In un’assemblea degli iscritti del comune di Orvieto, alla quale hanno partecipato ben 14 persone, Sel ha deciso a maggioranza, anche se poi la minoranza si è adeguata a quanto deciso (tutti allineati e coperti?), di non partecipare alla lista civica “Orvieto di tutti” ma di sostenere, probabilmente con una propria lista, il candidato a sindaco di Orvieto del Pd Giuseppe Germani, insieme ai socialisti di Gialletti, a ?Unire i puntini? di Gnagnarini e a Scelta Civica della Calcagni. Quindi Sel parteciperebbe a una coalizione fortemente indirizzata verso destra o quanto meno verso il centro dello
schieramento politico cittadino.
Tutto regolare? Non tanto.
Infatti Sel, già prima che si tenessero le primarie interne del Pd, ha partecipato attivamente al processo di formazione della lista civica che è stata poi denominata ?Orvieto di tutti?, dichiarando la propria disponibilità a non utilizzare il proprio simbolo. Si sono tenute diverse riunioni fra i promotori di questa lista, tra i quali il sottoscritto, con discussioni anche accese sui contenuti del manifesto di intenti e del programma amministrativo, a cui hanno contribuito con impegno anche i rappresentanti di Sel.
Dopo lo svolgimento delle primarie del Pd, con la vittoria di Germani, il primo stop, di due settimane circa, dei rappresentanti di Sel al processo di formazione della lista civica: dissero allora che gli “anziani” iscritti al loro partito, in una riunione, avevano proposto di procedere ad una riflessione più attenta circa le modalità di partecipazione di Sel alle elezioni comunali.
Passate le due settimane, in un’ulteriore incontro fra i promotori della lista civica, alla presenza del componente della segreteria regionale uscente di Sel Valentino Roccheggiani (il cognome corretto è Rocchigiani, ndr) sindaco di Allerona, i rappresentanti di Sel, compreso Roccheggiani, assicurarono che la riflessione era terminata e che avrebbero sostenuto senza ulteriori indugi la lista civica.
In una successiva riunione dei promotori della lista, poiché l’incontro con il Pd non era andato bene, non senza qualche incertezza, i rappresentanti di Sel assicurarono che questo partito non avrebbe partecipato all’incontro, presso l’Oasi dei Discepoli di Sferracavallo, nel quale Germani aveva invitato i rappresentanti di tutti i partiti dell’eventuale coalizione, da Scelta Civica a Rifondazione Comunista.
Un breve inciso: Sel, in occasione delle primarie interne del Pd, alle quali avrebbero dovuto partecipare in teoria solo gli elettori del Pd, ha promosso un’intensa campagna elettorale a favore di Germani e anche molti iscritti a Sel hanno votato alle primarie del Pd, non certo Andrea Taddei. Probabilmente quest’ultimo, senza il sostegno di Sel a Germani, avrebbe vinto le primarie del Pd.
Inoltre il principale sostenitore della candidatura a sindaco di Germani si recò dal probabile candidato della lista civica “Orvieto di tutti” cercando di convincerlo a sostenere anche lui Germani, con la promessa che Germani, riconoscendo i propri limiti, avrebbe rinunciato, anche se vittorioso, alla candidatura, favorendo quindi il probabile candidato della lista “Orvieto di tutti” che a quel punto sarebbe diventato il candidato dell’intero centrosinistra.
Che fantasia? Che immaginazione?
Comunque per un certo periodo i rappresentanti di Sel hanno partecipato ancora alle riunioni preparatorie della lista “Orvieto di tutti”, finché, domenica 23 marzo alle ore 15, presso la loro sede in via Garibaldi, viene convocata dal segretario comunale Tiziano Rosati, che ha partecipato anche lui alle riunioni della lista civica, con “somma urgenza” – come se i carrarmati russi fossero entrati di nuovo a Praga – l’assemblea degli iscritti di Sel nella quale Rosati
si è presentato con la proposta di sostenere la candidatura di Germani. Purtroppo per lui a quell?assemblea intervennero in quattro e fu deciso di riconvocarla per martedì 25 marzo alle ore 21, sempre prima dell’assemblea comunale del Pd, tenutasi giovedì 27 alle ore 21, presso il circolo di Sferracavallo. Da considerare che adesso, sosteneva Rosati, erano i “giovani” di Sel ad aver riflettuto – ma quanto riflettono quelli di Sel prima gli “anziani” e poi i “giovani”, una riflessione continua – e ad aver deciso di fatto di cambiare cavallo, un cavallo probabilmente più rassicurante e che forse ha formulato loro promesse più accattivanti.
