ORVIETO – Introdotta negli anni Settanta, la protesi totale della caviglia, dopo gli iniziali entusiasi, non sempre ha prodotto i risultati sperati, con percentuali a volte significative di complicanze e fallimenti. Oggi però la tecnologia ha fatto passi da gigante, fino ad arrivare ad azzerrare la possibilità di rigetto, assicurando al paziente la riconquista di una caviglia praticamente nuova.
L’ultimo ritrovato in questo senso è una nuova protesi commercializzata da un’azienda americana leader globale in ambito ortopedico che progetta e costruisce soluzioni tecnologiche personalizzate per la sostituizione degli arti. E la novità è che il primo intervento di questo genere in Umbria è stato effettuato lunedì all’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto dall’équipe dell’unità operativa di ortopedia e traumatologia, diretta da Michele Biserni.
Della ricostruzione della caviglia con l’inserimento di questa protesi ha beneficiato una giovane paziente di 44 anni che era praticamente ridotta all’immobilità a causa di una frattura complessa risalente a circa vent’anni fa. “Il nuovo dispositivo recentemente immesso sul mercato si caratterizza per acquisizioni ingegneristiche innovative destinate ad assicurare al paziente stabilità e mobilità. La protesi è studiata infatti per riprodurre la flessibilità naturale della caviglia ed il movimento. Il tutto senza possibilità di rigetto” spiega il dottor Biserni che ha condotto l’operazione. “L’intervento di protesi di caviglia si esegue in pazienti affetti da grave degenerazione dell’articolazione – spiega ancora il primario – sia in artrosi primitive che post traumatiche, come nel caso della signora che si è sottoposta all’intervento lunedì. Di norma comunque protesi di caviglia è indicata preferibilmente per i pazienti sopra i 60 anni”.
Michele Biserni, toscano, classe 1969, è primario di Ortopedia all’ospedale di Orvieto da poco più di un anno, vincitore nel febbraio 2013 del concorso indetto sotto la direzione generale di Vincenzo Panella. All’epoca la copertura del primariato era particolarmente attesa anche per rilanciare un reparto che registrava allora la più alta fuga di pazienti verso altre strutture. Oggi il trend si è invertito. E l’Ortopedia è diventato uno dei reparti con la più alta percentuale di attrattività da altre regioni, dalla Toscana in primis. (S.T.)