Come disattivare ben due sistemi di allarme, rubare tre camion betoniere e scappare con il vistoso bottino senza che nessuno se ne accorga. È l’impresa riuscita ad alcuni ladri, al momento ancora senza volto, che nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana hanno violato la recinzione di un’area di proprietà di un’azienda dell’Orvietano, mettendo fuori uso un primo sistema di allarme; ladri che sono successivamente entrati all’interno del capannone protetto da un secondo sistema antifurto, anch’esso disattivato, per poi scegliere i tre migliori camion betoniere tra i cinque che risultavano parcheggiati all’interno dell’immobile. Il tutto in pochissimo tempo, senza che alcuno si avvedesse di quanto stava accadendo e senza che i mezzi venissero rintracciati nemmeno dopo l’allarme lanciato dal proprietario all’alba di venerdì.
“Facciamo un appello alle istituzioni, alle forze dell’ordine, alle associazioni d’impresa e ai cittadini, affinché si affronti questa emergenza una volta per tutte, cominciando dall’installazione di alcune telecamere”. Ad affermarlo è Andrea Tiberi, presidente della Consulta territoriale Cna dell’area di Orvieto. “Ci sembra che questo episodio rappresenti la classica goccia che fa traboccare il vaso rispetto al clima di estrema insicurezza che purtroppo interessa le aree industriali del territorio, da tempo soggette a furti di ogni genere ed entità. Infatti esso costituisce anche un passaggio di livello preoccupante. Se nel pieno della notte è possibile riuscire a violare una proprietà privata, peraltro dotata di due distinti sistemi antifurto, e prelevare tre camion betoniere, mezzi che impastano e miscelano il calcestruzzo prevalentemente in orari diurni, senza che nessuno se ne accorga o ne colga l’anomalia, non ci fa presagire nulla di positivo per il futuro. Siamo perfettamente consapevoli che le forze dell’ordine lamentano carenza di mezzi e di organico, tanto che la notte, quando ce ne sarebbe maggiore bisogno, possono garantire solo una minoranza di pattuglie rispetto a quelle diurne, e che ciò nonostante non risparmiano i propri sforzi. Ma se è così dobbiamo capire come affrontare questa emergenza, magari con forme integrate di controllo, ad esempio installando telecamere che monitorino le cinque vie d’accesso alla città. Non è possibile veder vanificare il frutto del duro lavoro di un’impresa, che nella maggior parte dei casi ha sottoscritto dei finanziamenti onerosissimi per acquistare i propri beni strumentali e il più delle volte li sta ancora pagando, perché non ci sono gli strumenti per dissuadere e fermare le attività criminali. Quindi – conclude Tiberi – lanciamo un appello alle istituzioni, alle forze dell’ordine, alle associazioni d’impresa e ai cittadini, affinché si decida come agire”.