ORVIETO – Il Sacro Corporale non è in buona salute: lacune, microfori, fessurazioni ne compromettono la conservazione. A rischio l’esposizione continuativa e l’uscita per il Corpus Domini.
Sono i risultati cui è giunto l’intervento di tipo conservativo effettuato dalla restauratrice di tessili antichi Ester Giovacchini sul Sacro Lino. Operazioni condotte nel massimo rispetto della reliquia, senza alcun prelievo o altra indagine invasiva tra il 23 febbraio e il 27 aprile di quest’anno. Il tutto rigorosamente all’interno della Sacrestia della Cattedrale.
Numerose ed interessanti le novità emerse. Come quelle sulle reali dimensioni della tela di lino che si è scoperto essere ben più grande di quello che appare: non 48 x 50 ma 71,5 x 77,5. In pratica il Lino sarebbe stato parzialmente occultato per essere adattato al reliquiario. Le dimensioni originali individuate trovano tra l’altro riscontro negli affreschi di Ugolino di Prete Ilario sulla parete destra della Cappella del Corporale. La nuova conservazione terrà conto anche di questo. Non si esclude infatti che la nuova teca lo esporrà per intero.
Ma andiamo con ordine. Cosa è stato fatto?. Innanzitutto la reliquia è stata rimossa dalla teca. E’ così stato evidente il metodo di ostensione attuale del Corporale, ancorato ad ago su un tessuto in raso di seta avorio sua volta applicato ad una tavoletta di legno con una sessantina di chiodi. Un supporto – quello del raso e della tavoletta – che – è stato osservato – provoca tensioni e ha notevolmente danneggiato la reliquia negli ultimi 37 anni. Quindi è seguita a fase di studio e osservazione, supportata anche dall’esperta in restauro ligneo, pittorico e metriale lapideo Danielle Yvone Dusoczky e dalle foto in luce normale e in fluorescenza ultravioletta di Massimo Roncella. La tela di lino si presenta divisa in 20 settori rettangolari. L’esperta Ester Giovacchini ha tra l’altro individuato anche il settore in cui sarebbe orginariamente caduto il sangue del Miracolo tramite lo studio delle pieghe del lino aiutato da scansioni e foto.
Il check up più in generale ha rivelato che lo stato di conservazione è piuttosto compromesso: una cinquantina di lacune, depositi di cera, microforature. Il degrado subito è importante. Al momento è stato quindi eseguito un restauro conservativo con il recupero della tavoletta lignea con materiale consolidante e con la velatura del Sacro Corporale con una speciale tela in tinta. Quindi è stata effettuata un’operazione di disinfestazione con azoto atmosferico (il Corporale è riamasto in bolla per 25 giorni). Nel ricollocarlo, è stato quindi sostituito il vetro che era un vetro normale con uno extra chiaro, resistente, con protezione UV del 99%. Consigliata la sostitizione della attuale lampada al neon che lo illumina con una lampada al led regolabile.
Ma non basta. La restauratrice ha lasciato sette precetti – come sono stati definiti – per mettere un freno all’ulteriore ed inevitabile deterioramento della reliquia. Rimozione dall’attuale teca, restauro, nuovo supporto e nuovo alloggiamento magari basculante perchè nei periodi (lunghi, a quanto pare) in cui sarà tolto dalla vista dei fedeli resti in posizione orizzontale. Occorrerà inoltre controllare costantemente i valori ambientali ovvero temperatura ed umidità soprattutto e limitare appunto l’ostensione pubblica. Oltre che le trasferte. Va da sé che è in discussione l’opportunità o meno di continuare a portare in processione il Sacro Lino in occasione del Corpus Domini. (S.T.)