Sindaci e rappresentanti dei comitati di cittadini interessati al progetto di
fusione di cinque Comuni dell’alto Orvietano sono stati ascoltati stamani
nell’audizione programmata dalla Prima commissione consiliare, presieduta da
Oliviero Dottorini, sul disegno di legge della Giunta che propone di poter
svolgere un referendum consultivo sul tema in ogni periodo dell’anno. I tre
sindaci intervenuti (Fabro, Ficulle e Montegabbione) sono favorevoli alla
fusione e all’immediata consultazione referendaria, ma c’è anche il no di
alcuni comitati. In merito al referendum, sottolineato il problema della
vicinanza con le elezioni amministrative.
(Acs) Perugia, 3 marzo 2014 – La Prima commissione consiliare, presieduta
da Oliviero Dottorini, ha ascoltato stamani in audizione i sindaci dei cinque
Comuni dell’alto Orvietano (Fabro, Ficulle, Parrano, Montegabbione e
Monteleone) interessati al progetto di fusione ed i rappresentanti dei
comitati di cittadini che si oppongono o sono favorevoli alla fusione stessa.
Oggetto dell’audizione il disegno di legge della Giunta che propone di
consentire un referendum sul tema “in ogni periodo dell’anno”, con una
modifica legislativa della legge regionale “14/2010” (Disciplina degli
istituti di partecipazione alle funzioni delle Istituzioni regionali –
Iniziativa legislativa e referendaria, diritto di petizione e
consultazione)”.
I tre sindaci intervenuti (Fabro, Ficulle e Montegabbione) si sono espressi
favorevolmente nei confronti della fusione e dell’immediatezza della
consultazione referendaria, rammentando le difficoltà sempre maggiori che le
piccole amministrazioni devono gestire, arrivando anche a prestarsi il
personale, esiguo, laddove vi sono comuni sprovvisti perfino di un ragioniere
per fare i conti. Ma fra i comitati che rappresentano i cittadini dell’alto
Orvietano vi sono anche pareri contrari alla fusione dei Comuni e viene
contestata la vicinanza del referendum con le elezioni amministrative.
INTERVENTI:
FABIO ROSCELLA (Comitato ‘no’ alla fusione): “No al referendum prima delle
elezioni amministrative perché l’esito referendario influenzerebbe in
maniera determinante questo appuntamento. I quesiti referendari devono essere
più chiari e privi di ogni ambiguità, e così come previsto non lo sono.
Rispetto alle fusioni, si rispettino le volontà della maggioranza dei
cittadini di ogni singolo comune”.
PAOLA LANZI (Comitato ‘cambiamenti’ Ficulle): “Continuiamo a chiedere alla
Regione di soprassedere all’iter per la fusione dei Comuni. La fretta sta
creando grandissima confusione nei cittadini. Manca chiarezza nella lettura
dei diversi risultati che potrebbero emergere dalla consultazione
referendaria”.
FRANCESCA BARBINI (Comitato ‘Cambiamenti’ Ficulle): “È innegabile il
dissenso presente nei territori nei confronti delle amministrazioni locali.
Il progetto di fusione è strumentale, senza un piano di fattibilità. Si dia
vita a forme associative di gestione di servizi, ma no ad una troppo
frettolosa fusione. Si tratta di una fusione a freddo che va fermata per
tutelare il territorio e soprattutto i diritti dei cittadini”.
ISABELLA MARCHINI (Comitato ‘no’ alla fusione): “Chiediamo che non vengano
modificati i criteri già previsti circa il raggiungimento del quorum. Serve
ed è importante programmare questo obiettivo di fusione, ma ad oggi manca un
progetto concreto e credibile”.
MATTEO RAGNACCI (Comitato ‘sì’ Officina comune): “Il nostro è un
territorio sottosviluppato che non riesce a dare risposte ai giovani, agli
anziani e ai disabili. Categorie svantaggiate che oggi non hanno alcuna
possibilità di avere servizi adeguati. Serve uno scatto culturale, un
trampolino di lancio che la Regione è chiamata a prevedere per questi
territori dove lo spopolamento è costante e preoccupante. Il referendum è
una opportunità per tutti”.
RENATO TESTA (Comitato ‘sì’ Officina comune): “La viabilità, le strade
nei nostri territori sono un vero e proprio disastro. Negli ultimi tre anni
si sono azzerate le risorse. La risposta non è rappresentata dalle
convenzioni, bisogna perseguire la fusione come obiettivo oggettivamente
ottimale”.
