ORVIETO – Salvato il Centro studi, prove di ripartenza per la scuola di altra formazione della Rupe. E’ stato un percorso lungo e travagliato soprattutto da un punto di vista politico, ma alla fine ci è arrivati non senza grossi mal di pancia. Il voto in consiglio comunale sul documento che dà il via libera al rilancio ne è chiara testimonianza. Gli indirizzi per la salvaguardia e la valorizzazione della Fondazione Csco non sono passati infatti in maniera indolore per la maggioranza. Favorevoli, oltre al sindaco che ha presentato la pratica, i consiglieri Olimpieri, Leoni, Fontanieri, Melone (Pdl), Gionni Moscetti (Orvieto libera), Germani, Belcapo, Mariani (Pd), Stopponi (Prc) e Gialletti (Socialisti). Hanno votato contro Ranchino (Orvieto libera) che aveva già annunciato la sua posizione critica e Sborra (Pdl). Si sono astenuti Frizza (gruppo misto) e Tonelli. Ora il sindaco dovrà provvedere alla nomina dei 6 componenti del consiglio di amministrazione, 3 per la maggioranza e 3 per la minoranza.
Pubblichiamo il testo della deliberazione approvata, su cui avevano lavorato i consiglieri comunali presenti nel comitato dei saggi.
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO
che con rogito del notaio Alessandro Pongelli dell’8 agosto 2000, il sindaco “pro tempore” di Orvieto costituiva la fondazione di partecipazione denominata FONDAZIONE PER IL CENTRO STUDI CITTÀ DI ORVIETO, SIGLABILE C.S.C.O con finalità culturali particolarmente nell’ambito dell’alta formazione;
che con rogito del notaio Alessandro Pongelli del 20 ottobre 2005, il consiglio di amministrazione del C.S.C.O. introduceva parziali modificazioni allo statuto della fondazione allo scopo di consentire un più agevole ingresso ai soci assimilati a fondatori e per ampliare il raggio d’azione della fondazione;
che il C.S.C.O. otteneva il riconoscimento della personalità giuridica da parte della Prefettura di Terni nel 2005;
che nel 2001 era ammessa la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto come socio assimilato al fondatore;
che nel 2005 era ammessa la Camera di Commercio di Terni come socio assimilato al fondatore;
che nel 2011 era ammessa la Provincia di Terni come socio aderente;
che non risultano soci sostentitori;
che nel 2008 la Fondazione CRO comunicava l’ “intento di recedere” dal CSCO riservandosi di versare esclusivamente contributi per progetti ritenuti validi e di non contribuire ulteriorment al fondo di gestione;
che la Camera di Commercio di Terni non ha mai versato contributi al fondo de gestione e, nel 2007, comunicava che la Giunta camerale aveva deliberato il recesso dal C.S.C.O.;
che il Consiglio di amministrazione del C.S.C.O. è da tempo scaduto ed è rimasto in carica per l’ordinaria amministrazione;
che in data 26 giugno 2013 hanno rassegnato le dimissioni il presidente del CDA e due consiglieri
che in data 30 giugno 2013, per effetto della deliberazione del CdA del 18 giugno 2013, è stato licenziato il personale dipendente;
che il Consiglio comunale, con deliberazione n. 81 del 30 novembre 2012, dato il pesante indebitamento del C.S.C.O. e l’esaurimento del fondo di dotazione, affidava a una commissione di cinque esperti estranei al Consiglio comunale uno studio sulla situazione amministrativa e contabile dell’ente che si concluse con due relazioni contrastanti: tre esperti conclusero: «In assenza del reperimento di un nuovo socio benemerito che assuma su di sé tutti i debiti pregressi e correnti del Centro in un tempo assolutamente breve ed in via urgente, va assolutamente disposta la messa in liquidazione del medesimo ente secondo le norme del codice civile, anche per evitare azioni di responsabilità dei membri del CDA e dei rispettivi legali rappresentanti»; gli altri due esperti conclusero: «Le iniziative in cantiere sono molte; se venissero tutte realizzate si arriverebbe a introiti per il C.S.C.O. di circa 267.000 euro all’anno; in questo caso il C.S.C.O. potrebbe anche affrontare il debito pregresso in un arco di tempo ragionevole; l’attuazione di quello che è in cantiere determinerebbe per la città un indotto per oltre un milione e mezzo di euro; tutto ciò premesso è evidente che i benefici del mantenimento del C.S.C.O. superano largamente i costi e i rischi di una sua eventuale dismissione»;
che il Consiglio comunale, con deliberazione n. 33 del 5 luglio 2013, decideva un ulteriore approfondimento dando mandato al Sindaco di nominare un gruppo di lavoro composto da due consiglieri di maggioranza, due consiglieri di minoranza e tre esperti con il compito di elaborare una sintesi in ordine alla salvaguardia e alla valorizzazione del C.S.C.O.;
che il gruppo di lavoro ha concordemente e senza riserve elaborato e sottoscritto una relazione che, in sintesi, afferma la legittimità e l’opportunità della salvaguardia e della valorizzazione del C.S.C.O.;
VISTA la relazione del gruppo di lavoro di cui sopra, presentata il 20 agosto 2013;
RITENUTO che, non essendo stato avviato il procedimento di estinzione del C.S.C.O., non sussistono impedimenti di legge al risanamento;
CONSIDERATO
