ORVIETO – In un clima di forte condivisione e partecipazione, il Pd di Orvieto ha chiuso ieri le due giornate di seminario programmatico in vista delle amministrative 2014. Quattro gruppi di lavoro hanno iniziato a gettare le basi del programma che ieri ha ricevuto il contributo anche di partiti e associazioni esterne.
Hanno risposto all’appello del Pd i partiti del centro sinistra (Socialisti, Sel, Rifondazione) ma anche l’associazione di Massimo Gnagnarini “Unire i puntini”oltre che rappresentanti di associazioni, categorie, cooperative e qualche imprenditore.
Fin qui grande soddisfazione, dunque. Anche se sul fronte della selezione della candidatura, va avanti il braccio di ferro tra la segreteria e quanti invecesono convinti di dover passare per la consultazione delle primarie. Soprattutto adesso che ci sono già sul campo ormai due se non tre candidature: in ordine di tempo, quella del capogruppo consiliare Giuseppe Germani, del coordinatore dei renziani, Roberto Nativi e dell’altrettanto renziano, Giorgio Cesari.
Scopetti ribadisce la propria linea: prima il programma, poi la ricerca di un eventuale candidato unico quindi in caso di insuccesso le primarie. E visto che fin qui il percorso impostato ha dato i suoi frutti, il segretario ribadisce il proprio ottimismo circa la possibilità di individuare la famigerata candidatura di alto profilo e condivisa. Che Scopetti nasconda un coniglio nel cilindro? Non resterà molto per scoprirlo.
C’è chi dice che si saprà ben presto, addirittura lunedì, in ogni caso è un’incognita che si svelerà al massimo entro il primo febbraio perché poi scatterà la raccolta firme per le primarie e dopo non si potrà più tornare indietro. Settimana decisiva, dunque, la prossima.
Segue la relazione finale di Andrea Scopetti. Sabato 18 gennaio.
Quella che stiamo vivendo oggi non è una giornata come le altre, non è il preludio ad una battaglia, non la sintesi del lavoro di un partito ma l’avvio di un lavoro a cui chiamiamo a raccolta la città, la giornata di oggi simboleggia al tempo stesso una fine ed un inizio, oggi prende avvio un progetto di città per il quale VALE la pena impegnarsi. Una visione di città che significa rinnovamento e cambiamento.
Oggi Orvieto è molto diversa. Una città che vive una crisi economica e di lavoro pesantissima; una Città che non riesce più a definire la sua identità; una Città dove la qualità di vita è messa fortemente a rischio, dove aumenta il disagio sociale e dove quella rete e quel tessuto su cui abbiamo vissuto e siamo cresciuti si va via via disgregando; una Città sempre più sporca e sempre meno accogliente.
Noi siamo la generazione in cui per la prima volta un genitore non può permettersi aspettative ambiziose per il proprio figlio. Fino a poco tempo fa un impiegato, un artigiano, un contadino lavorava più di quanto poteva per poter garantire al proprio figlio un futuro diverso e migliore dal suo, aspirava che il proprio figlio studiasse all’università, si laureasse e si conquistasse una professione in grado di garantirgli una qualità di vita migliore della sua. Oggi non è più cosi, oggi un genitore si deve augurare che il proprio figlio riesca, almeno, a trovare un lavoro e che possa diventare indipendente prima di aver compiuto 35 anni.
Noi siamo gli eredi della nostra storia. Insieme alla responsabilità degli errori commessi ci assumiamo, anche, la responsabilità di non permettere la lenta distruzione di quanto di buono ci è stato consegnato. Parlando spesso con ragazzi e soprattutto giovani studenti, usciti dal mondo dell’università e dello studio che, trovando enormi difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, decidono di sfidare il proprio futuro prendendo un aereo e andando a cercare, in qualsiasi parte del mondo un’esperienza migliore di quella che possiamo offrire noi, mi sono reso conto che il mio commento finale è “questa è la scelta giusta, sono felice della tua scelta, se avessi dieci anni in meno ti seguirei….”
