ORVIETO – Orvieto nel turismo ha perso 20 anni di tempo: non è presente sul web, tanto meno in versione mobile, non offre prodotti in linea con la domanda e continua a crogiolarsi dietro il falso problema della scarsezza delle risorse per nascondere la scarsa capacità di fare sistema. Ecco come appare il turismo della città del Duomo ad un esperto esterno del settore. In estrema sintesi è questa la situazione illustrata analiticamente ieri in Comune dal consulente Matteo Bonazza, imprenditore titolare di un società di consulenza che opera da quasi venti anni nel comparto turistico.
Sarebbero questi sostanzialmente i motivi per cui Orvieto, se continua tutto sommato a reggere dal punto di vista del mercato straniero, perde quote nel mercato italiano. Ed è ferma da quindici anni circa su una permanenza media di un giorno e mezzo, 1,48 per la precisione. Di questo si è parlato agli stati generali del turismo riuniti ieri mattina dal sindaco Giuseppe Germani nell’aula consiliare, al grido di “Orvieto ultima chiamata”. Un’iniziativa che ha riscosso grande interesse. “Non c’è più tempo da far passare – ha detto il sindaco richiamando il titolo della giornata – Da qui parte un percorso per iniziare una programmazione che investa i prossimi 10 – 15 anni”.
Cosa? Il consulente del Comune che ha raccolto sentiti applausi dagli operatori e dalle associazioni presenti ha proposto l’individuazione di pochi obiettivi ma molto chiari, 3 – 4 prodotti da strutturare in maniera coerente e condivisa, facendo ciascuno la propria parte. In definiva, come è stato detto nel confronto “superare gli individualismi per fare sistema attorno ad un’offerta strutturata su prodotti e identità precise”. La sfida è lanciata, con la disponibilità del Comune a fare, almeno inizialmente, da cabina di regia. (S.T.)