di Comitato Pendolari Roma-Firenze
6 marzo 2014. Il mese di marzo inizia all’insegna dei ritardi e delle cattive notizie per i pendolari diretti a Roma dalle stazioni intermedie della Roma-Firenze (Orvieto, Chiusi, Terontola, Arezzo).
Il 3 marzo l’IC 581 è arrivato a destinazione con 25 minuti di ritardo.
Lo stesso treno aveva registrato 20 minuti di ritardo anche giovedì scorso, 27 febbraio. Sono 45 minuti di ritardo in tre giorni per oltre 200 persone che abitualmente usano questo treno per andare a lavoro. Anche i treni regionali della mattina, come il 3375, non hanno avuto negli ultimi tempi un trend migliore.
Secondo le recenti dichiarazioni (20/02) rilasciate dall’AD di Ferrovie Mauro Moretti a “Il Sole 24 Ore” i treni usati dai pendolari di lunga percorrenza viaggiano vuoti anche nelle ore di punta e quindi questo tipo di collegamenti verrà progressivamente depotenziato. Ma in realtà un progressivo depotenziamento e degrado sono ormai già da tempo un’amara realtà.
L’ultimo grave episodio in questo senso è la soppressione a partire dal 1° marzo, al di fuori del cambio orario ufficiale, improvvisa, non annunciata e senza una motivazione dichiarata, di due IC, il 586 e il 587. Secondo gli addetti della biglietteria di Orvieto si tratta di una “sospensione” in vigore fino al 31 marzo, “fino ad ulteriore avviso” secondo alcuni controllori. Di fatto i biglietti per questi treni non risultano acquistabili dal sito di Trenitalia nemmeno per i mesi di aprile e maggio. Come è possibile che un’azienda a totale partecipazione statale possa togliere treni finanziati dallo Stato e quindi dai cittadini senza motivare i tagli o avvisare i clienti? Le istituzioni nazionali e locali non ne vengono messe a conoscenza? Oppure non fanno nulla per intervenire? È una situazione paradossale.
Il Comitato Pendolari Roma-Firenze continua e continuerà a denunciare, in particolare alle istituzioni e ai rappresentanti politici, i costanti disservizi su questa linea e queste gravi, inopinate soppressioni di treni. Siamo pronti, in vista del prossimo cambio orario, che sembra preannunciarsi sin d’ora come un taglio indiscriminato dei treni a media percorrenza, a dimostrare, dati alla mano, che i nostri treni viaggiano tutt’altro che vuoti e che c’è un’utenza di centinaia di abbonati che ha diritto a collegamenti efficienti e puntuali.
Negli ultimi anni a fronte di costanti aumenti di tariffe (ci chiediamo in proposito che fine abbia fatto il taglio del costo della carta tutto treno annunciato con tanto clamore a gennaio dalla regione Umbria), il servizio è costantemente peggiorato. Non possiamo accettare di tornare ancora più indietro di quanto non sia già accaduto sui tempi di percorrenza, sulla frequenza dei collegamenti, sulla qualità del servizio.