Questo è il fallimento di un Paese, di un sistema, di un territorio, non perché non sia importante o fondamentale poter fare esperienze a contatto con altre culture altre persone altri sistemi, ma perché insieme a quell’aereo se ne vanno idee, valori, progetti, risorse che il nostro Paese non è in grado, non vuole e non può valorizzare.
Ecco da qui nasce il nostro progetto di Città,la nostra Visione di Territorio, una sfida che punta a poter rispondere, tra qualche tempo, a quel ragazzo: “ vai, ma torna presto perché è qui che puoi realizzare le tue ambizioni, è qui che puoi costruire la tua vita e il tuo futuro”….
Per questa risposta Vale la pena, oggi, scommettere, impegnarsi e mettersi al servizio.
Ogni Orvietano, che ci veda di buon occhio o no, che ci dia fiducia o che ancora ce la neghi, sappia che questa generazione è disposta a pagare qualsiasi prezzo, a sopportare qualunque peso, ad affrontare ogni difficoltà, pur di costruire un futuro alla nostra città e al nostro territorio.
Nei confronti di chi ha condiviso insieme a noi vittorie e sconfitte, azioni lungimiranti ed errori, con i quali condividiamo origini culturali, preoccupazioni e speranze, ci impegniamo ad essere leali e di rispettare le differenti sensibilità. Uniti, in un clima di cooperazione verso obbiettivi comuni, sono poche le cose che non possiamo realizzare. Divisi, sono poche le cose che possiamo realizzare, perché non avremo la forza e la credibilità per lanciare la sfida e crolleremo rovinosamente in pezzi come già ci è accaduto in passato
A chi vuole condividere con noi, per la prima volta, questa esperienza, diamo il benvenuto e diamo la nostra parola che il nostro interesse non è rimpiazzare un Sindaco con un altro Sindaco, un Governo con un altro. Noi abbiamo ben in mente i problemi che vivono oggi molti orvietani e per provare a risolverli, oggi, noi ci mettiamo a disposizione non per chiedere il loro voto, ma perché lo riteniamo un dovere della politica e di un partito. “Una società libera che non è in grado di aiutare i molti che sono poveri non riuscirà mai a salvare i pochi che sono ricchi”. Diceva Qualcuno
Ai nostri avversari offriamo non un impegno ma una richiesta: prima che ogni treno si perda e che la delegittimazione reciproca concluda la sua azione, noi chiediamo che il confronto sia basato solo sul futuro e non sul passato. Non possiamo permetterci di accontentarci della situazione attuale, vogliamo essere contendenti e competere per modificare questo equilibrio al ribasso.
Noi mettiamo in campo la nostra visione, il nostro “Progetto di Città”:
Per noi il LAVORO è la necessità primaria della nostra collettività. Negli ultimi 5 anni nel Comprensorio hanno chiuso decine di imprese e sono stati persi migliaia di posti di lavoro.
Ne il Partito, ne il Comune sono degli imprenditori che danno posti di lavoro, ma la loro funzione è quella di creare le condizioni affinché si possano svilupparsi le attività che danno lavoro.
Il lavoro è l’obiettivo dell’azione politica ma è anche, in parte, la soluzione dei problemi di bilancio. È l’unico sistema per aumentare il gettito fiscale dei contribuenti, aumentando l’imponibile senza aumentare le aliquote.
Turismo, Agricoltura, Ambiente, Cultura e Artigianato rimangono gli strumenti fondamentali per riavviare lo sviluppo economico attraverso un “processo di industrializzazione”. L’industria del territorio passa attraverso i beni di cui esso dispone. Vanno concepiti però come asset a cui applicare processi di utilizzazione su base industriale.
