Riceviamo da Giuseppe Germani e pubblichiamo. E’ il suo intervento in occasione della sfiducia al sindaco votata ieri in Consiglio comunale e bocciata dalla maggioranza.
“Alla fine dello scontro ideologico la distinzione fra le parti è data dalla buona capacità di governo”. Questo lo diceva Italo Calvino in Lezioni Americane e il Sindaco Concina riportava questa frase sul frontespizio delle sue linee programmatiche, che ci presentò esattamente 4 anni fa.
Nulla, dico nulla di quanto è scritto qui dentro è stato realizzato.
Mi sembra un buon motivo per toglierli la fiducia.
Secondo queste linee programmatiche il Sindaco Concina avrebbe risanato il bilancio: il bilancio non è stato risanato e in più sono stati venduti beni per 5 milioni di euro.
Avrebbe fatto grandi cose per l’ambiente: l’autosufficienza energetica per alcuni edifici scolastici, l’istituzione di un Energy Manager, premi per i cittadini più virtuosi nella raccolta differenziata. Un premio è arrivato in questi giorni con l’aumento della TARSU di oltre il 20%
Avrebbe dovuto realizzare, sempre a suo dire, un’alta formazione scolastica, con eventi di alto profilo internazionale (neanche a dirlo), con studiosi ed operatori di indiscussa fama e competenza (come potrebbe essere diversamente), e poi corsi di alta formazione, di alta specializzazione, di alta professionalità (tutto molto alto).
E poi le politiche socio-sanitarie con il rilancio dell’Ospedale e la soluzione dei numerosi problemi di assistenza e perfino un corso di laurea in scienze infermieristiche; e poi ancora stagioni musicali di livello ovviamente internazionale, la famosa piccola Salisburgo; grandi cose per lo sport e per i lavori pubblici: erano prioritarie la complanare e il casello Nord; e la Variante di Sferracavallo? Il Sindaco Concina l’aveva definita “eterna incompiuta dalle precedenti Amministrazioni”. Mentre questa invece!
Promesse ce n’erano per tutti: commercio, artigianato, sviluppo economico, perfino alle politiche comunitarie si era spinto il Sindaco Concina.
Nulla, ripeto nulla di quanto è scritto qui dentro è stato realizzato.
Ma c’è dell’altro.
In quattro anni il Sindaco Concina è stato abbandonato da ben 7 assessori. Cristina Calcagni e Antonio Barberani: erano stati tra i suoi maggiori sostenitori durante la campagna elettorale. Massimo Rosmini: personaggio autorevole che aveva assunto il ruolo di Vice Sindaco. Marco Sciarra: quello che si presentò con le bocce in mano e poi si rese conto come effettivamente qui dentro giravano le bocce. Felice Zazzaretta: un galantuomo che evidentemente non si trovava più a suo agio. Maurizio Romiti: l’outsider esperto di finanza. E da ultimo Leonardo Brugiotti. Tutti grandi elettori del Sindaco Concina che hanno preso le distanze dal Sindaco Concina.
È ormai un Sindaco non più rappresentativo della collettività che lo ha eletto. La stessa sua maggioranza all’interno di questo Consiglio comunale è tale perché alcuni consiglieri hanno scelto di passare dall’altra parte e per questo sono stati espulsi dai rispettivi partiti nell’ambito dei quali erano stati eletti.
A mio giudizio sono ottimi motivi per togliere la fiducia al Sindaco Concina.
Ma c’è ancora dell’altro.
Il Sindaco Concina ha portato il Comune al dissesto finanziario. Su oltre 8.000 Comuni in Italia sono meno di 50 quelli che si trovano nelle nostre condizioni, ma sono per la quasi totalità comuni del Sud che non dispongono degli asset di cui disponiamo noi e che si trovano in contesti di grandi difficoltà sociali.
Ora le chiacchiere stanno a zero: ci sono i numeri che inchiodano il Sindaco Concina alle sue responsabilità.
A questo punto noi che cosa facciamo: noi utilizziamo gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione. Presentiamo la mozione di sfiducia al Sindaco Concina, pur consapevoli di non avere numeri sufficienti per mandarlo a casa. Lo facciamo perché sia ben chiara alla collettività la distinzione fra le parti: noi prendiamo le distanze dal Sindaco Concina. Noi non vogliamo complicità con il Sindaco Concina. Noi non abbiamo condiviso la politica del Sindaco Concina e non vogliamo condividere le sue responsabilità.
Avevamo proposto nei primi mesi del 2010 un patto di cooperazione tra le forze politiche, imprenditoriali, sindacali, del mondo associativo e delle professioni, finalizzato a risanare il Comune e ad avviare la stagione del nuovo sviluppo. Riporto testualmente da quel documento: “La situazione è così grave e le forze della politica così esigue e divise, che già si conosce l’esito finale, ovvero il dissesto del Comune”. Il Sindaco Concina allora decise di fare da solo con il sostegno dei tre Consiglieri che hanno fatto una scelta, a loro dire, di responsabilità. Oggi il dissesto è arrivato e noi dobbiamo raccontare alla collettività come stanno le cose.
Caro Consigliere Leoni, noi sappiamo bene che per approvare questa mozione ci vuole il voto favorevole di 11 consiglieri e i consiglieri di minoranza sono 9, anzi oggi sono anche meno per giustificate ragioni di salute.
Tu credi che questo Consiglio comunale sia per noi un campo di battaglia, dove c’è chi vince e chi perde: ti sbagli di grosso. Hai scritto che dopo l’insuccesso con il bilancio noi ci riproviamo con la mozione di sfiducia e che in noi c’è la caparbietà nel cercare l’insuccesso. Ti sbagli di grosso. Per il ruolo che abbiamo in questa amministrazione a noi basta averla presentata la mozione di sfiducia, con la sottoscrizione peraltro unanime di tutta la minoranza.
Con questa mozione noi diciamo alla collettività che l’esperienza del Sindaco Concina è stata fallimentare e che per noi si dovrebbe chiudere qui, subito, anche se mancano pochi mesi alla fine del mandato: anche perché in sei mesi si possono fare ancora molti danni! Se il Sindaco rimane in carica che sia chiaro è per merito vostro.
Del resto caro Consigliere Leoni, come possiamo sperare nel vostro voto favorevole a questa mozione se avete votato favorevolmente un bilancio bocciato dai Revisori dei Conti? Avete votato a favore nonostante l’evidenza dei numeri e le responsabilità amministrative e contabili che ciò ha comportato. Votare a favore oggi per voi è cosa da nulla.
Forse Italo Calvino aveva torto nella premessa: non è ancora finito lo scontro ideologico.