ORVIETO – Presso il Comune di Orvieto è stato firmato – 25 novembre giornata mondiale contro la violenza sulle donne – il protocollo interistituzionale contro la violenza di genere a cui hanno aderito i Comuni della Zona Sociale n. 12 (quello di Orvieto ne è capofila), la Usl Umbria2 Distretto di Orvieto, l’Ordine degli Avvocati, l’associazione “Albero di Antonia” e le forze dell’ordine con i propri protocolli.
A sottoscriverlo, di fronte a tante donne e uomini, educatrici/educatori delle scuole orvietane, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, Sindaci e Amministratori dei Comuni del territorio e giornalisti, sono state: Cristina Croce, Vicesindaco e Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Orvieto per i Comuni della Zona Sociale n. 12, Teresa Manuela Urbani, Direttore del Distretto di Orvieto della Azienda Usl Umbria 2 (in rappresentanza del Direttore Generale, Sandro Fratini, Virginia Romoli dell’Ordine degli Avvocati di Orvieto (delegata dal presidente Sergio Finetti) e Stefania Bove presidente dell’Associazione “L’Albero di Antonia”.
La firma dell’atto è stata punteggiata dalle letture di brani tratti da “Ferite a morte” di Serena Dandini fatte da Maria Cecilia Stopponi dell’Associazione “Lettori Portatili” e dalla presentazione dello spot audio/video promozionale del Centro di Ascolto di Orvieto e di alcuni contributi audiovisivi realizzati negli ultimi due anni dagli studenti del Liceo d’Arte e del Liceo Majorana.
“La folta partecipazione di donne, studenti e studentesse, insegnanti e dei rappresentanti delle Istituzioni ai vari livelli ci da molta fiducia” – ha affermato la V. Sindaco e Assessore alle Politiche Sociali, Cristina Croce. “La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale, interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenza di razza, religione o età. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza contro le donne come ‘l’uso intenzionale della forza fisica o del potere, o della minaccia di tale uso, rivolto contro se stessi, contro un’altra persona…che produca o sia molto probabile che possa produrre lesioni fisiche, morte, danni psicologici, danni allo sviluppo, privazioni’.
La dichiarazione per l’eliminazione della Violenza sulle Donne emanata dalle Nazioni Unite nel 1993 definisce la violenza sulle donne ‘ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata’”.
“La violenza contro le donne – ha aggiunto – deve essere nominata e riconosciuta perché possa essere svelata e affrontata, anche attraverso la costruzione di reti di relazioni in grado di sostenere concretamente le donne nei loro percorsi d’uscita dalla violenza; conoscere e sapere come operare in un contesto relazionale caratterizzato dalla violenza è il primo passo per riconoscere che la violenza verso le donne è un problema sociale; un problema da affrontare per garantire la costruzione di una società in cui la libertà e la gioia di vivere siano la base dei rapporti che la fondano. Le istituzioni pubbliche hanno il dovere di contrastare il fenomeno con impegno congiunto tanto sul piano politico quanto su quello operativo regolamentando le azioni le strategie di intervento, valorizzando le competenze ed integrando in un’ottica di rete tutte le risorse messe a disposizione”.
“Il confronto tra tutti i sottoscrittori del presente Protocollo – ha spiegato – parte dalla necessità di: prevedere una particolare attenzione al primo contatto con la donna vittima di violenza o maltrattamento, vissuti spesso per molti anni nel segreto e nel silenzio dando risposta ai suoi bisogni d’ascolto, accoglienza, empatia, sostegno nello svelamento del maltrattamento; definire le modalità di raccolta dei dati e di periodici confronti con gli organi di riferimento per le donne vittime di violenza e in situazione di disagio e i loro figli minori; confrontare le rispettive modalità operative per ottimizzare le risposte; mettere a disposizione di tutti gli operatori di questo Protocollo la rete a supporto delle donne per poter indirizzarle con competenza ai diversi servizi, per avviare adeguate ed efficaci risposte.
La giornata di oggi rappresenta quindi un punto di arrivo ma, è soprattutto il punto da cui partire. Il protocollo, infatti, è il risultato di un lavoro condiviso tra tutti i rappresentanti del tavolo interistituzionale attivo dal 2010: Comuni della Zona Sociale n. 12, servizi specialistici della Usl Umbria 2, Forze dell’Ordine, Ordine degli Avvocati, Scuole, Associazione Albero di Antonia, Cooperativa Sociale ‘Il Quadrifoglio’. A seguito della firma si darà avvio al processo di costruzione dell’èquipe che specificatamente si occuperà del contrasto alla violenza.