MARIA GRAZIA NERI (Comitato ‘sì’ Officina comune): “Dopo 25 anni di
chiacchiere, finalmente le amministrazioni comunali hanno dato il via al
processo di una fusione che non si può definire ‘a freddo’, perché saranno
comunque i cittadini a deciderne il risultato. E non bisogna avere paura
delle scelte dei cittadini. Il referendum si tenga quanto prima”.
SIMONE BARBANERA (Comitato ‘sì’ Officina comune): “Dobbiamo sentirci tutti
cittadini dell’Umbria. Oggi siamo rimasti l’unica Regione in cui diventa
quasi impossibile dare luogo a riforme di questo tipo. Quindi ben vengano le
modifiche legislative necessarie. I cittadini devono potersi liberamente
esprimere nei referendum. Tra noi servirebbe un confronto molto più
costruttivo”.
LUCIANO MARTELLONI (Comitato ‘sì’ Officina comune): “Da oltre dieci anni
si parla di Comune unico o comunque di unificazione dei servizi. Ma non si
sono fatti passi in avanti. La cosa importante è che tra tutti questi
territori c’è comunque, una buona integrazione sociale. Oggi c’è
l’opportunità che i cittadini si possano esprimere e questa è la maggiore
espressione della democrazia. Sarebbe importante poter effettuare il
referendum prima delle ‘amministrative’”.
ANNA MARIA BAMBINI (Comitato Sì Officina Comuni): “Credo nel progetto
della fusione ed il referendum rappresenta l’unico strumento democratico per
raggiungere lo scopo. La situazione nei nostri territori è allo sfascio, ci
si basa quasi esclusivamente sui redditi dei pensionati. Dobbiamo lasciare da
parte i tornaconti elettorali e dare voce ai cittadini”.
MICHELE GUATINI (Associazione Radicali Perugia.org): “Finalmente ci si è
accorti che la legge regionale attuale non rende possibile la celebrazione
dei referendum perché ogni anno si svolgono elezioni. La modifica apre
questa possibilità, ma si aggiunga al ‘consultivo’ la possibilità di poter
svolgere anche referendum abrogativi”.
LUCIANO GIACCHÈ (Officina Comune): “La modifica proposta dalla Regione è
una buona opportunità. Il cambiamento e le riforme non possono essere
fermate, ne va, in questo caso, la sopravvivenza dei piccoli territori come
quelli in questione. I cittadini devono essere protagonisti di un cambiamento
non più procrastinabile”.
ANDREA RICCI (Sindaco di Montegabbione): “La Commissione consenta il
referendum affinché i cittadini possano esprimersi. L’unione è un qualcosa
in più. I servizi non potranno che migliorare. Attualmente a Montegabbione
ci sono 4 dipendenti e 2 operai. E’ il sindaco stesso che firma gli atti
dell’anagrafe”.
GINO TERREZZA (sindaco di Ficulle): “Diamo ai cittadini la possibilità di
esprimersi attraverso il referendum. Teniamo conto che per i comuni ci sono
sempre meno risorse. Abbiamo dovuto ridurre i servizi per gli anziani, a
fronte di un notevole incremento della popolazione anziana. Dobbiamo cambiare
rotta al più presto”.
MAURIZIO TERZINO (sindaco di Fabro): “Dobbiamo fare il referendum al più
presto. Attualmente prestiamo personale a chi non ce l’ha. Per esempio il
Comune di Parrano non ha nemmeno la ragioniera, gli prestiamo la nostra. C’è
urgenza immediata di diventare più strutturati, di avere uffici tecnici che
diano risposte ai cittadini. Unendoci, diventeremmo da area più marginale
dell’Umbria a ente fra i primi venti per dimensioni”.
WALTER MORETTI (Comitato “No alla fusione”): “Chiediamo il rispetto
delle regole democratiche. Il periodo che va dal 15 aprile al 30 giugno è
quello indicato dalla legge 14 per i referendum abrogativi. I nuovi termini
che si stanno prendendo in considerazione, potrebbero andare bene solo per
referendum generici. Il ricorso alla procedura d’urgenza è illegittimo,
mancano i caratteri di astrattezza, generalità ed universalità. Rimarchiamo
il fatto che temi così delicati non possano essere trattati in fretta,
vicino alle consultazioni amministrative
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