ORVIETO – Il palazzetto dello sport, la piscina all’aperto, ma anche nuove abitazioni, un centro commerciale, nuove strade e piazze e l’interramento dei cavi dell’alta tensione. Il popoloso quartiere de La Svolta cambia completamente aspetto. Anche se per il momento solo sulla carta. Che si tratti di una trovata elettorale come sostiene l’opposizione o di una svolta (sostantivo decisamente appropriato) nelle politiche urbanistiche, come afferma la maggioranza, di fatto la variante parziale al Prg approvata lunedì sera in consiglio comunale è un intervento radicale per l’abitato ai piedi della Rupe nato spontaneamente una ventina d’anni fa, arrivato oggi ad un migliaio di residenti e mai valorizzato.
Di seguito il resoconto della discussione della pratica in consiglio comunale
Il consiglio comunale ha adottato (10 favorevoli: Concina, Frizza, Cencioni, Fontanieri, Melone, Olimpieri, Leoni, Sborra, Meffi, Gialletti; 6 contrari: Germani, Moscetti, Bugnini, Mortini, Ricci, Stopponi) ai sensi della L.R. 11/05, la variante parziale al PRG (parte strutturale e parte operativa), per la “Valorizzazione e riqualificazione dell’abitato della Svolta”, elaborata e proposta dall’Ufficio PRG comunale.
Nella variante sono previste: aree per attrezzature di interesse comune (piazze); aree per attrezzature sportive (il Palazzetto dello Sport); aree per percorsi pedonali; aree per parcheggi; aree per residenze earee per attività commerciali, direzionali e artigianali, l’interramento dei cavi alta tensione (proprietà Ferrovie dello Stato).
Come è noto, le varianti al PRG del 2012 e del 2013 relative: la prima alla modifica di alcune zone urbanistiche per renderle coerenti alla nuova perimetrazione delle aree boscate e la seconda per l’introduzione dell’area per la realizzazione del depuratore di Prodo hanno di fatto stralciato alcune aree a diversa destinazione urbanistica, già contenute nel vigente PRG. Inoltre, entrambe le varianti prevedevano che, con una successiva variante allo strumento urbanistico, se necessarie, sarebbero state recuperate e reindividuate le superfici stralciate.
Nel dicembre scorso, infatti, l’Amministrazione Comunale ha presentato ai cittadini del quartiere “La Svolta” il progetto in variante al PRG, per la riqualificazione e valorizzazione dell’abitato, nato in maniera episodica e caotica, lungo S.S. n. 71 Umbro Casentinese. Con questo progetto, l’Amministrazione Comunale intende recuperare e reindividuare parte delle superfici precedentemente stralciate, introdurre nel vigente PRG, nuove previsioni necessarie per costruire una nuova immagine urbana, realizzare un sistema di spazi pubblici, in grado di riqualificare l’intera area.
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Prima di affidare all’Arch. Rocco Olivadese l’illustrazione tecnica della variante, il Sindaco Antonio Concina ha dichiarato: “sul punto chiedo al presidente di poter far intervenire l’Architetto Olivadese per i dettagli tecnici come già fatto in sede di commissione lo scorso giovedì, ma con il suo permesso io vorrei fare prima alcune brevi considerazioni di carattere strategico.
Considerazioni che abbiamo prima dibattuto al nostro interno, anche con l’intervento (ovviamente gratuito) di urbanisti di chiara fama, e successivamente partecipato ai cittadini. Giustamente ci sono stati raccomandati recentemente in questo delicato settore trasparenza e rigore e a questo proposito mi permetto di leggere il testo integrale della risposta dell’Amministrazione alle premurose raccomandazioni. Dico ‘integrale’ perchè purtroppo è sfuggita all’attenzione della redazione del giornale al quale la risposta era stata inviata una parentesi che ritenevo e ritengo importante proprio per le considerazioni di trasparenza e rigore che conteneva: ‘Vorrei confermare a tutti i cittadini orvietani (soprattutto a quelli che non vengono costantemente informati chissà come delle attività interne all’Amministrazione e che non vengono stranamente in possesso di copie di documenti di lavoro interni) che la trasparenza e l’imparzialità sono state e sono la costante di tutte le attività dell’Amministrazione, particolarmente nei settori delicati dell’Urbanistica e particolarmente in questo più recente periodo di ritrovato rigore e serietà professionale. Iniziative e decisioni sensibili sono sempre state e continueranno ad essere a disposizione della cittadinanza. Tuttavia va precisato che trasparenza è un concetto ‘normativo’ dai contenuti stabiliti dalla legge’”.
