di Ulderico Sbarra, segretario generale regionale Cisl Umbria
Alto orvietano e progetto di fusione, ciò che alla fine temevamo si è realizzato. La scarsa partecipazione democratica, la poca trasparenza, la fumosità del progetto e soprattutto l’arroganza della politica – che pretende di fare e disfare come meglio le conviene senza tener conto della gente- ha subito una sonora sconfitta. Purtroppo, il risultato del referendum consultivo che ha visto prevalere per 3 comuni su 5 il rifiuto al progetto di fusione, rischia di diventare una sconfitta diffusa perché ciò che i cittadini hanno bocciato per mancanza di partecipazione e per eccesso di dirigismo può compromettere ciò di cui l’Umbria ha bisogno. Una riforma istituzionale funzionale che, partendo dalla razionalizzazione delle diverse entità istituzionali (provincie e comuni), arrivi persino a rivedere il ruolo di una regione ormai evidentemente troppo piccola, isolata e vecchia.
Nei cinque comuni orvietani si è persa l’occasione per avviare la strada della razionalizzazione e funzionalizzazione positiva della rappresentanza e dei servizi. E purtroppo si è persa perché si è pensato di poter attenuare o addirittura escludere il coinvolgimento e la partecipazione popolare.
Restando aperta la questione della razionalizzazione e funzionalità del sistema, perseguibile anche attraverso progetti alternativi alla fusione, dovremo impegnarci tutti perché questo comunque si possa considerare un tentativo, un inizio verso ciò che rischierà di diventare inevitabile. E quindi cercare di gestirlo e costruirlo nell’interesse generale facendo in modo che questa esperienza non diventi un esempio negativo per altri territori. La lezione insegna, come noi avevamo sottolineato, che senza partecipazione e coinvolgimento popolare si rischia di sbagliare o peggio regredire. E questo serva da monito alle istituzioni e ai politici a tutti i livelli. In democrazia, è sempre sbagliato mortificare il confronto e la partecipazione.









