ORVIETO – Senza un partito unito, me ne vado. L’affaticamento del sindaco che trapela in queste settimane dai silenzi e dalle indiscrezioni che circolano attorno al palazzo comunale, è sfociato apertamente, forse per la prima volta in un’occasione pubblica, nel coordinamento straordinario del Pd che si è riunito mercoledì sera. Era quello chiesto dai 15 in vista della conferenza programmatica e l’ampliamento del coordinamento da 60 a 75 membri con la cooptazione dei dirigenti del Pd con funzioni di governo locale o sovracomunale, consiglieri comunali della scorsa legislatura, segretari di circolo. Richieste che si scontrano frontalmente col percorso tracciato dalla segreteria. Scopetti si dimostra allergico anche solo ai termini di conferenza programmatica e cooptazione, e li respinge punto su punto. Su di una cosa sono tutti d’accordo, che occorre riorganizzare il partito, ma sul come non c’è unità.
Qui il report che fa dell’incontro Valentino Filippetti.
Per il segretario Scopetti, in otto anni di Pd, i circoli hanno dimostrato di non essere uno strumento utile. “Ad Orvieto come nel resto dell’Italia diminuiscono i tesserati – argomenta il segretario – Ci attestiamo sulle 400 tessere, quando in realtà la nostra base elettorale è di almeno 3mila persone come dimostrano le primarie: significa che gli strumenti di coinvolgimento non sono più adeguati”. Quanto all’allargamento del coordinamento, Scopetti risponde chiaramente che sarebbe contrario allo statuto. Se per alcuni l’operazione è tacciata di essere “un giochino per tentare di spostare gli equilibri del partito” per la controparte non è che un sistema per rafforzare l’amministrazione. Due facce della stessa medaglia, da prospettive opposte.
Il nodo è la riorganizzazione. Su questo Scopetti è stato chiaro: “Non il 15 dicembre, ma la prossima settimana, il 28 novembre – ha detto – siamo pronti a discutere il progetto di riorganizzazione. E’ un impegno che ho preso quando sono stato eletto, abbiamo sospeso per le amministrative, oggi siamo tra due elezioni, non possiamo più aspettare. Prima risolviamo la questione del riassetto, prima riusciamo a svolgere un vero ruolo politico per il partito e per l’amministrazione. Una riorganizzazione nella quale dico fin da ora che non ci sarà spazio per la guerra delle tessere, per i colpi di mano di quanti vogliono restare a galla, conterà solo il merito e la proposta politica”.
Nel coordinamento sono stati proposti argomenti pesanti: le ultime elezioni del consiglio provinciale, in cui Germani ha rischiato di non essere eletto, il rinnovo delle cariche nel Consorzio di Bonifica che vedono Orvieto totalmente assente, la latitanza del Pd che dall’insediamento della Giunta non si è mai pronunciato. E infine la mancata partecipazione ed elaborazione di una proposta sulla legge elettorale in vista delle prossime regionali.
“Sia chiaro che se non si ricostruisce un partito unitario, dove ci sia grande condivisione sul segretario, dove l’azione politica sia concretamente al sostegno dell’amministrazione non alla destrutturazione degli organismi, non c’è bisogno che qualcuno aspetti i nostri cadaveri, io me ne vado prima – sono state le parole del sindaco – Gli orvietani ci hanno votato perché convinti che potevamo cambiare il sistema di gestione di questa città, di questo territorio partendo dall’ascolto dei cittadini. Se un partito non riesce più a fare questo anche l’azione amministrativa fatica ad andare avanti: gli amministratori non possono vivere solo di luce propria”.