“Chiusa questa parentesi – ha proseguito – vorrei adesso sottolineare come il percorso di questa variante in adozione rappresenti una svolta (mai sostantivo fu più appropriato) nelle consolidate prassi seguite nel tempo. Gli obiettivi chiave sono stati: riqualificare e valorizzare. Assegnare cioè un nuovo ruolo a quelle parti di città caratterizzate dall’assenza di servizi, dalla scarsità di dotazioni infrastrutturali, in sintesi caratterizzate dalla mancanza di quella che viene definita ‘qualità urbana ed ambientale’. E voglio inoltre sottolineare l’inversione nella valutazione degli interessi: non è più il privato imprenditore che detta le linee guida dell’intervento all’amministrazione ma è esattamente il contrario”.
“L’Amministrazione – ha aggiunto – individua una strategia di razionalizzazione e di completamento di una zona monca sotto gli aspetti della vivibilità per i cittadini e anche con lo strumento della perequazione indica ai proprietari delle aree destinazioni e percorsi.
Perequazione regolamentata lo scorso giugno dalla Regione per garantire, tra l’altro, la partecipazione della proprietà valorizzata dalle previsioni urbanistiche all’assunzione degli oneri necessari per assicurare le dotazioni territoriali e funzionali destinate al miglioramento di quello che abbiamo definito ‘qualità urbana e ambientale’. E dunque una prima sperimentazione, un primo piccolo tentativo di urbanistica perequata. Come ho accennato prima, sotto la regia pubblica vogliamo realizzare un pezzo di città in cui i privati vengono attivamente coinvolti”.
“Sotto la regia pubblica – ha concluso – e possibilmente con una governance, un controllo forte e capace di governare i processi, affrontando e risolvendo i problemi. Non un percorso connotato da stantie matrici politiche ma piuttosto un percorso virtuoso dettato da connotazioni più alte e partecipate. L’Architetto Olivadese come ho già detto scenderà nei dettagli tecnici del lavoro svolto. Mi sia consentito qui ringraziare lui e i suoi collaboratori per il livello non solo professionale ma anche accademico dello scenario complessivo tracciato. Metto da parte per un attimo tutti i peccati dell’architetto che continua a pensare in giallorosso e davvero mi complimento per l’impegno e la qualità del risultato”.
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L’Arch. Rocco Olivadese ha ricordato che l’abitato della Svolta è posto nella valle del Paglia e che già nel Catasto Gregoriano del 1865 vi erano già presenti tre strutture: Fabbrica, Torraccia e Picciarello. “Nel 1939 scompare il casolare in località Picciarello e compare il podere ‘La Svolta’ che poi da la denominazione all’intera area. L’orto foto del 1954 evidenzia come l’area tra il ‘39 e il ‘54, non subisce alcuna trasformazione edilizia, infatti, emergono alcuni elementi che caratterizzano il paesaggio: l’aspetto brullo del fiume Paglia, lungo le sponde non vi è alcun tipo di alberatura, la trama minuta della tessitura dei campi e gli alberi che fiancheggiano la S.S. n. 71.
Con decreto interministeriale 391/1954 il Comune di Orvieto veniva incluso nell’elenco dei Comuni che ai sensi della legge 1150/42 erano obbligati a dotarsi di un piano regolatore generale, per la predisposizione del quale, nel 1956, venne incaricato il Prof. Renato Bonelli orvietano. Il suo piano venne adottato nell’agosto 1958. Nel PRG del professore l’area della Svolta non era interessata da alcun tipo di previsione. Il piano venne definitivamente approvato a marzo del 1963 e contemporaneamente con un’ulteriore delibera, al prof. Luigi Piccinato venne affidato l’incarico di predisporre una variante al PRG poco prima adottato.
