ORVIETO – Ritirare il bilancio, istituire una commissione ad hoc per la stesura condivisa di un nuovo documento contabile e rinviarne l’approvazione all’ultimo giorno utile, il 30 settembre. A cinque giorni dall’approvazione del Preventivo 2014 arriva la proposta provocatoria di FdI.
Di seguito la nota:
Ritirare il bilancio di previsione 2014, istituire una commissione ad hoc per la stesura condivisa di un nuovo documento contabile e rinviarne l’approvazione all’ultimo giorno utile, il 30 settembre.
Questo l’appello rivolto da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ai gruppi consiliari di maggioranza alla luce dei pesanti oneri contenuti nel bilancio di previsione relativi a TASI, IMU, parcheggi, tassa di soggiorno, mense scolastiche, cultura.
In Consiglio comunale -afferma il consigliere Sacripanti- abbiamo dimostrato tabelle alla mano come la TASI, la cui aliquota è stata fissata al massimo consentito dalla legge, 3,30 per mille, incida pesantemente sulla maggior parte delle famiglie orvietane, quelle di fascia intermedia, proprietarie cioè di immobili la cui rendita catastale è ricompresa tra i 400 e gli 800 euro, così come abbiamo invitato sia il Sindaco che l’Assessore Gnagnarini ad essere più prudenti in merito agli sbandierati risparmi relativi alla TARI.
Se è vero infatti che non dovrebbe più pesare sulla tariffa l’addizionale provinciale, è altrettanto vero che ad oggi non si conoscono le ripercussioni derivanti dal nuovo piano d’ambito che prevede il servizio di raccolta rifiuti in capo ad un unico gestore per tutto il territorio corrispondente alla Provincia di Terni. Se Germani è così sicuro che la nuova gestione non produrrà ulteriori costi per il Comune di Orvieto, e quindi sulle tariffe a carico cittadini, come mai ancora non ha sottoscritto il contratto con il gestore? Ci risulta, in realtà, che lo stesso Germani, così come altri Sindaci dell’orvietano, abbiano definito “capestro” il contratto di adesione poiché esclude qualsivoglia possibilità di intervento, anche sulla fissazione delle tariffe, ai Comuni sottoscrittori. Potrebbe verificarsi, in sostanza, quello che già è accaduto con la privatizzazione della gestione idrica in capo alla SII con conseguenti lievitazioni dei costi a carico dei cittadini contribuenti.
In verità l’Assessore Gnagnarini ci ha abituato ad artificiose dichiarazioni tese soltanto a camuffare la realtà dei fatti e dei conti. In merito a quanto dallo stesso riportato nella tabella relativa ai “costi della politica”, se è vero che la Giunta attuale costa ai cittadini circa 1000 euro al mese in meno rispetto alla precedente, è pur vero che il pareggio complessivo (84.000 €) rispetto ai costi totali del 2013 si raggiunge introducendo 42.000 alla voce “rimborso presenze degli amministratori” che erano pari a zero nel 2013 e che si riferiscono ai rimborsi dovuti dal Comune ai datori di lavoro dei componenti della Giunta. Soldi che potrebbero essere tranquillamente risparmiati se la Giunta si riunisse un minor numero di volte a settimana e per meno ore al giorno, visto che la maggior parte delle delibere possono essere adottate in brevissimo tempo.
Mentre la Giunta spende soldi, le famiglie soffrono e come loro anche quelle categorie economiche i cui proventi derivano per la maggior parte dal turismo, come testimoniano le doglianze di operatori del settore i quali denunciano, proprio in questi giorni, la disdetta di prenotazioni da parte di gruppi di visitatori a seguito degli aumenti apportati ai parcheggi, oltre al costo dei biglietti della funicolare, che rendono di fatto non competitiva la nostra Città rispetto ad altre mete turistiche.
Il risultato è che si sta profilando un impoverimento generalizzato della nostra realtà ed è per questo che chiediamo alle forze politiche di maggioranza di compiere un gesto di responsabilità e di intervenire presso l’assessorato competente affinché ritiri il bilancio e condivida con l’opposizione, magari in seno ad una commissione istituita ad hoc, la stesura di un nuovo bilancio di previsione, più politico che ragionieristico, che tenga conto delle sofferenze cui sono già sottoposte, dato il grave momento di crisi, famiglie e attività produttive che non ce la farebbero a sopportare ulteriori oneri.
Il tempo ci sarebbe se si facesse slittare l’approvazione del bilancio al 30 settembre