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Home Sette Giorni

Verso il 12 novembre, tutto quello che c’è da fare

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26 Settembre 2014
in Sette Giorni, Archivio notizie
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petrangeliORVIETO – Si avvicina l’anniversario dell’alluvione del 12 novembre 2013 e l’associazione Val di Paglia bene comune indica le cose ancora da fare con una lettera aperta all’amministrazione comunale.

Di seguito:

Al Sindaco di Orvieto

ai membri della Giunta

al Presidente del Consiglio comunale

ai consiglieri del Comune

Orvieto, 24 settembre 2014

Egregi signori,

per il secondo anniversario dell’alluvione del Paglia manca ormai poco. Invece: per la messa in sicurezza degli abitati; per la riqualificazione dell’alveo nel tratto urbano; per la razionalizzazione del traffico; per garantire l’effettiva fruizione pubblica della vasta superficie naturalistica attraverso sistemazioni attrattive; per connettere, tra loro e con il Centro storico, Ciconia, Orvieto Scalo e Sferracavallo, per tutto questo, c’è ancora parecchio da fare.

C’è da intervenire sulle criticità che mettono a rischio la stabilità di strutture, come ad esempio la briglia a valle del Ponte dell’Adunata; che provocano disagi e danni economici alle persone e alle imprese, come ad esempio le canalizzazioni fognarie nella Zona di Santa Letizia o nel quartiere tra il Polo scolastico e il Carcaione-Chiani; che possono ostacolare il rapido deflusso delle acque di piena, come ad esempio gli accumuli di vegetazione e di inerti a monte e a valle del Ponte dell’Adunata; che danno il senso del degrado, dell’incuria o del colpevole abbandono, e per quest’ultimo punto purtroppo non c’è bisogno di fare esempi.

In questi casi si tratta di intervenire subito, prima che ricominci a piovere. Attendendo progettazioni organiche, si può procedere solo con palliativi, ma è necessario farlo. Non si può continuare a trascurare la percezione che i cittadini stanno sviluppando del loro fiume e degli enti che sul fiume dovrebbero intervenire.

C’è da presentare e da discutere criticamente il progetto di intervento che Bonifica sta ancora elaborando. Avrà un impatto ambientale, ma anche economico e sociale, superiore a quello della complanare. Dobbiamo poterlo valutare ed eventualmente riorientare nel suo approccio e nella sua realizzazione. Dovremo anche arrivare a costruire una nostra considerazione di efficacia e congruità in relazione alle simulazioni del comportamento di piena e alle opere di disciplinatura idraulica eventualmente previste a monte. Ma soprattutto in relazione all’idea che abbiamo del tratto urbano del Paglia.

C’è da presentare e da discutere lo studio sull’asportazione programmata delle biomasse e il piano di manutenzione delle rive del fiume che ne deriva. Ancora inspiegabilmente in valutazione da parte di qualche ufficio residuo della Provincia. In questo caso saremmo in presenza della trasformazione di un problema in una risorsa: avremmo manutenzioni, puliture e ripiantumazioni dell’alveo del fiume e piccole produzioni energetiche. Si potrebbe anche configurare una piccola attività imprenditoriale con la conseguente creazione di posti di lavoro.

Ma per dare adeguata espressione e soluzione alle esigenze della comunità che venivano richiamate all’inizio, anzitutto c’è da accelerare la progettazione e la realizzazione del Parco del Paglia, dal tratto urbano fino al Tevertino e fino a Pagliano. Sono mesi che ci si sta lavorando con esiti ancora troppo modesti. 15 organizzazioni di Orvieto si sono messe insieme nell’ “Accordo per il Parco civico del Paglia”, hanno animato un laboratorio di progettazione fornendo spunti ed idee ed hanno redatto una carta delle loro competenze per far fronte a tutte le necessità inerenti la tutela e la valorizzazione sociale ed economica degli spazi naturalistici.

Nel far questo hanno adottato un approccio di sviluppo comunitario e di territorio che è centrato sulle esigenze reali della cittadinanza e sulle risposte locali e compatibili ad esse. Ma la rete realizzata dall’ “Accordo per il Parco civico del Paglia” e i temi che ha saputo individuare nonché le competenze mobilitate sembrano un prototipo anche di quanto richiede la programmazione UE per la tutela e la valorizzazione territoriale.

Questa lettera aperta aveva lo scopo di sottolineare alcuni aspetti della “ricostruzione” successiva alla piena del 12 novembre 2012. Spero di essere riuscito a rendere esplicito, attraverso i pochi esempi riportati, quanto sia importante la questione Paglia per Orvieto, la sua “multisettorialità” e dunque l’opportunita dell’impegno di ognuno di voi. Penso che il Comune, che finalmente dovrà coordinatore di tutti gli interventi, sia chiamato a giocare un importante ruolo politico che deve esercitare verso le altre istituzioni e al suo interno. Con competenza, onestà intellettuale e consapevolezza dei suoi limiti. E mi auguro dunque che su questi temi e per le prossime ricorrenze si manifestino iniziative politiche forti e condivise.

Grato per le attenzioni dedicate,

Distinti saluti

Enrico Petrangeli.

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