Dal confronto tra l’orto foto del 1954 e quella del 1965 risalta immediatamente come l’area è interessata da una dinamica insediativa. Vengono cioè costruiti degli edifici differenti per forma, tipologia edilizia e fuori da qualsiasi disegno urbanistico o rapporto paesaggistico con il contesto.
E’ utile ricordare che, prima della emanazione della cosiddetta legge ‘ponte’ 765/67, nelle zone agricole non c’era bisogno di alcun titolo abilitativo, e nel PRG del prof. Bonelli l’area era classificata zona agricola.
Il prof. Piccinato, nel PRG adottato a maggio del 1966 e definitivamente approvato a dicembre del 1971, utilizza il modello già sperimentato a Bergamo e Matera. Prevede cioè, la costruzione, al di là della ferrovia, dell’autostrada e del fiume Paglia, in una vasta area pianeggiante, ricompresa tra due strade esistenti di una città nuova per 8.000 abitanti (Ciconia). Prevede al di là del Chiani una vasta area a verde pubblico e inserisce, a chiudere, una strada che oltrepassa il Paglia e collega il nuovo quartiere con la strada del Piano.
Tra il PRG del prof. Piccinato e il successivo, quello del prof. Benevolo, l’area è interessata da una qualche variante. Dall’orto foto del 1977, il verde pubblico e la variante previste nel PRG Piccinato, hanno lasciato il posto ad una lottizzazione, e appaiono i segni dei lavori per la realizzazione delle opere di urbanizzazione, interviene inoltre una variante autorizzata probabilmente dal Ministero LL.PP.
Dal piano Benevolo adottato nel 1977 e definitivamente approvato nel gennaio 1979, sono evidenti per l’area le due lottizzazione: Bottai e Pisciarello, oltre che lo Stadio e alcune zone B.
La zona della Svolta, però resta senza la previsione di un disegno unitario tale da garantire al costruito e al suo ambiente il ruolo originario di risorsa per l’economia locale, da cui emerga l’identità urbana, condizione necessaria per una migliorarne la qualità di vita.
Con il piano Rossi Doria, nel 2000 il PRG è oggetto di una notevole quantità di nuove aree destinate sopratutto a zona B di completamento. L’abitato della Svolta, probabilmente oggi come ieri, è ancora un pezzo di città che dà evidenti segnali di sofferenza: degrado fisico e ambientale di alcune sue parti e scarso e/o inadeguato arredo urbano; degrado edilizio (facciate di alcuni edifici); scarsa presenza di attività qualificanti (commerciali, direzionali, culturali, ecc.).
La sua valorizzazione è certamente qualità degli spazi urbani, dei manufatti architettonici e delle aree verdi, ma è anche sicuramente un buon tessuto sociale. Ecco perché la valorizzazione e la promozione di attività, culturali, sportive ma anche commerciali e direzionali, sono alcune delle componenti chiave per migliorare la qualità di vita dei cittadini e motore di sviluppo economico con ricadute positive sulla occupazione. C’è quindi senz’altro bisogno, di un grande intervento progettuale che sia capace di suscitare fiducia e speranza, che sappia superare storiche criticità di Orvieto e costruire le condizioni per una nuova crescita sostenibile e un maggiore benessere sociale. Il progetto di variante odierno, è forse per la prima volta un progetto che recepisce i desiderata dei cittadini dove lo spazio pubblico permette l’inserimento al posto giusto.di tutte le altre parti esistenti. Un progetto che valorizza le presenze identitarie dei casolari esistenti in accordo con le proprietà”.
“Per la realizzazione degli spazi pubblici – ha concluso – abbiamo studiano una forma in base alla quale, parte delle aree saranno cedute gratuitamente al Comune dai proprietari che contemporaneamente, con l’attuale variante hanno visto destinate parti delle loro proprietà a zone di tipo residenziale (B o C), o di tipo produttivo (D). La cessione verrà formalizzata prima della definiva approvazione della variante”.