L’èquipe stabilirà le modalità di lavoro per ognuna delle figure professionali coinvolte assicurando l’integrazione dei percorsi sociali, sanitari e giudiziari e il raccordo con altri soggetti, a vario titolo coinvolti nel percorso di uscita dalla violenza delle donne e dei loro figli minori, e nella costruzione del graduale percorso di re-inserimento sociale, secondo un approccio di genere. Concludo auspicando che sempre più soggetti istituzionali vogliano aderire al protocollo. Un ringraziamento va anche alle Associazioni ‘Il Filo di Eloisa’ ed Emily”.
“Il protocollo a cui l’Azienda USL Umbria 2 aderisce – ha affermato Teresa Manuela Urbani – è la sintesi di un lavoro pregresso che riguarda gli ambiti di competenza della AUSL. Un lavoro che è stato rivolto in particolare ai giovani, nella convinzione che la salute sessuale passa, ovunque nel mondo, attraverso la promozione di una educazione estensiva che si fonda sulla promozione della tolleranza, del rispetto e dell’educazione sessuale per portare alla realizzazione di una vera parità fra i sessi. L’Azienda ha dedicato molto spazio ai problemi e alle dinamiche sanitarie che la violenza implica, allorché si configura come un diritto umano violato. In questa cornice, l’Azienda USL Umbria 2, attraverso i servizi del Distretto di Orvieto, si impegna ad una serie di azioni. Fondamentalmente cambia l’approccio metodologico negli operatori della Sanità”.
“Seppure il nostro Ordine professionale andrà in scadenza dal 2015 in quanto verrà assorbito dall’ordine degli Avvocati di Terni – ha sottolineato Virginia Romoli – noi aderiamo in modo convinto a questo protocollo per far sentire il nostro sostegno. Aggiungiamo la nostra professionalità verso quanti sono impegnati/e in questo importante progetto”.
“L’attività dei Centri Antiviolenza dimostra che le donne sono maltrattate da uomini con le quali esse hanno una relazione affettiva – ha evidenziato Stefania Bove – e, laddove sul territorio esistono centri di ascolto a favore delle donne, è possibile far emergere una realtà sommersa che non si può più ignorare. L’attività del nostro Centro è strettamente connessa alla possibilità che il Comune dia risposte certe sulla sede che è la condizione per dare continuità al nostro lavoro. Nel 2013 ci sono stati in Italia 179 femminicidi ma, anche se ogni caso colpisce l’opinione pubblica, non è sufficientemente alta la percezione che gli italiani hanno della violenza sulle donne: la società si indigna verso i femminicidi ma nei fatti avalla comportamenti sessisti e prevaricatori. Oggi siamo felici della firma del protocollo che proponemmo già cinque anni fa al Comune di Orvieto. In questo documento, avremmo voluto che fosse inserito un passaggio della dichiarazione sui diritti umani dell’ONU che invece manca perché forse troppo esplicito – sintomo delle resistente al cambiamento culturale – ma indicativo comunque del fatto che tale cambiamento deve passare attraverso il linguaggio comune che veicola il nostro pensiero. Per questo ci vorrà tempo, ma occorre andare avanti con l’educazione, la formazione degli operatori e per questo servono risorse. I Centri antiviolenza sono un luogo privilegiato di incontro delle donne. I vari punti del protocollo sono enunciazioni di buone intenzioni per poi attuare i protocolli operativi. Fare prevenzione alla violenza è determinante. Per questo ci avviciniamo alle giovani generazioni nelle scuole dove abbiamo incontrato circa 400 studenti coinvolti in un lavoro sull’educazione e il linguaggio, avvalendoci anche della collaborazione di docenti delle Associazioni ‘Uomini in Cammino’ e ‘Maschile Plurale’ al fine di valorizzare le differenze di genere e stabilire nuove relazioni tra uomini e donne. Questo protocollo è sicuramente un passo importante per il nostro territorio”.
