magnetica, strumentazione per la quale stiamo ragionando alla possibilità di attuare il sistema pubblico-privato per un utilizzo maggiore della macchina. Prevista anche la sostituzione dell’ecografo della mammografia con aumento della risposta. Abbiamo attivato 20 giorni fa, il sistema di radiologia digitale dell’Ospedale di Orvieto che ha cambiato notevolmente la corretta leggibilità delle immagini, così come dobbiamo procedere alla sostituzione di due radiologi mancanti.
La questione della fisiatria è molto importante che ha registrato una storica carenza di servizi di neuro-riabilitazione e di lunga residenzialità nel territorio della USL. Concludo infine che la presunta mancata operatività della sala per la piccola chirurgia è legato solo alla presenza di una OSS attivata attraverso agenzia interinale per la pulizia della struttura. Relativamente alla sistemazione degli infermieri la priorità riguarda le ambulanze”.
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Nello spazio delle domande, il Cons. Andrea Sacripanti che sostenuto che “Orvieto ha scontato un prezzo salatissimo quando si è passati dall’ex Ospedale al nuovo presidio perché da un modello organizzativo tradizionale si è transitati ad una situazione dove il rapporto paziente/medico è diventato molto più distante da quello ‘familiare’ che c’era prima. Ci attendevamo un presidio veramente rispondente alla emergenza-urgenza mentre ci siamo accorti che alcuni servizi erano depotenziati, proprio a partire dal pronto soccorso. Sono questi i temi su cui l’USL deve ragionare. A fronte dell’accordo icon il Lazio, siamo attrezzati per far fronte a 2.000 prestazioni giornaliere? E con quali risultati? Rispetto alla patologia della logopedia, è possibile che alcuni servizi vengano svolti più in ambito dei servizi sociali che in ospedale, magari dalle associazioni e cooperative che operano nel settore sociale? Inoltre, riguardo alle prossime convenzioni con le strutture private non sarebbe meglio investire sulla sanità pubblica assumendo operatori piuttosto che pagare oneri economici aggiuntivi? La convenzione con regione Lazio, va presa in considerazione seriamente perché può portare all’inceppamento dell’attuale organizzazione che abbiamo. Se poi non dovessero arrivare le risorse economiche la questione potrebbe diventare allarmante. Vorrei sapere se è possibile incrementare l’assistenza domiciliare sanitaria e come portare la sanità direttamente al cittadino, magari dotando di camper attrezzati con presenze settimanali potrebbe alleggerire le prestazioni in ambito ospedaliero. E’ una idea di cui si sente parlare spesso”.
Cons. Donatella Belcapo: “le difficoltà dell’Ospedale e del territorio sono note. Apprendo le preoccupazioni per le questioni infantili. Apprezzo le comunicazioni del Direttore Generale e riconosco il fatto che si sta muovendo bene. Orvieto è stati classificato come Ospedale dell’emergenza urgenza ma questa è stato solo una definizione, vorrei sapere quindi se c’è la volontà politica di assumere nuovo personale e riconoscerci veramente come presidio dell’emergenza-urgenza”.
Cons. Claudio Di Bartolomeo: “vorrei stimolare la direzione a fissare il punto dell’appropriatezza, in quanto una utenza poco informata e non riesce a capire quando deve l’esame serve. Rispetto alle tecnologie della risonanza magnetica ritengo fondamentale la digitalizzazione delle immagini che possono essere inviate per via telematica, a questo scopo chiedo di accelerare l’installazione del RIS nelle altre strutture. Il nostro Ospedale è forse l’unico nella regione che lavora mattina e pomeriggio. Il privato dovrà lavorare inevitabilmente. La disponibilità del servizio è totale e auspico che la nuova risonanza magnetica venga installata il prima possibile”.
Sig. Gianni Mencarelli: “i cittadini non hanno la bramosia di prestazioni sanitarie ma sono i medici di base che le chiedono. Sarebbe sbagliato frenare la richiesta. Il CUP è regionale e le prestazioni sono regionali, il budget invece non è regionale. I pochi soldi pro-capite che vengono per Orvieto non sono sufficienti, le prestazioni dovrebbero essere erogate dunque ripartendo equamente i fondi. Risultano liste d’attesa per entrata in RP e RSA. I tre punti chiave contenuti nel nostro documento sono: la presa in carico del paziente, le corsie preferenziali per i cronici, gli specialisti attivati dovrebbero essi stessi prescrivere i controlli senza rimandare i pazienti dal medico di base”.