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Sintesi del dibattito:
Evasio Gialletti (PSI): “una ricostruzione storica interessante che io conosco dagli anni ’50, quando il vecchio nucleo di Ciconia nel 1959 era composto da tre unità abitative. Non solo una ricostruzione storica del quartiere a livello urbanistico ma anche sociale rispetto a come è nata Ciconia. Sicuramente questo quartiere è nato spontaneamente. I primi paletti sono stati messi nel 2000; per la verità l’Amministrazione Comunale degli anni 85/90 fece marcia indietro rispetto al 50% delle previsioni del piano dell’epoca ma i lottizzanti fecero ricorso al Tar vincendo la causa, quindi si dovette dar luogo alle lottizzazioni. Oggi c’è bisogno di dare un nuovo assetto con un intervento che ritengo positivo che, almeno nelle previsioni visto che la loro realizzazione è forse una utopia, individua l’interramento dei cavi e la piscina scoperta. In fase di osservazioni raccomando di fare qualcosa di più per mettere ancora più in sicurezza il quartiere. Anche sui parcheggi occorre prevedere chiaramente quelli destinati alla zona commerciale e quelli del palazzetto, utilizzando anche quelli dello Stadio che si trovano di fronte. L’intervento è positivo. Si prevedono impianti sportivi, un piccolo centro commerciale. Raccomando attenzione sulle abitazioni private su cui, giustamente, non ci sono grandi insediamenti che non servono proprio, servono semmai piccole soluzioni”.
Stefano Olimpieri (PdL): “ringrazio l’Arch. Olivadese per l’illustrazione chiara e il Sindaco/Assessore all’Urbanistica perché con questo provvedimento si inverte una cultura perversa, simile peraltro a varie realtà, dove per molti anni i privati dettavano la linea alla Pubblica Amministrazione. E’ questo un elemento estremamente positivo: l’ente pubblico diventa ‘dominus’ delle previsioni urbanistiche. L’altro elemento importante è che la zona della Svolta, oggi abitata da un migliaio di persone e ancora priva di spazi comunitari, recupera elementi sostanziali finalizzati a riqualificare il quartiere. Non ho problemi definire quella di oggi come una data storica. La valorizzazione del quartiere della Svolta anche nell’ottica del potenziamento dell’impiantistica sportiva era già nel programma del Sindaco Cimicchi del primo quinquennio 1994/99 laddove sosteneva l’esigenza di realizzare un nuovo Palazzetto dello Sport e la Piscina scoperta, anche il Sindaco Mocio parlò più avanti di impianti polivalenti per il basket, la pallavolo, ecc. Eravamo tutti d’accordo, però fino ad oggi non c’è mai stato un atto ufficiale che andasse in questa direzione. Ringrazio quindi il Sindaco Concina perché ha messo in campo questo ribaltamento di vedute. Si va a mettere a sistema un quartiere nato male e cresciuto peggio, speriamo che in tempi medi questo progetto possa vedere la luce. Il provvedimento che approviamo ha un altissimo valore”.
Maria Cecilia Stopponi (PRC): “l’argomento effettivamente rappresenta un fatto storico ma, dal mio punto di vista, per ragioni diverse da quelle che sono state appena espresse. Mi ha colpito la sostanza di questo atto. Ci viene presentata la nuova raffigurazione di un quartiere di Orvieto che è un unicum ma che presenta tutta una serie di criticità varie volte messe in evidenza. Mettere mano all’assetto di un quartiere del territorio, per me avrebbe dovuto essere una occasione di rivisitazione dell’intero assetto del territorio comunale, non solo della Svolta. Ad esempio non ho sentito dire nulla sui sistemi di mobilità e di collegamento fra il quartiere e gli altri quartieri, sia sopra che sotto le mura. Come pensiamo, infatti, di sviluppare un’area senza dire come connetterla con il territorio? L’individuazione di un nuovo centro commerciale benché piccolo, in un territorio che ne ha già a sufficienza è una bella responsabilità. Parlare di questo e di centri direzionali poco lontani da altri che già sono in sofferenza è ardito. Il Palazzetto dello Sport e la piscina scoperta è vero sono stati già evidenziati da altre amministrazioni, ma il Palazzetto della Provincia a Ciconia, che potrebbe essere oggetto di discussione per un eventuale ampliamento, verrebbe a trovarsi ad appena 800 metri dal nuovo impianto. Francamente questo mi ricorda il campo di football americano di Castelgiorgio! Di questo tipo di progettualità non so quale partecipazione sia stata fatta tra i cittadini della Svolta e nella città complessivamente. Io dico basta trattare pezzi singoli di città. Perché non pensare a dove collocare le strutture sull’intero territorio, anziché riproposizioni di minicittà autosufficienti nella città tutta? Perché non riflettere prima che diventi un atto pre-elettorale di fine mandato? Su una cosa veramente epocale e storica come questa, si potrebbero aggiungere ben altre considerazioni e capire come armonizzare questo progetto con le altre aree e darci il tempo di ragionarci sopra”.
