ORVIETO – Gli albergatori, alle prese con la recente introduzione dell’imposta di soggiorno e con la sua applicazione (scontata fino al 30 giugno), in vista del voto di domenica, hanno voluto coinvolgere i cinque candidati sindaco sulla problematica che li tormenta in questi mesi.
E’ così che la categoria, nei giorni scorsi, ha avuto un confronto con i cinque candidati Toni Concina, Giuseppe Germani, Laura Ricci, Lucia Vergagia e Marco Frizza a cui è stato sottoposto un documento che impegna la futura amministrazione a cancellare la tassa.
Provocazione o no, di fatto il documento è stato firmato soltanto da Giuseppe Germani (Pd) che si è detto contrario all’imposta. Firma con puntualizzazione per Marco Frizza e Laura Ricci che si sono impegnati a mantenerla secondo il regime scontato, attualmente in vigore. Concina ha assicurato che l’amministrazione lavorerà, come sta già lavorando, per migliorarla, mentre sarebbe stata più interlocutoria e articolata la risposta di Lucia Vergaglia (Cinque Stelle) che lega strettamente la tassa ai servizi offerti.
Tutti d’accordo, almeno in teoria, sul fatto che l’imposta non possa essere una mera operazione di bilancio ma debba essere reinvestita nel turismo. “Tutti hanno recepito la problematica – afferma diplomaticamente Riccardo Cristofari di Confindustria Alberghi – capisco le difficoltà da parte di chi l’ha introdotta e apprezzo ovviamente il dichiarato impegno”.
Naturalmente per il momento il primo obiettivo degli operatori del settore è quello di evitare che l’imposta, dal 1 luglio, passi dall’applicazione in forma scontata all’applicazione a pieno regime. “Sarebbe una sciagura – afferma il rappresentante di Confindustria Alberghi – soprattutto per quel 60% delle strutture orvietane, ovvero per più della metà, che lavorano prevalentemente con i gruppi”. In questo caso, come in altri d’altro canto, di colpo la tassa passerebbe dagli attuali 60 centesimi a notte per persona a 2,30 euro, assestando un colpo mortale agli hotel che lavorano con i tour operator. (S.T.)