È raro che le città d’arte siano anche città congressuali. Ancora più raro è che città d’arte e congressuali abbiano una moderna ed efficiente rete di infrastrutture. Orvieto dispone di tutti e tre questi elementi. Quasi un unicum in Italia.
Noi abbiamo il coraggio di pensare la cultura come orizzonte di sviluppo: cultura e sviluppo come due pilastri su cui può essere edificato il progresso della Città.
Così come l’artigianato rappresenta un patrimonio di conoscenza che necessita però di essere messo a sistema e di raggiungere più ampi mercati di sbocco, così l’Agricoltura ha bisogno di nuovo sostegno e valorizzazione e di una programmazione che permetta crescita e produzione d’eccellenza. Questa si raggiunge con la qualità del prodotto, la collaborazione e cooperazione tra i produttori, la forte integrazione con il territorio. Al tempo stesso è necessario affrontare i temi dell’agricoltura in un’ottica complessiva che riguardi la tutela e la valorizzazione del paesaggio, la gestione delle risorse idriche nonché la sapiente utilizzazione del demanio pubblico.
Questi sono gli elementi di cui disponiamo e da questi elementi dobbiamo ripartire. L’innovazione tecnologica va ad essi applicata.
Orvieto 2.0 sarà la grande sfida per i prossimi 5 anni. Non uno slogan ma un contenitore, il cui contenuto sarà il risultato dell’impegno delle migliori forze della Città. Sarà il contenitore nel quale la capacità innovativa dei più giovani e l’esperienza dei più anziani troveranno ampio spazio.
Questa è la nostra visione per poter produrre LAVORO quale è la tua Tony Concina?
Per Noi avviare un processo di INTERNAZIONALIZZAZIONE è fondamentale per attrarre investimenti, ampliare il mercato di sbocco della produzione interna, favorire il maggior afflusso turistico e intercettare opportunità.
I rapporti con le rappresentanze diplomatiche e consolari e le relazioni internazionali, in un sistema che oggi è altamente concorrenziale anche tra enti territoriali, sono elemento discriminante tra un politica di piccolo cabotaggio ed una di ampio respiro.
Per opportunità si intende la possibilità di attrarre interesse anche verso i beni della Città che sono improduttivi, come la ex Caserma Piave e l’ex Ospedale. Su un più ampio mercato si hanno maggiori probabilità di trasformare beni che sembrano ormai essere un peso più che un’opportunità.
Gli eventi a carattere internazionale, che vedono protagonisti altri Paesi e altre culture, rappresentano un volano di sviluppo non solo intellettuale ma anche economico. La Città è di per sé un eccellente vetrina, ma deve mettere in mostra cose che possano avvicinare un pubblico cosmopolita e attrarre un interesse quanto più vasto possibile.
Questo processo oggi è più facile realizzarlo perché gli strumenti informatici e mediatici sono più facilmente accessibili ed è maggiormente premiante perché le nuove tecnologie rappresentano una cassa di risonanza enorme.
Il Progetto aree interne ha l’obiettivo di far si che il nostro territorio diventi avvicinabile da un pubblico molto più ampio, innescando una nuova crescita, basata su settori diversi da quelli del passato, e sostenendo la competitività attraverso i punti di forza già esistenti, con l’obiettivo di creare occupazione duratura.
Questa è una delle nostre ricette per lo sviluppo quale è la tua Tony Concina?
Per Noi la MOBILITA’ sostenibile determina la qualità di una Città e di un territorio.
In questi anni abbiamo assistito ad una progressiva valorizzazione della redditività causata dal “Caos Organizzato” e pianificato dall’attuale maggioranza.
È arrivato il momento di rivedere completamente la viabilità del centro storico: pianificando un nuovo regime di ZTL e ampliando le Zone 30 a tutto il centro storico e nelle zone a maggiore densità abitativa delle nostre frazioni.
È tempo di rivedere l’organizzazione dei trasporti urbani ed extra urbani.