Carlo Sborra (PdL): “spesso sulla stampa sono state riportate le lamentele dei residenti per il passaggio dei cavi dell’alta tensione in località alla Svolta. Chi ha lottizzato e costruito in passato ha guadagnato, mentre l’interramento dovrebbe pagarlo il Comune. Questo nuovo quartiere è stato costruito male, perché mai allora il pubblico deve intervenire per sanare? Nel Palazzetto dello Sport della Provincia che conosco molto bene non si può svolgere l’attività della pallacanestro perché la pavimentazione non è idonea, ancorché rifatta più volte. Il parquet è indispensabile perché la federazione non autorizza le attività per le squadre come quelle della nostra città che militano in campionati di livello”.
Adriana Bugnini (PD): “la spesa dell’interramento coperta dal Comune dovrebbe essere autorizzata, ma se non ci sono risorse come sarà possibile? Il Palazzetto di Ciconia è sfruttato per lo più per attività di atletica leggera. Fermo restando che il Palazzetto serve, perché individuarlo in quella zona? A nostro giudizio la collocazione indicata anni fa in zona Sette Martiri appare più consona a quella che oggi ci viene proposta. Altra questione è che ala luce della mappatura successiva al 2000 delle zone esondabili, ora si va ad individuare un palazzetto costruito in una zona a rischio idraulico e idrogeologico non elevato, ma pur sempre esistente. quindi ciò impone di rivedere la variante al PRG. Servirebbe, peraltro, una autorizzazione della Provincia circa le quote di messa in sicurezza della struttura. Quindi mettere in progettazione un palazzetto in quell’area francamente appare come un mero cartello elettorale. Perché mai non è stato messo nel piano delle opere pubbliche? E’ vero non era un’opera pubblica, godeva di finanziamenti privati ma è pur sempre un’opera di interesse pubblico. Quanto alle nuove previsioni abitative io sono stata contraria a sbloccare nuove aree perché c’è già troppo invenduto, serve perciò una analisi delle cubature e dei lotti invenduti. Autorizzare nuove costruzioni in un momento in cui c’è ancora tanto invenduto per via della crisi che riduce la capacità di acquisto, è proprio assurdo”.
Roberto Meffi (Gruppo Autonomo): “non dobbiamo accontentare nessuno se non i cittadini dando loro i servizi che servono. Siamo alle solite: una volta la critica è che l’Amministrazione Comunale non fa nulla, quando fa sbaglia! Ho ammirato l’intervento di Gialletti che vive nella zona ed è testimone del disagio che si vive in quella realtà che ha avuto, si è detto, uno sviluppo incontrollato. Ubicare il palazzetto in quella zona è dettato dalla vocazione di impiantistica sportiva già presente in quell’area. Abbiamo visto come l’area è oggi e come sarà. Quindi c’è programmazione da parte dell’Amministrazione Comunale che ha idee e visione di progetto. La variante va a riqualificare e valorizzare il quartiere della Svolta. Nel progetto emerge un percorso chiaro e virtuoso, è una progettualità partecipata alla popolazione locale che ha dato riscontri positivi. I benefici immediati sono innanzitutto una piazza aggregante. Il palazzetto dello sport attuale è una indecenza per le squadre di basket della nostra città costrette ad andare fuori Orvieto. Non avere una piscina scoperta è anch’esso ridicolo quando gli orvietani sono costretti a spostarsi altrove. Altra indecenza sono i cavi dell’alta tensione. Il centro commerciale può considerarsi un elemento di servizio specie per gli anziani. Ho sentito tante argomentazioni ridicole. Sono favorevole ad un progetto che è qualificante per tutta la città”.
