Aziende lager a Fabro, la Cgil: “Un fenomeno indegno di una società civile che va perseguitato duramente e debellato”. Il sindacato interviene dopo l’operazione della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di due aziende tessili a Fabro dove un’ottantina di cinesi vivevano e lavoravano in condizioni che rasentano la schiavitù.
“Con realtà come queste – è il commento della Cgil regionale – il sindacato fatica indubbiamente ad entrare in contatto, perché difficili da individuare e perché la comunità cinese è molto chiusa al suo interno. Ma ciò nonostante la CGIL del territorio Orvietano già nel lontano 2007 aveva lanciato un forte grido di allarme rispetto alla presenza, a Fabro, di aziende lager in cui lavoratori cinesi erano brutalmente sfruttati. Così scrivevamo, a seguito di un’altra operazione della Gdf, in un comunicato di 7 anni fa: “E’ necessario innanzitutto un clima nuovo di consapevolezza diffusa, una mobilitazione sociale che non solo esprima indignazione, che pure sarebbe utile e necessaria, di fronte a fatti come quello dei cinesi chiusi a vivere e lavorare nel capannone di Fabro, ma che sia in grado di respingere ogni forma di sfruttamento e di segregazione sociale”.
“Dunque – continua il sindacato – un problema vecchio, che evidentemente si ripropone nel tempo, perché la società civile e il sistema economico umbro non sono stati in grado di espellerlo, di estirparlo. Anzi, la crisi ha allargato l’espansione dell’economia illegale, accentuando i fenomeni di sfruttamento del lavoro. Nel territorio orvietano hanno chiuso realtà produttive del settore tessile che avevano fatto della qualità l’elemento centrale su cui competere, lasciando spazio all’economia illegale e allo sfruttamento del lavoro, che appaiono ormai quasi gli unici mezzi con i quali una parte del sistema imprenditoriale, non solo cinese, punta a sopravvivere, se non addirittura ad arricchirsi nella crisi. Ma tutto questo è indegno di una società civile come quella umbra. Per questo, la Cgil auspica che fenomeni di questa gravità siano perseguiti duramente e che la nostra regione si liberi, una volta per tutte, di ogni sacca di illegalità e sfruttamento del lavoro”.








