ORVIETO – Tione: la società incaricata dalla Deutsche Leasing per procedere, dietro ingiunzione, allo smantellamento della linea 3, il fulcro della vita produttiva dello stabilimento di acque minerali, in assenza della proprietà, ieri, non è riuscita ad entrare e quindi non ha potuto iniziare a smontare l’impianto, come annunciato. Può tornare a farlo però con l’aiuto delle forze dell’ordine.
Di fatto, dopo l’appello lanciato da lavoratori e sindacati, si è riacceso l’interesse nei confronti della vertenza sostanzialmente ferma da mesi. Il sindaco ha annunciato in consiglio che “grazie all’intervento del Prefetto” per ieri era stato fissato “un appuntamento con il giudice che segue la vicenda. Speriamo – ha detto Germani – che almeno si chiuda questa parte del concordato. L’impegno nostro come di altri enti è quello di non far chiudere la Tione”. Il consigliere regionale Fausto Galanello (Pd) ha presentato una interrogazione alla Giunta di palazzo Donini per sapere quali azioni intenda assumere rispetto alle vertenze Sangemini Fruit e Tione. Facendo riferimento al ruolo della Regione quale “ente concessionario dello sfruttamento delle relative sorgenti di acque minerali”, Galanello ricorda che “da diversi mesi i due siti produttivi, operanti nell’ambito delle acque minerali, vivono uno stallo produttivo con il ricorso agli ammortizzatori sociali per alcune decine di dipendenti”. Di fatto si attende il pronunciamento del giudice per il via libera alla procedura concordataria o al fallimento. In ballo ci sono 20 posti di lavoro.