È tempo di valorizzare ciò che abbiamo: l’Umbria ha la sua porta di accesso all’Alta Velocità, si chiama “Orvieto”. Noi possiamo garantire l’alta velocità per le aree Orvietano, Trasimeno e Perugino ed insieme garantire condizioni di vita e di trasporti migliori per i nostri pendolari.
Questi sono i nostri obiettivi, quali sono i tuoi Tony Concina?
Per Noi le POLITICHE SOCIALI fanno la differenza tra una collettività consapevole e coesa su una base comune di identità.
Le politiche sociali devono essere indirizzate a creare la cultura della convivenza (vedi il problema della movida in centro storico), della salute (vedi prevenzione, alimentazione e diverse forme di dipendenza: alcool, fumo, droga, gioco d’azzardo), dell’ambiente (vedi raccolta differenziata).
Il volontariato e le numerose realtà associative della Città, nonostante l’avversità dell’attuale Amministrazione, hanno dimostrato di avere grande vitalità, in controtendenza rispetto ad un processo di atomizzazione della società, che è sempre più rinserrata nell’individualismo e nel raggiungimento della soddisfazione personale.
Alcune di queste realtà si sono ben organizzate e hanno raggiunto elevati livelli di operatività, con progetti qualificanti per sé stessi e per la Città tutta. Senza nulla togliere al valore umano e sociale di tutte le associazioni, nessuna esclusa, basterebbe citare il modello Cittàcardioprotetta, un progetto eccellente realizzato interamente con risorse private.
Perché queste realtà abbiano un ruolo non marginale si dovranno attivare organismi di partecipazione, una sorta di consulte permanenti o di agenzie che possano essere players nelle scelte di indirizzo.
La partecipazione alla vita della Città non può rimanere un’enunciazione di principio prevista nello statuto, né può continuare ad essere solo su base territoriale, come una sorta di piccoli municipi che peraltro non hanno mai funzionato, ma deve essere organizzata per materia di interesse: questa soluzione si rivela maggiormente aggregante e di più forte motivazione per la collettività.
Questa è la nostra idea di Città Unita quale la tua Tony Concina?
Per Noi va avviata un’azione di GOVERNANCE affinché siano convogliati verso un’unica direzione energie e beni, che pur a vario titolo, appartengono comunque alla collettività. Le amministrazioni che si sono succedute negli anni hanno governato ma non hanno svolto un’azione di governance, vale a dire non hanno adottato un metodo di governo aperto ad un numero e ad una tipologia di attori molto più estesi di quelli della sola democrazia rappresentativa. Così facendo forze importanti della Città, proprio per non essersi mai sedute attorno ad un unico tavolo, hanno svolto la propria attività ciascuno nella direzione che riteneva la più opportuna e nel migliore dei casi hanno finito per sovrapporre i propri effetti. Opera del Duomo, Fondazione CRO, banche, Associazioni culturali, imprenditoriali e di categoria: ciascun ha fatto finora la sua politica.
La felice ubicazione al centro dell’Italia, le linee di collegamento ferroviario e stradale più importanti del Paese, le strutture della mobilità alternativa, il centro storico; e poi il Duomo, il Pozzo di San Patrizio il Teatro, il Palazzo dei Congressi, i Musei, i numerosi spazi per la vita sociale e culturale; ancora, la Fondazione di origine bancaria, la fondazione Opera del Duomo con un suo proprio patrimonio; la vivacità delle associazioni sportive, culturali, politiche, la diffusa cultura dell’accoglienza e dell’accettazione della diversità; l’assenza di microcriminalità. Sono tutti elementi qualificanti della Città e rappresentano ingredienti che utilizzati da mani sapienti possono produrre grandi risultati, in termini di qualità della vita e di sviluppo economico.
Rispettando l’identità, la cultura e la tradizione di ciascun soggetto, è necessario avviare una politica culturale e di sviluppo economico che sia univoca: in un clima di difficoltà economica quale quello che stiamo vivendo non possiamo più permetterci di perdere risorse o di non sfruttare le potenzialità esistenti.