Oriano Ricci (PD): “la storia del quartiere è stata ben illustrata, quello che posso però dire è che forse serviva anche uno studio di quanta volumetria realizzata è ancora ferma. Lo sviluppo urbanistico di una zona deve tenere conto di tanti altri fattori. Tutti siamo d’accordo sulla implementazione dell’impiantistica sportiva ma è un errore analizzare il problema dal punto di vista sbagliato. E’ evidente che siamo di fronte a pura propaganda. Gli abitanti non crescono, le lottizzazioni presenti hanno problemi seri. Il rischio è che mettiamo i cittadini orvietani di fronte a nuove abitazioni, quindi un errore politico; quando in realtà, l’economia orvietana non ce lo permette. Questo nuovo progetto non si differenzia poi tanto dalle scelte fatte dalle passate amministrazioni. Vorrei anche capire dove si prenderanno i soldi, servono quindi piani di finanziamento seri e sicuri. La relazione del Sindaco è roboante ma rispetto al passato si rischia di aprire questioni nuove e più problematiche dopo quello che è drammaticamente avvenuto il 12 novembre 2012. Si dovrà dimostrare la situazione oggettiva di quell’area dal punto di vista del rischio idrogeologico. Basta con il cemento quindi, ma riqualificare l’esistente senza nuove lottizzazioni”.
Marco Frizza (Gruppo Autonomo): “parlare di questo atto come una operazione pre-elettorale è irriguardoso verso chi ha lavorato a questo progetto. L’alluvione abbiamo visto bene cosa ha prodotto, ma non sapere che c’è una progettazione sull’arginatura del Paglia, è un errore grave. Il Palazzetto dello Sport di Ciconia una grande palestra non di più, le gradinate non sono nemmeno a norma con una capacità di appena 300 posti. La Provincia si è fermata nella ristrutturazione perché rifare i lavori costava troppo. Ci possono essere delle economie di scala che possono funzionare per realizzare queste opere. E’ vero, è la prima volta che si vede un approccio diverso. Ricordiamoci la battaglia per la piazza di Ciconia che è stata fatta e che è sempre piena. Segno che c’era una necessità di realizzarla per riqualificare il quartiere. Ringrazio il Sindaco per la caparbietà e l’Arch. Olivadese per il buon lavoro fatto insieme ai suoi collaboratori”.
Giuseppe Germani (PD): “condivido un passaggio del ragionamento di Meffi quando afferma che quell’area è vocata alle attività sportive, quindi dovremmo continuare su questa strada. Il palazzetto è indispensabile, ma è necessario non metterlo sulla carta quanto piuttosto realizzarlo, manca infatti il passaggio successivo e cioè dove collocallo. Io penso che quell’area debba restare destinata a queste attività in particolare al palazzetto dello sport. Penso anche che vada progettata una soluzione moderna di finanza di progetto per riuscire a permutare volumi esistenti dell’Amministrazione Comunale che abbiano sul centro storico. Mettiamo a leva queste risorse. Non vorrei che si rischia di ridurre tutto al modello Fanello, perché non c’è più la possibilità di terminare le lottizzazioni preesistenti, a Fanello come a Sferracavallo. In quella zona c’è l’aspetto non indifferente della viabilità funzionale alla Complanare, mettendo insieme cioè le forze per completare una arteria e dare una soluzione al traffico rivolto alla discarica che attualmente affligge la Svolta”.
