In vista delle prossime elezioni amministrative del 25 maggio, intendiamo sottoporre ai candidati sindaci dei Comuni dell’Orvietano le priorità che il sistema Confindustria locale ritiene indispensabili per lo sviluppo del territorio. È nostro convincimento che le comunità locali, in attesa che il Governo metta in campo delle vere ed efficaci politiche per lo sviluppo, debbano perseguire tutte le strade per agevolare, dal basso, una ripresa del sistema socio-economico. Inoltre crediamo che, con la riforma delle Provincie, ancor più funzioni saranno demandate alle amministrazioni locali. In tale contesto il Comune rappresenta un interlocutore di elezione con cui collaborare per individuare percorsi condivisi e strategie comuni per la crescita dell’imprenditoria locale.
PRIORITA’
1. Tavolo permanente
Tenendo conto della grave crisi che ha investito il comprensorio Orvietano e che ha interessato l’intero sistema produttivo, dall’agricoltura all’industria, all’artigianato ed al terziario occorre lavorare ad un progetto integrato che valorizzi le potenzialità delle aziende e renda il territorio attrattivo per nuovi insediamenti produttivi. L’opportunità irripetibile offerta dalla nuova programmazione comunitaria 2014-2020 sulle cosiddette Aree Interne rappresenta un’occasione imperdibile per attivare percorsi virtuosi di crescita economica che questo territorio non può permettersi di lasciare in mano ad iniziative spontaneistiche e prive di coordinamento. Confindustria, con la sua organizzazione, è un partner da cui i comuni non possono prescindere perché riteniamo che non si possa parlare di sviluppo senza il coinvolgimento attivo della componente imprenditoriale. Per tale motivo chiediamo, l’istituzione di un tavolo permanente di confronto, di cui siamo pronti ad assumere l’onere del coordinamento, alla luce del fatto che i Comuni possono svolgere un ruolo centrale in termini di sostegno alla creazione di nuove prospettive imprenditoriali e, di conseguenza, occupazionali.
2. Infrastrutture
Consapevoli che questo momento di contrazione nei volumi degli affari presto sarà superato, chiediamo il miglioramento delle infrastrutture viarie che semplifichi l’accessibilità a tutto il comprensorio. L’impegno delle nuove amministrazioni del comprensorio orvietano dovrà essere in larga parte incentrato al superamento dei problemi di viabilità interna, che oggi versa in condizioni drammatiche e rappresenta un vero e proprio vincolo allo sviluppo delle aziende già presenti ed un disincentivo all’insediamento di nuove realtà produttive. Tre sono gli interventi prioritari: completamento della Complanare, variante per i Fori di Baschi e manutenzione della viabilità di servizio alle aree industriali.
La Complanare deve essere completata, non può e non deve rimanere un’opera incompiuta, perché rappresenta un’indispensabile via di collegamento tra le aree industriali e l’autostrada. Siamo convinti che l’attività delle nostre imprese riprenderà a pieno ritmo al termine di questa congiuntura negativa e che, per tale motivo, ci sarà un incremento del traffico pesante; ciò comporta la necessità di avere collegamenti interni efficienti e veloci al fine di poter abbattere i costi della logistica. Siamo infatti consapevoli che la posizione del nostro territorio può essere molto attrattiva, vista la prossimità di due caselli autostradali (Orvieto Scalo e Fabro) e la vicinanza a Roma e a Firenze, ma se non riusciremo a migliorare le reti di collegamento interno dell’ area non saremo interessanti per nuovi investitori.
Un ulteriore collo di bottiglia è rappresentato dall’inefficiente infrastruttura digitale. Nonostante la prossimità a reti altamente performanti, la zona industriale di Bardano, le aree di Castel Giorgio di Castel Viscardo e di Allerona, la zona artigianale di Baschi e altre aree del comprensorio non hanno accesso alla banda larga, che rappresenta oggi un prerequisito alle attività delle nostre aziende. Chi sarà chiamato ad amministrare i Comuni dell’Orvietano deve impegnarsi affinché gli interventi previsti dall’Agenda Digitale dell’Umbria contribuiscano alla riduzione del nostro digital divide. A tal proposito ricordiamo che nel comparto delle telecomunicazioni il nostro territorio ha saputo ed è ancora capace di esprimere aziende leader nei mercati nazionali ed internazionali, per le quali la connettività alla banda larga, materia prima pregiata di cui non possono essere prive, rappresenta un presupposto all’operatività. Le aziende hanno dimostrato intraprendenza investendo risorse proprie per superare questo vincolo, dotandosi di accesso alla rete ad altissima velocità, che potrebbe essere messa a disposizione anche di altre aziende. Una maggiore collaborazione consentirà di mettere a sistema quanto di buono è stato fatto dagli operatori privati, con indubbi vantaggi per la collettività e risparmi evidenti per la pubblica amministrazione.