che l’estinzione del C.S.C.O. priverebbe il Comune di Orvieto di un ente strumentale deputato alla realizzazione di una politica culturale, preziosa per la città di Orvieto, che l’apparato comunale, compresso da varie restrizioni, non sarebbe in grado di svolgere;
che la costituzione di una nuova fondazione culturale rimane problematica, a causa del divieto posto dall’art. 9, comma 6, del decreto legge 95 del 2012, anche dopo la sentenza della Corte costituzionale 236 2013;
che l’estinzione del C.S.C.O., consistente sostanzialmente, se non formalmente, in un fallimento di un ente creato dal Comune e amministrato da soggetti prevalentemente espressi dall’amministrazione comunale, lederebbe l’immagine del Comune di Orvieto;
che l’estinzione del C.S.C.O., con la conseguente insolvenza nei confronti dei creditori, darebbe luogo ad effetti a cascata sul tessuto economico e sociale del territorio;
che l’estinzione del C.S.C.O. comporterebbe la dissipazione di professionalità maturate in una esperienza decennale e l’impossibilità sia di recuperare posti di lavoro, sia di creare nuove prospettive di occupazione;
che la salvaguardia e la valorizzazione del C.S.C.O. può essere ragionevolmente ottenuta seguendo un percorso in cui siano impiegati, come del resto in tutte le operazioni positive, razionalità, immaginazione, professionalità e senso civico;
che lo statuto deve essere adeguato alle prospettive di valorizzazione del C.S.C.O.;
che, sebbene una autorevole decisione giurisprudenziale lo ritenga legittimo, non è opportuno che il consiglio comunale intervenga direttamente sullo statuto, ma si affidi alla ponderata proposta di un nuovo consiglio di amministrazione orientato dagli indirizzi del consiglio comunale;
RITENUTO
che la nomina del nuovo consiglio di amministrazione è, anche in vigenza del presente statuto, di esclusiva nomina comunale per i seguenti motivi:
a norma dell’art. 13 dello statuto, il numero dei consiglieri non può essere “inferiore a cinque, dei quali uno nominato dall’assemblea degli aderenti e sostenitori (…) e gli altri nominati dai fondatori e assimilati in proporzione alle quote annuali di partecipazione versate nei tre anni precedenti come stabilito dal CDA”;
attualmente non esistono soci aderenti e sostenitori in quanto l’unico socio aderente, la Provincia di Terni, ha versato solo la quota per il fondo di gestione relativa al 2011 e, a norma dell’art. 8, comma 2, dello statuto “la qualifica di aderente dura per tutto il periodo per il quale la quota è stata versata”;
i soci assimilati al fondatore, Fondazione CRO e Camera di Commercio, non hanno versato quote per il fondo di gestione nel triennio 2010-2012, e quindi non hanno titolo alla nomina del CDA;
il Comune di Orvieto ha versato quote per il fondo di gestione fino al 2010 compreso;
CONSIDERATA l’opportunità che il nuovo CdA sia frutto di un accordo politico in base a un criterio paritetico di rappresentanza per instaurare un rapporto di fiducia con tutti gli interlocutori;
RITENUTO che le attività di salvataggio e valorizzazione del C.S.C.O. non comportano rischi per l’equilibrio del bilancio comunale;
VISTA la seguente normativa:
articoli 117, secondo comma, lettera p), e 118 della Costituzione;
art. 113 bis del decreti legislativo 267 del 2000;
articoli 11 e seguenti del codice civile;
D.P.R. 361 del 2000;
articolo 9 del decreto legge 95 del 2102, convertito, con modificazioni, dall legge 135 del 2001;
sentenza della Corte costituzionale n. 236 del 2013;
DELIBERA
1) di impartire i seguenti indirizzi per la salvaguardia e la valorizzazione del C.S.C.O.:
a) il Sindaco nomina al più presto il nuovo CdA del C.S.C.O., composto da 6 membri, dei quali 3 scelti tra le persone indicate dai consiglieri comunali che sostengono il Sindaco e 3 scelti tra le persone indicate dai consiglieri di minoranza;
b) il Sindaco assegna al nuovo CdA il compito di stipulare accordi coi creditori per la novazione dei rapporti finanziari con rateazione dei debiti a cominciare dal 2014, di approvare il conto consuntivo 2012 e il bilancio di previsione 2013, di approvazione il programma 2014-2016, il bilancio di previsione 2014 e il bilancio triennale 2014-2016, tenendo anche conto della necessità del ripristino del fondo di dotazione;
c) il Sindaco assegna al nuovo CdA il compito di approvare le modificazioni dello statuto per l’adeguamento C.S.C.O. alle prospettive della sua valorizzazione;
d) il Sindaco assegna al nuovo CdA il compito di verificare i rapporti cogli altri soci e la loro disponibilità a sostenere il C.S.C.O.;
e) Il Sindaco assegna al nuovo CdA il compito di reperire altri sostenitori pubblici e privati;
f) lo statuto dovrà assicurare ai sostenitori la partecipazione a un organo consultivo;
g) lo statuto trasformerà il consiglio scientifico in un comitato di assistenza scientifica, giuridica e tecnica al CdA;
h) il Sindaco assegna al nuovo CdA, per le operazioni suddette, il termine di 3 mesi, prorogabile fino a 6 mesi;
2) di riservarsi il controllo dell’attività del CdA e l’adozione dei provvedimenti di propria competenza per assicurare il rispetto dei propri indirizzi come sopra formulati e come eventualmente adeguati.