Tra gli asset un capitolo a parte lo merita l’Ospedale, presidio di assistenza, garanzia di servizio, centro di prevenzione. La sanità orvietana deve fare sicuramente di meglio, ma la sua sola esistenza è già valore aggiunto sul territorio. Con i suoi 400 dipendenti è anche una grande azienda che genera un forte indotto economico. Non sono molte le città in Italia con meno di 20.000 abitanti ad avere un ospedale delle dimensioni del nostro nosocomio cittadino, che dispone di oltre 150 posti letto ed è tra l’altro presidio di emergenza-urgenza. Anche in questo Orvieto rappresenta un punto di eccellenza.
Queste sono soltanto le basi del nostro “Progetto di Città” caro Tony Concina a quale conoscenza personale hai affidato la costruzione del tuo “progetto di Città”?
Ci impegniamo a fare tutto questo e molto di più.
Tutto ciò non potrà essere portato a termine nei primi cento giorni, né nei primi mille, né, probabilmente, nel corso della prossima amministrazione. Tuttavia, mettiamoci all’opera per sperare che le nuove generazioni possano ambire ad un futuro diverso e migliore di quello attuale.
Molto, troppo, spesso alle parole non sono seguite azioni coerenti. Il tentativo su cui ci siamo impegnati in questi mesi è stato quello di costruire e far rinascere una SPERANZA. Nell’ultimo congresso il PD si è impegnato a sostenere questo sforzo e a mettersi a disposizione con il suo impegno e il suo capitale umano per far si che questa speranza non venga delusa. Oggi rinnoviamo l’impegno a impedire che, nei prossimi giorni, il PD divenga unicamente una tribuna per aspre polemiche, il luogo dell’autolesionismo e il responsabile del tradimento della SPERANZA. Su questo ci giochiamo la nostra credibilità e il nostro futuro.
Nelle nostre mani, nelle mani del PD, del centrosinistra e dei cittadini che hanno a cuore il posto in cui vivono , sarà posto il successo finale o il fallimento della nostra opera.
Non siamo soli, sappiamo che se faremo quello che dobbiamo fare in tanti ci seguiranno, se saremo coerenti con i nostri valori con le nostre idee con quello che promettiamo torneremo ad essere la forza che rappresenta una città ed un territorio indipendentemente dagli schieramenti e dai colori politici.
Torneremo ad essere la guida che porterà Orvieto fuori dalla crisi, ricollocandola dove le spetta.
E’ ora Il momento di dare tutto noi stessi, di metterci al servizio di un obiettivo, di un’idea, di un futuro. I grandi momenti derivano da grandi opportunità, questo è quello che avremo tra qualche giorno, una opportunità. Questo è il nostro momento.
Possiamo essere noi la generazione che darà ad Orvieto e al suo territorio un progetto per il futuro; nella lunga storia politica che ha caratterizzato questo partito e questa città, solo a poche generazioni è stato affidato il ruolo di inventarsi modelli di sviluppo e progetti per ridare SPERANZA. Non mi sottraggo e non sfuggiamo da questa responsabilità. Non credo che qualcuno di noi cambierebbe il suo posto con un’altra generazione che magari si è trovata soltanto a gestire o amministrare. La passione, la competenza, l’energia, l’innovazione e lo spirito di servizio che porteremo in questo sforzo e in questa missione VALE la scommessa, VALE il tempo che ne dedichiamo , VALE il futuro di Orvieto.
Cari Democratici e Democratiche, Cari Orvietani nulla può sintetizzare al meglio questo momento con le parole che prendo in prestito:
non chiedete cosa il vostro Partito può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro Partito.
Non chiedete cosa Orvieto può fare per voi, ma cosa possiamo fare, insieme, per Orvieto.