Nel corso della presentazione hanno dato il loro contributo anche Liliana Grasso del Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria che ha sottolineato “l’importanza del documento che si sta siglando per il territorio Orvietano. Si tratta di una azione che può incidere nella realtà. Al Telefono Donna nel 2013 si sono rivolte 271 donne a Perugia e 145 a Terni. C’è ancora molto da fare ma queste iniziative istituzionali permettono di sperare in qualcosa di nuovo che può cambiare la relazione fra uomini, donne e società. L’Associazione ‘L’Albero di Antonia’ ha fatto un grande lavoro in questi ultimi anni, un lavoro faticoso anche rispetto alle istituzioni. Le Forze dell’Ordine e gli operatori sanitari possono fare la differenza nell’orientare le donne verso i centri di ascolto e antiviolenza. Fino a due anni fa il rapporto era più difficile, ma sono cambiate anche le relazioni fra gli operatori”.
“Il Comune di Porano, attraverso il lavoro della Consigliera Brunelli ha collaborato con entusiasmo a questo progetto – ha affermato invece il V. Sindaco, Marco Conticelli – l’auspicio è che a questi appuntamenti di civiltà si possano vedere sempre più anche gli uomini. Come amministratore mi pongo vorrei affrontare questo problema della violenza sulle donne e sui minori dal punto di vista delle politiche sociali. In questo senso, dovremo essere più coraggiosi. A fronte dei tagli di 230 mila euro che sono stati fatti in questi ultimi due anni è certamente sempre più difficile. Di qui l’invito affinché nella predisposizione del prossimo bilancio sociale di zona che andremo a trattare, la tematica venga presa in maggiore considerazione”.
“La violenza sulle donne è una delle più gravi emergenze che abbiamo nella nostra società – ha sottolineato il Sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani – che dobbiamo tentare di rimuovere aumentando la nostra coscienza culturale. Il vero tema è come e quante risorse mettere in campo per queste tematiche nei nostri bilanci. Ovviamente dobbiamo invertire la tendenza incidendo nel sistema delle relazioni e quindi nell’educazione. Finora siamo riusciti a definire la questione della sede del Centro Antiviolenza che attualmente è in fase di traghettamento verso la nuova sede di viale 1° maggio”.
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Il Protocollo d’Intesa
Premessa
La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale, interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenza di razza, religione o età.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza contro le donne come “l’uso intenzionale della forza fisica o del potere, o della minaccia di tale uso, rivolto contro se stessi, contro un’altra persona…che produca o sia molto probabile che possa produrre lesioni fisiche, morte, danni psicologici, danni allo sviluppo, privazioni
La dichiarazione per l’eliminazione della Violenza sulle Donne emanata dalle Nazioni Unite nel 1993 definisce la violenza sulle donne “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata.”
I dati statistici sono estremamente preoccupanti perché testimoniano quanto la sistematica violazione dei diritti delle donne nel loro privato sia diffusa in tutto il mondo, al punto da essere definita dall’Unicef stesso come una “piaga globale”.
Secondo i dati dell’indagine ISTAT il sommerso in Italia raggiunge il 93% delle violenze se commesse dal partner, 6 milioni 743 mila è la stima delle donne tra i 16 e i 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita in Italia.
Le istituzioni pubbliche hanno il dovere di contrastare il fenomeno con impegno congiunto tanto sul piano politico quanto su quello operativo regolamentando le azioni le strategie di intervento, valorizzando le competenze ed integrando in un’ottica di rete tutte le risorse messe a disposizione.
Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne
TRA
Comuni della Zona Sociale 12, Azienda Sanitaria Locale Umbria 2 Distretto di Orvieto, Comando Compagnia Carabinieri di Orvieto, Commissariato di Polizia di Orvieto, Associazione L’Albero di Antonia e l’Ordine degli Avvocati di Orvieto.
Obiettivi del Protocollo
Il presente accordo si prefigge l’obiettivo di analizzare e monitorare il fenomeno della violenza sulle donne, al fine di promuovere azioni finalizzate all’emersione, alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno, attraverso mirati percorsi educativi ed informativi.
Sosterrà azioni volte sia alla formazione degli operatori, che all’assistenza e sostegno alle vittime della violenza in tutte le fasi susseguenti al verificarsi di un episodio.
L’accordo è aperto ad ulteriori contributi che nel tempo potranno essere forniti da altre Istituzione e/o Associazioni operanti nel territorio sul medesimo tema.
