ORVIETO – Il Comune di Orvieto verso il pre dissesto. Questa la strategia: lunedì si dovrebbe andare in consiglio per l’approvazione del preventivo 2013 bocciato dai revisori di conti e votare immeditamente a seguire l’apertura delle procedure di pre dissesto. Dopo la doccia gelata del parere non favorevole dei revisori dei conti sono poche altre le soluzioni che restano in campo per il governo cittadino.
Tre in realtà, a quanto pare, sarebbero le strategie prese in considerazione, anche se in tutta franchezza per ammissione di alcuni componenti della maggioranza stessa, la più credibile resta l’apertura della procedure di pre – dissesto e la conseguente adozione di un piano di risanamento pluriennale.
Per altro per come è attualmente governata la città, poco o nulla cambierebbe, come vanno dicendo da mesi in molti a partire da Massimo Gnagnarini (Unire i puntini) e come ora ammettono anche esponenti di governo. Tasse ed aliquote sono già al massimo, per cui l’unica conseguenza con l’apertura della procedura sarebbe in sostanza il taglio del premio di risultato dei dirigenti. Di contro a quel punto sarà possibile tornare ad inserire le alienazioni a copertura del disavanzo.
Il punto però è che non si piò dare il via al pre – dissesto, se il consiglio comunale non approva il bilancio. Si tratta di una condizione indispensabile, diversamente si andrebbe al commissariamento. E non al pre–dissesto. Commissariamento – si badi bene – del consiglio comunale e non della giunta.
Quindi la domanada è: il consiglio comunale si prenderà la responsabilità di approvare un bilancio che a giudizio dei revisori non sta in piedi?
Il passaggio è delicato e non a caso si stanno studiando pro e contro. C’è che si spinge a dire che trattandosi di preventivo e non di consuntivo, non ci sarebbe troppo da preoccuparsi sulle responsabilità dei singoli consiglieri. Ma soprattutto, proprio a tutela dei consiglieri comunali, all’approvazione del preventivo lunedì si vorrebbe far seguire direttamente l’approvazione del pre–dissesto. E così dovrebbe passare la paura di votare un bilancio “farlocco”.
Il sindaco stesse ammette: “Stiamo lavorando per arrivare ad una soluzione possibile, senza escludere i percorsi alternativi offerti agli enti locali” afferma Toni Concina. E d’altro canto margini per soluzioni diverse sono davvero pochi.
A margine una cosa curiosa, ovvero la confusione dei ruoli, con le opposizioni che spingono per quel pre dissesto che a suo tempo (a maggio) non hanno votato (risoluzione Ranchino) e con la maggioranza che ora tende a ripiegare sull’idea vantandone addirittura la paternità dopo averla prima approvata e poi cercato di scongiurarla per mesi.
Intanto si registrano gà appelli a consididerare il pre-dissesto come l’occasione di un nuovo inizio. “Non sarebbe, questo atto, la sconfitta o la vittoria politica di nessuno, ma solo una ripartenza per tutti fondata sul rispetto della legittimità e del buon senso”, afferma Massimo Gnagnarini.
Il capogruppo del Pd, Giiuseppe Germani auspica che l’apertura della procedura convinca il sindaco e la maggioranza “a prendere in considerazione l’ipotesi che più volte, in questi anni gli abbiamo prospettato – ribadisce -ovvero che Orvieto ha bisogno di un progetto di citta che faccia interagire fra loro tutti gli asset di cui dispone”.