ORVIETO – In vendita anche un immobile in zona ex dispensario. L’amministrazione comunale, alle prese con il preventivo 2013, continua la ricognizione del patrimonio immobiliare e, a distanza di una settimana appena dal licenziamento del piano delle alienazioni, con una delibera integrativa propone la vendita anche di un edificio al fianco dell’ex disensario di via Cerretti, attuale sede del Sim. Inserito nel piano anche un piccolo immobile di Orvieto scalo, in viale Primo maggio, attualmente occupato dall’Arci caccia. Il fabbricato è stimato per un valore di 300mila euro, l’altro immobile dovrebbe fruttare invece 25mila euro. Il piano delle alienazioni arriva così a 11 milioni circa.
Ma a cosa serviranno queste potenziali entrate ai fini del bilancio visto che i flussi derivanti dalle alienazioni non possono più finanziare la spesa corrente? La legge parla chiaro: nuove opere e abbattimento del debito.
Su questi aspetti tecnici, ma sostanziali, sta vertendo il confronto politico di queste settimane. Perché, a dispetto del calendario, l’amministrazione comunale pare sia ancora in dubbio su come uscire viva dalla redazione del preventivo 2013. Trovare qualche spericolato escamotage per chiudere i conti o risolvere con la dichiarazione di pre – dissesto? Quest’ultima è sponsorizzata dall’opposizione (e questo poco importerebbe) ma anche da esponenti della maggioranza.
Non a caso mesi or sono Angelo Ranchino (Orvieto libera) era riuscito a far approvare in consiglio comunale una mozione perché si verificasse l’opportunità di seguire questa strada. L’unica che garantirebbe la possibilità di utilizzare le alienazioni per finanziare la spesa corrente, esattamente come nei bilanci passati, e dunque di fatto l’unica che consentirebbe di chiudere agevolmente il bilancio. I contro? Ridotti al minimo, visto che il pre – dissesto porta come conseguenze “solo” le aliquote al massimo, che la città di Orvieto però ha già, e il taglio dei premi di produzione dei dirigenti, che andrà invece operato.
Quello che brucia allora è forse il danno d’immagine a sei mesi dalle elezioni amministrative che avranno luogo in primavera, come sostengono molti autorevoli osservatori. La questione però sarebbe ancora in discussione, perché senza il pronunciamento di pre – disseto, con la nuova normativa, i margini per stendere un bilancio corretto a rigore di legge sono davvero stretti.