3. Rischio idrogeologico fiume Paglia
Il susseguirsi di eventi alluvionali culminati con l’alluvione avvenuta nel mese di novembre del 2012 ha evidenziato, se ce ne fosse stato bisogno, che il comprensorio Orvietano è un’area a forte rischio e che per tale motivo necessita di interventi immediati per la messa in sicurezza delle zone alluvionali. Il continuo rimpallo di responsabilità tra i diversi enti coinvolti, non può giustificare l’immobilismo e il protrarsi dell’avvio degli interventi sul fiume Paglia per i quali esiste anche la copertura economica. Come il sistema imprenditoriale si è assunto l’onere e il costo di rifunzionalizzare le aziende colpite dall’alluvione, ci aspettiamo un intervento immediato dei Comuni del Comprensorio nei confronti delle altre amministrazioni competenti affinché non vengano ulteriormente prorogati i lavori di messa in sicurezza del fiume e i lavori di manutenzione ordinaria. Le nostre aziende non sono più in grado di sostenere i costi di una nuova esondazione.
4. Marketing Territoriale
Il patrimonio storico, culturale e paesaggistico del Comprensorio Orvietano, affiancato alla grande qualità della produzione vitivinicola, rappresenta un capitale che non possiamo permetterci di disperdere. La presenza di queste eccellenti “materie prime”, tuttavia, non è sufficiente per definire un prodotto vendibile sul mercato: è necessario fare uno sforzo per trasformare le peculiarità del Comprensorio in un prodotto turistico interessante per diversi mercati target. Le leve strategiche su cui occorre, insieme alle amministrazioni, agire riguardano:
La messa a reddito di alcune infrastrutture, primo tra tutti il palazzo del Capitano del Popolo, che deve diventare un primario centro congressuale;
La rifunzionalizzazione del complesso della ex caserma Piave;
La realizzazione di percorsi naturalistici nel comprensorio;
La realizzazione di un circuito culturale nell’alto Orvietano (Ficulle, Montegiove, Parrano, etc.);
La valorizzazione delle produzioni artigianali (primo fra tutti il cotto fatto a mano di Castel Viscardo);
La promozione di Orvieto città del Vino – coinvolgendo i produttori di altissima qualità presenti nel territorio orvietano;
La riqualificazione del sistema dell’accoglienza.
In merito a quest’ultimo punto le nuove amministrazioni dovranno farsi carico di intervenire sulle strutture ricettive extralberghiere abusive che spesso rappresentano un elemento di distorsione del mercato e di concorrenza sleale. Occorre prendere una posizione netta di contrasto all’illegalità per tutelare chi lavora rispettando tutte le regole. Anche la tassa di soggiorno può rappresentare un fattore penalizzante per il territorio, dal momento che è applicata a macchia di leopardo e che i proventi non vengono destinati allo sviluppo del turismo.
Inoltre, la qualità della vita del territorio, le professionalità sviluppatesi negli anni e la prossimità con l’alto Lazio e la Toscana, hanno reso questo comprensorio un’area caratterizzata da una forte presenza di residenze per anziani, ad evidenziare una forte vocazione di questo territorio nei confronti di modelli imprenditoriali ad alta rilevanza sociale. Una maggiore attenzione a tale comparto, consentirà agli operatori attivi di lavorare con la necessaria serenità e porrà le basi per sviluppare ulteriormente questo importantissimo settore.
5. Fiscalità e semplificazione
Pur consapevoli dell’impatto negativo determinato sui bilanci degli enti locali dai tagli costanti dei trasferimenti statali, riteniamo necessario individuare forme innovative di reperimento delle risorse e di risparmio nella gestione della cosa pubblica che consentano di non appesantire il carico fiscale sulle imprese. Una razionalizzazione dei costi, attraverso la condivisone dei servizi, quali ad esempio la gestione della viabilità e i servizi di polizia municipale, rappresenta la strada da percorrere per ottenere risparmi significativi che, se oculatamente gestiti, consentiranno di ridurre l’onerosità delle imposte locali.
L’IMU, la TARSU e le altre imposte comunali gravano in misura eccessiva e poco lungimirante sulle imprese, se si considera che la leva fiscale è un fattore chiave per garantire la permanenza delle aziende sul territorio e per attrarne di nuove.
Altro aspetto rilevante riguarda la semplificazione burocratica, da sempre invocata dal sistema imprenditoriale. I Comuni devono individuare strumenti capaci di snellire realmente i rapporti tra Pubblica Amministrazione ed imprese, al fine di ridurre l’onere intrinseco negli adempimenti burocratici.
I prossimi anni saranno decisivi per superare lo stallo in cui si trova il nostro sistema Paese. I sistemi locali integrati possono rappresentare una vera e propria chiave di volta per la ripresa. Confindustria è pronta a fare la sua parte e a prestare tutta la collaborazione necessaria per contribuire allo sviluppo del territorio, ci auguriamo che questa disponibilità sarà valorizzata da chi sarà chiamato a governare i nostri Comuni.
Il Presidente
Danilo Mira