E si arriva quindi all’assemblea di martedì 25. Cosa succede? Vi partecipano in 14. Una limitata maggioranza, 8 iscritti, si dichiara esplicitamente a favore del sostegno a Germani. Tra gli 8 oltre a qualche giovane si esprimono a favore del cambio di cavallo in corsa anche Peppe Ricci, in passato coordinatore regionale di Sel e ora agricoltore, e Maria Rita Paggio, attualmente segretaria della Cgil di Orvieto (poiché li conosco bene entrambi mi permetto di consigliare loro, invece di occuparsi di politica, di occuparsi più intensamente l’uno di agricoltura e l’altra del sindacato perché ce n’è
assolutamente bisogno).
E – non sia mai – se Germani, o qualcuno per suo conto, avesse promesso ai rappresentanti di Sel, in caso di vittoria, un assessore comunale, li invito a riflettere – tanto loro sono abituati a riflettere molto – che il numero massimo degli assessori è passato da 6 a 4 e che a questo incarico già ci pensano almeno in 8. Inoltre i rappresentanti di Sel hanno riflettuto sufficientemente sul fatto che, se Sel si presentasse con una propria lista, con il proprio simbolo, poiché il numero dei consiglieri comunali è passato da 20 a 16, è più che probabile che la lista di Sel non otterrebbe nemmeno un
consigliere, dato che occorrerebbe almeno il 6-7% dei voti per ottenerne uno? E hanno riflettuto, i rappresentanti di Sel, sul fatto che, con questo loro comportamento ondivago sebbene molto riflessivo, avranno qualche difficoltà a accogliere le 200 firme necessarie alla presentazione della loro lista?
Forse quelli di Sel, sebbene riflettano tanto, non sono molto bravi in matematica.
Per la verità con un tale comportamento, ad Orvieto Sel accelererebbe un processo che prossimamente si dovrebbe verificare a livello nazionale e cioè lo scioglimento di questo partito in quanto già adesso, a livello regionale e a livello nazionale, si è spaccato a metà, tra favorevoli e contrari alla partecipazione alle elezioni europee alla lista per Tsipras, che difficilmente dovrebbe superare il 4%, limite minimo per avere degli eletti e che già ha notevoli problemi per raggiungere le 150.000 firme necessarie per la presentazione della lista, scioglimento che dovrebbe comportare il passaggio di una parte di Sel al Pd e dell’altra non so dove.
In conclusione, il 25 maggio prossimo, dovremmo scegliere come sindaco o Giuseppe Germani il quale, insieme a Stefano Cimicchi, è stato tra i principali responsabili dell’attuale dissesto delle casse comunali, dissesto soprattutto determinato dal notevole livello dell’indebitamento del Comune di Orvieto causato dall’eccessivo volume di lavori pubblici verificatosi negli ultimi anni della sindacatura di Cimicchi quando Germani era assessore comunale ai Lavori
Pubblici (l”indebitamento pro capite nel 2003 passò al livello record di 1.552,11 euro e nel 2004 – anno ancora influenzato dalle scelte compiute nel 2003 a un livello ancora maggiore, 1.641,45 euro, valori superiori a quelli registratisi in quegli anni nei Comuni umbri con più di 20.000 abitanti) oppure Toni Concina che ha evitato il dissesto, previsto dalla normativa vigente, solo con il cosiddetto pre-dissesto, perché così si potrà ripresentare alle prossime
elezioni, non preoccupandosi che i vincoli imposti alle attività comunali dal pre-dissesto sono ancora maggiori, e di più lunga durata, di quelli previsti in caso di dissesto dichiarato?
E quindi, come spesso dicono gli americani, da chi dovremmo fidarci di comprare un’auto usata, da Germani o da Concina, o da nessuno dei due, considerando la loro scarsa attenzione nella gestione delle risorse finanziarie comunali?
E’ possibile ancora a questo punto una candidatura a sindaco alternativa e credibile di una persona di cui gli orvietani potrebbero davvero fidarsi?
E io che avevo ideato la proposta di una lista civica di centrosinistra, sostenuto dalla cosiddetta sinistra dai capelli grigi o bianchi che dir si voglia, ho sbagliato, insieme ai miei amici di un tempo e di oggi, a fidarmi dei partiti che almeno all’inizio hanno sostenuto questa proposta?
Ho la netta sensazione, dal momento in cui ho deciso di proporre una lista civica e di non votare la lista del Pd, pur essedo iscritto a questo partito, di essere passato dalla padella alla brace.