ORVIETO – Dopo due anni di rinvii, entra in vigore la tassa di soggiorno. La data fissata è quella del 15 aprile, secondo quanto approvato ieri pomeriggio in consiglio comunale tra gli atti propedeutici al piano di rientro pluriennale discusso fino a tarda sera.
La discussione del punto all’ordine del giorno è stato anticipato dalla protesta delle associazioni di categoria che, compatte, si sono presentate in consiglio e sono state ricevute tra la prima e la seconda convocazione, con conseguente slittamento della ripresa.
“Ci sentiamo presi in giro. L’assessessore ci ha incontrato venerdì scorso senza dirci che la Giunta aveva già deliberato in proposito il 14 febbraio” tuona Riccardo Cristofari del settore Turismo di Confindustria. “L’occupazione delle stanze è al 27%. Il comparto anche quest’anno è in calo del 3%. Una tassa in più ci costringe a chiudere gli alberghi e mandare a casa il personale. Per giunta – continua Cristofari – per l’ennesima volta sono stati favoriti i bed and breakfast che “pagano” 2 euro e 20 contro gli alberghi tre stelle che “pagano” 2,30”.
L’applicazione dell’imposta prevede per il turista una cifra a notte che segue criteri di gradualità in proporzione alle stelle. Il regolamento stabilisce fino ad un massimo di 5 euro a notte, ma la tariffa massima applicata è di 2,50. Negli alberghi ad una stella (non ci sono sul territorio comunale) non si paga nulla. Nei due stelle, due euro. Tre stelle, 2 euro e 30, quattro stelle 2 euro e 50. In Country house, case e appartamenti vacanza, case religiose, rifugi escursionistica la tariffa è di 2 euro e 20 esattamente come negli affittacamere e bed and breakfast e agriturismo.
Ma l’atto non deve essere sembrato un blitz (benché – va precisato – in discussione da due anni) ai soli albergatori. Non sono mancate infatti contrarietà a all’interno della maggioranza stessa che è stata costretta ad una ulteriore sospensione del consiglio comunale al termine della quale Angelo Ranchino (Ol) ha presentato una risoluzione che impegna la giunta a trovare soluzioni più confacenti alle richieste degli operatori.
Di fatto però l’atto non poteva saltare, perché con esso e con i 400mila euro che contiene come flussi in entrata sarebbe saltato anche il piano di riquilbrio pluriennale che l’amministrazione comunale doveva tassativamente approvare entro oggi. (S.T.)