Per il perseguimento degli obiettivi sopra delineati i soggetti aderenti al protocollo, oltre ad individuare al proprio interno uno o più referenti qualificati per l’attuazione delle procedure previste dal presente atto, si impegnano, ciascuno per la parte di propria competenza, a svolgere i compiti di seguito elencati:
I COMUNI DELLA ZONA SOCIALE 12
Si impegnano a:
– Promuovere e sostenere iniziative volte a favorire le pari opportunità tra uomini e donne;
– promuovere, favorire, e sostenere iniziative volte a favorire la cultura della non violenza;
– sviluppare adeguate politiche di sostegno tese al superamento di condizioni di disagio e di difficoltà delle donne che subiscono violenza;
– sviluppare e sostenere azioni volte alla diffusione della cultura dei diritti fondamentali delle donne, dei diritti umani e della non discriminazione di genere;
– concorrere all’individuazione di strategie di prevenzione e di intervento sulle cause e le situazioni che possono portare ad agire e a subire comportamenti di violenza;
– sviluppare adeguate politiche di sostegno tese al superamento di condizioni di disagio e di difficoltà delle persone coinvolte;
– promuovere l’integrazione tra interventi sociali, sanitari, giudiziari e del volontariato sociale al fine di sviluppare una progettualità reticolare fra istituzioni pubbliche, forze dell’ordine e terzo settore assicurando un sostegno globale;
– promuovere la costituzione di un’équipe multiprofessionale afferente ad organismo pubblico e del privato sociale che provveda alla presa in carico della situazione di violenza ed elabori il progetto di aiuto integrato;
– come previsto dal Protocollo inter Ambito tra Comune di Terni, Narni e Orvieto, Asl Umbria 2, e Centro Pari Opportunità della Regione Umbria, attivare la già operativa équipe, al fine di valutare l’ingresso della donna vittima di violenza all’interno della casa protetta;
– individuare sul territorio le strutture disponibili alla pronta accoglienza della vittima;
– per i casi di urgente allontanamento che possono verificarsi nei giorni e orari di chiusura dell’Ufficio della Cittadinanza, i Comuni della Zona Sociale mettono a disposizione il Servizio di Pronto Intervento Sociale, che provvederà alla collocazione della vittima nelle strutture individuate, fino alla riapertura dell’ufficio;
– convocare e coordinare il Tavolo Tecnico Interistituzionale per il contrasto sulla violenza di genere
– sostenere il centro di ascolto gestito dall’Associazione L’Albero di Antonia, attraverso la concessione in comodato gratuito della sede della stessa.
– Curare la raccolta e l’elaborazione dei dati afferenti dal territorio e dalle istituzioni aderenti al protocollo.
L’AZIENDA SANITARIA ASL 4 DI TERNI DISTRETTO N 3
L’Azienda Sanitaria Locale attraverso il Distretto, i Presidi e la rete dei propri servizi territoriali compreso il Pronto Soccorso e il reparto di Ostetricia e Ginecologia, si impegna a:
– favorire e partecipare attivamente ad iniziative coordinate e raccordate con gli altri soggetti firmatari del protocollo.
– partecipare alla programmazione ed organizzazione di specifici corsi di formazione finalizzati all’ampliamento ed alla specializzazione del patrimonio di conoscenza e di esperienza degli operatori, allo scopo di creare “esperti” della rete. Dando particolare rilievo ad iniziative formative in tema di accoglienza delle donne e di assistenza appropriata.
– partecipare alla costituzione dell’équipe multiprofessionale e interistituzionale che provvederà alla presa in carico della situazione di violenza e all’elaborazione del progetto di aiuto integrato;
– allo scopo di collaborare all’attività di monitoraggio contribuire alla raccolta ed all’invio dei dati disponibili relativi al fenomeno, nel rispetto comunque della privacy delle persone interessate;
– informare le vittime di violenza sulla presenza dei centri anti violenza presenti nel territorio e sui servizi territoriali deputati al trattamento di tale fenomeno;
– sensibilizzare e formare il personale dei servizi ASL, Pronto Soccorso, Centri di Salute, Medici Medicina Generale, Pediatri libera scelta, etc. al problema della violenza ed alla individuazione precoce di segnali di violenza.