“Inoltre, come Associazione, vorremmo partecipare a questo tavolo di confronto. Sul budget c’è un errore di valutazione perché la statistica si fa non sul numero degli abitanti del comprensorio orvietano, ma sulla penetrazione su questo territorio da parte di altri territori. Vorrei anche sapere che cosa hanno da dire i medici di base che fanno le prescrizioni delle prestazioni? Insomma, ognuno per la propria parte cerchiamo di risolvere i problemi! La collaborazione con i privati va bene ma dire che un servizio lo fa il privato che lo mette a regime, stravolge il senso della riforma sanitaria. A nostro avviso bisognerebbe vedere perché la risonanza magnetica non ha lavorato a pieno regime: per problemi di figure, sindacali, per problemi di recupero. Il concetto di azienda è quello se c’è il lavoro, questo va riconosciuto e pagato. Altro tema è la scarsità di risorse per l’attività sociale e sanitaria. Infine, i medici di base devono avere un ruolo più attivo allungando le loro prestazioni”.
Cons. Lucia Vergaglia: “è stata fornita una panoramica ampia e puntuale. Vorrei sapere se le attrezzature tecnologiche dismesse possono essere riutilizzate? E come si può creare un sistema che responsabilizza il cittadino per le prenotazioni non utilizzate? Per le nuove dipendenze di cui recentemente abbiamo rilanciato l’attività dell’Osservatorio esiste un coordinamento tra Ospedale e il Centro polivalente multidisciplinare?”.
Cons. Roberta Tardani: “ai fini dei lavori della Commissione faccio richiesta formale perchè siano messi a disposizione i requisiti dell’ultimo accordo Stato-Regioni per gli Ospedali dell’Emergenza/ Urgenza nonché di conoscere il dettaglio degli investimenti organizzativi per il personale ed il crono-programma degli investimenti fatti e di quelli che si faranno”.
A conclusione dell’audizione il Direttore Generale, Fratini ha ringraziato la Commissione per il “clima positivo dell’incontro. Orvieto è realtà particolare ha bisogno di una attenzione particolare per risolvere le sue varie esigenze. Il nostro obiettivo è questo. La medicina di una volta non esiste più, e negli ultimi dieci anni è molto cambiata ed un raffronto tra Ospedale nuovo e Ospedale nuovo non pensabile perché sono mutati tutti i parametri di assistenza, di organizzazione della degenza. Le esigenze importanti vanno soddisfatte quando la struttura lo permette. Il nostro obiettivo è quello di riprogettare guardando all’Ospedale moderno. Penso che anche la nuova risonanza richiederà adeguamenti strutturali, questo per dire che l’ospedale cresce in rapporto alle esigenze (anche altri Ospedali non sono veri ospedali dell’emergenza e si sta adeguando gradualmente)”.
Rispondendo alle varie domande ha poi affermato: “Siamo partiti dall’emergenza del pronto soccorso perché è necessario, la digitalizzazione delle lastre è fondamentale, le altre cose si fanno perché è necessario investirci. La strumentazione vecchia viene messa a valore. Le convenzioni con le strutture private lo logica non è quella della demonizzazione del privato, ma della collaborazione. Il privato va utilizzato in maniera corretta perché da un lato può assicurare benefici all’azienda e ai cittadini quindi è una risorsa importante. Il ‘core business’ della USL è la salute dei cittadini. Il nostro obiettivo portare questa struttura al livello necessario. Un pezzetto di strada lo abbiamo fatto in questi anni, dobbiamo andare avanti. La quota pro-capite è nazionale ed utilizzata in base agli abitanti ricadenti in ogni USL, per il sociale (distretto) c’è sempre un ulteriore contributo erogato in base al pro-capite. In definitiva, le cose emerse in questa Commissione possono essere tutte condivise. In questo territorio possiamo lavorare portando la realtà ospedaliera al livello di tutta la sanità umbra che è di eccellenza”.
Anche Urbani ha aggiunto: “in merito all’utilizzo del personale delle cooperative sociali per prestazioni relative alla logopedia, le attività svolte dalla cooperativa sono esclusivamente socio-sanitarie, per la neuropsichiatria infantile però utilizziamo molto il personale che integra il lavoro svolto dai servizi. Il sostegno alla famiglia è molto importante data la presenza di molti casi gravi di autismo. Per le prestazioni in ADI dobbiamo rispettare la lista delle richiesta, mi piace però ricordare che la lista di attesa risalente al 2008/2012 grazie all’incremento del budget messo a disposizione della USL è stata azzerata a novembre 2014. Per le urgenze in RP intendiamo quei casi che non hanno rete familiare di riferimento”.