ORVIETO – Non c’è solo un aggravio dei costi del servizio giustizia e il disagio che si arreca ad un territorio di 13 comuni tra i primi risvolti della riforma giudiziaria in atto che ha cancellato con un tratto di penna il tribunale di Orvieto. L’altra faccia della medaglia del taglio effettuato è infatti lo spreco di denaro pubblico. Come definire diversamente i circa 3 milioni di euro che il ministero della Giustizia ha speso (e per i quali pendono ancora i mutui) per la ristrutturazione prima e per l’ampliamento poi del tribunale di Orvieto, tribunale che ora viene soppresso, costringendo il ministero ad un altro consistente investimento a Terni per ampliare gli uffici giudiziari della Conca e realizzare in questo modo l’accorpamento? Altro che risparmi.
D’altro canto nel caso di Orvieto il risparmio non è assicurato neanche per il futuro visto che i bilanci del tribunale di Orvieto erano in pareggio e tanto meno si arriverà ad un risultato di maggiore efficienza visto l’ingolfamento del tribunale di Terni.
Mentre sono questi i ragionamenti che circolano sulla Rupe, intanto però la smobilitazione del palazzo di giustizia è ormai pressoché completa, quasi tutto imballato. Ieri pomeriggio erano state staccate anche le targhette dalle porte ed erano state portate via anche le macchinette distributrici di bevande.
Tuttavia, con gli avvocati ancora in assemblea permanente, in ballo in questi giorni resta la possibilità (minima) di ottenere una proroga alla definitiva chiusura o magari il mantenimento di alcune funzioni in virtù delle difficoltà logistiche sta comportando l’accorpamento, come è tornato a rappresentare ieri Concina in una lettera al presidente del tribunale di Terni che aveva chiesto le autorizzazioni al Comune per andare avanti nel trasferimento dei fascicoli.