di Valentino Filippetti
A un mese dalle elezioni che hanno rinnovato il Consiglio Comunale di Orvieto si può iniziare qualche riflessione a mente fredda sul futuro.
La vittoria del centro sinistra è stata netta e Germani ha dimostrato di saper raccogliere un consenso che è andato al di la dei confini del suo partito e della stessa coalizione.
Ovviamente i problemi restano tutti li, sono quelli si prima, erediati da Concina e lasciati aggravati alla nuova amministrazione.
L’approccio del nuovo Sindaco è stato chiaro in campagna elettorale, puntare a far crescere l’imponibile e non le imposte.
Spero che sappia resistere ai tanti azzeccagarbugli che sempre circondano le persone che portano delle responsabilità e si liberi subito dal ricatto del debito.
Il Comune di Orvieto è in dissesto, si tratta di prenderne atto. Non c’è ingegneria ragionieristica, aumento delle tasse o tagli che lo può evitare. Si può solo garantire a personaggi come Pizzo di divertirsi qualche mese sulle spalle della città come ha iniziato a fare già da qualche giorno fa.
Del resto gli effetti dei dissesto, che ormai riguarda moltissimi comuni italiani, sono stati affrontati con provvedimenti strutturali come quello che impegna lo stato a pagare i fornitori.
Come non c’è da temere per gli organici già drasticamente ridotti, al limite del collasso.
C’è il nodo del patrimonio ma è un falso problema essendo già stato ampiamente “ipotecato” e consegnato per le parti piu’ pregiate al MEF.
Quindi che si occupino del bilancio i commissari di nomina presidenziale e l’amministrazione comunale si concentri sul nodo vero, far ripartire le attività economiche.
In queste ultime settimane la città di Orvieto è stata “recensita” da importanti strutture e gruppi di carattere nazionale e internazionale, da Doce & Gabbana alla Società Autostrade ed altri ancora.
Non scopriamo niente di nuovo, sappiamo che le potenzialità sono enormi. Si tratta di lavorare nella direzione giusta.
Gli elettori hanno votato un programma chiaro, che cambia verso rispetto al passato dove cemento, cave e rifiuti hanno rappresentato la base della rendita che infine ha strozzato la città.
Nella campagna elettorale è emersa con forza la critica feroce verso le banche a cominciare dalla Cassa di Risparmio che sembra aver perso la sua funzione storica.
Ma il nodo vero sono i protagonisti dello sviluppo a cominciare dalle imprese.
Il tragico incontro con Barca e i quattro ministeri che stanno impostando il Piano per le Aree Interne ha portato alla luce una difficoltà seria.
Qui stà il ruolo della politica, aiutare le imprese, il mondo del lavoro e della produzione, l’associazionismo e il terzo settore a crescere, innanzitutto culturalmente.
Si tratta di rilanciare quel Patto Civico con la Città che Germani propose a Concina all’inizio dello scorso mandato e che Tony rifiutò pensando di andare avanti sulle divisioni del PD.
Per far questo si deve affrontare il nodo del PD. Deve finire la guerriglia continua che il segretario Scopetti continua verso il Sindaco e la maggioranza di centro sinistra. Prima delle primarie era leggittima, durante le elezioni era tollerabile, ora è dannosa non solo per il PD ma per l’intera città. Il segnale venuto dall’elettorato è stato, chiaro consegnando al PD di Orvieto il peggior risultato della sua storia mentre a livello nazionale si coglieva un risultato eccezionale.
Nuova fase, nuovo gruppo dirigente per aiutare Germani e l’amministrazione Comunale a far ripartire Orvieto