Nella replica il Sindaco: “devo rispondere alle illazioni scortesi. Io non sono in campagna elettorale. Tutto quello che ho fatto in vita mia prescinde dalle campagne elettorali. L’unica che ho fatto prima di essere eletto, l’ho iniziata a marzo per le elezioni che si sarebbero svolte a maggio. Questo è un percorso virtuoso che resta agli amministrazioni che verrà dopo di noi. Non è più il privato imprenditore che detta le regola all’Amministrazione Comunale ma è il contrario. Sottolineo che è stato attivato il meccanismo di perequazione in materia di governo del territorio. Noi sappiamo bene di dover stare con i piedi per terra e ci stiamo: adesso stiamo costruendo uno scenario, la finanza di progetto è uno step successivo; il completamento della Complanare è un tema che sto seguendo con più puntiglio di tutti. Non sono questioni pre-elettorali. Ringrazio per tutti i contributi anche quelli preconcetti. La campagna elettorale si fa in maniera diversa. Questo progetto serve alla città, indipendentemente dalle connotazioni politiche”.
Replica Olivadese: “nel PAI/Piano di Assetto Idrogeologico vigente l’area è in sicurezza perché sono stati realizzati gli argini. Una parte dell’area nel nuovo PAI è perimetrata come fascia C con tempi di ritorno 500ennali con portata superiori al passato che persegue la sicurezza. Al momento della progettazione del palazzetto disporremo delle prescrizioni della Provincia di Terni rispetto all’innalzamento della quota. Rispetto alle sottolineature giunte dai consiglieri evidenziao che abbiamo cercato di valutare tutti gli aspetti affinché il privato possa realizzare il più possibile in sostituzione del pubblico. La strada tende a collegare alla Complanare. Sul palazzetto l’idea e proprio quella di fare finanza di progetto nel momento in cui i privati ci cederanno le aree”.
Per dichiarazioni di voto, Germani: “prendo atto della precisazione sulla strada. Il voto è negativo”.
Gialletti: “il procedimento mi pare lo stesso del passato: partecipazione con i cittadini, poi le proposte in Consiglio. Siamo di fronte ad una variante di una zona dormitorio e a vocazione sportiva. Gli interventi che vengono fatti sono di previsione pubblica, si vedrà chi metterà i soldi. Quindi è semplicemente un atto di previsione importante seppure carente rispetto alla viabilità e ai parcheggi in quanto va esplicitata la partecipazione alla realizzazione di queste opere. Di stravolgente non vedo nulla. Voto a favore perché, pur con tutti i difetti possibili, questa variante affronta finalmente il problema della sistemazione della Svolta”.
Stopponi: “voto contrario per i motivi che ho già espresso su cui non ho avuto elementi tranquillizzanti. E’ vero che si progetta un pezzo di città, ma ciò non toglie che lo si faccia in un quadro d’insieme. Il progetto è preso a sé stante e non tiene in considerazione il tutto. L’urbanistica perequativa è uno strumento che comporta comunque l’autorizzazione di ulteriori cubature. Non condivido il metodo e il merito”.
Olimpieri: “elementi positivi della variante in adozione sono: il pubblico che detta le linee al privato, l’interramento dei cavi dell’alta tensione, la piazza per i residenti, e il fatto direi storico del palazzotto, già anticipato negli ultimi quindici anni dalle passate amministrazioni ma mai realizzato. La perequazione è una legge regionale, noto una contraddizione in termini nella rappresentanza di PRC che, in Regione approva la legge mentre a livello nel locale fa dei distinguo. Questo sì è fare campagna elettorale! Favorevoli ad un atto che parla di riqualificazione di un quartiere, su cui più volte è stata fatta partecipazione con i cittadini i quali hanno rappresentato il loro consento diffuso. Chiudo con una nota di cronaca: a Castelgiorgio venne fatto un atto ideologico verso il campo di football americano, venne segato il cancello!”.
Frizza: “siamo favorevole alla pratica. Approviamo la cornice di un quadro che è tutto da dipingere. Concordo con Gialletti. Non voler partecipare e condividere un’idea di riqualificazione di una parte importante del territorio è un errore. Quando ad Orvieto non si sono spazi che ospitare eventi per 800 persone, o quelli per l’accoglienza dei partecipanti. Oggi abbiamo iniziato un percorso, ma il progetto dovrà camminare da solo con il contributo di tutti”.