LE FORZE DELL’ORDINE:
le forze dell’ordine aderiscono al presente atto attraverso i propri protocolli impegnandosi a:
– sensibilizzare adeguatamente i propri operatori in occasione di acquisizione di notizie di reato relative ad episodi di violenza alle donne;
– assicurare che la raccolta delle denunce di cui sopra avvenga in condizioni di rispetto della riservatezza ed in ambienti consoni a tale scopo, considerata la particolare condizione di fragilità psicologica in cui si trova la vittima di una violenza;
– partecipare alla programmazione ed organizzazione di specifici corsi di formazione finalizzati all’ampliamento ed alla specializzazione del patrimonio di conoscenza e di esperienza degli operatori, allo scopo di creare “esperti” della rete;
– favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di formazione ed aggiornamento promossi nell’ambito delle attività sviluppate in tal senso ai sensi del presente protocollo;
L’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ORVIETO
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Orvieto si impegna a:
– strutturare e coordinare costantemente il proprio intervento in rete con le altre istituzioni firmatarie del presente protocollo per il raggiungimento degli scopi dello stesso;
– divulgare presso i propri iscritti la conoscenza dell’esistenza del protocollo operativo e della rete di interventi dallo stesso predisposti in caso di violenza di genere, al fine di sensibilizzarli al Problema e metterli in grado di usufruire della rete creata;
– collaborare alla promozione di incontri periodici di formazione degli operatori del diritto con riferimento alle aree di competenza degli altri operatori messi in rete (sanitari, forze dell’ordine, associazioni convenzionate che offrono strutture di accoglienza, magistrati, assistenti sociali, educatori, psicologi, etc.) per accrescere la conoscenza dell’ambito di intervento degli altri operatori al fine di meglio integrare il singolo intervento, definire i rispettivi ambiti, intensificare le collaborazioni in esecuzione del presente protocollo operativo;
– promuovere incontri periodici di formazione strettamente giuridica per approfondire i molteplici problemi applicativi degli strumenti civili e penali a disposizione nel sistema normativo vigente in caso di violenza di genere;
– redigere un elenco di avvocati che aderiscano al protocollo e ai suoi principi.
L’ASSOCIAZIONE “L’ALBERO DI ANTONIA”
Si impegna a:
– garantire alle donne maltrattate, che contattano direttamente il Centro di ascolto, accoglienza e sostegno attraverso: i colloqui individuali per sostenerle nei percorsi di uscita dalla violenza e per affrontare le conseguenze da essa causate; l’avvio e la gestione di percorsi individuali di uscita dalla violenza anche attraverso l reperimento di un rifugio in caso di emergenza condiviso in équipe multiprofessionale; le consulenze legali; il sostegno e l’accompagnamento delle donne accolte nelle varie fasi della denuncia e nelle pratiche giuridico legali (Avvocati, Forze dell’Ordine, Tribunale); l’accompagnamento delle donne nella rete dei servizi del territorio; la realizzazione di gruppi di sostegno per le donne in difficoltà;
– promuovere e rafforzare la costruzione di percorsi di sostegno mirati alle donne migranti utili a prevenire e contenere l’instaurarsi di possibili situazioni di violenza;
– promuovere, sostenere e realizzare percorsi di formazione e di sensibilizzazione sul tema della violenza alle donne (in particolare la violenza domestica), anche insieme ad altri soggetti firmatari del protocollo, mirati alla preparazione degli operatori che nelle diverse agenzie del territorio vengono in contatto con donne e bambini vittime di violenza;
– promuovere e realizzare attività di informazione e di sensibilizzazione, relative al fenomeno in questione, rivolte alla cittadinanza e all’opinione pubblica (seminari, convegni, dibattiti pubblici);
– promuovere e realizzare percorsi di formazione e orientamento rivolti agli studenti delle scuole al fine di sensibilizzare i giovani ed educarli alle differenze di genere ed al rispetto reciproco;
– provvedere alla raccolta, all’elaborazione e alla diffusione dei dati in suo possesso relativi al fenomeno di violenza sulle donne in vista di attività di ricerca e di approfondimento della tematica;
– dare ampia informazione agli altri punti della rete sulle modalità di accesso ai propri servizi e comunicare i successivi aggiornamenti;
– individuare la persona referente per l’esecuzione del protocollo.
Tutti i Soggetti aderenti al Protocollo si impegnano, inoltre a formulare, attraverso il “Tavolo Tecnico Interistituzionale”, ulteriori approfondimenti, regolamenti, accordi, atti a rispondere più efficacemente alle problematiche esposte nelle premesse.
Il Tavolo Tecnico dovrà riunirsi almeno 2 volte all’anno.