Carissimo Pierluigi,
accetto le tue critiche sia perchè contengono un qualche fondamento rispetto alle mie debolezze caratteriali, prima fra tutte quella dell’arroganza e poi perchè si levano da un amico.
Non considero affatto, però, come tu mi attribuisci, un branco di imbecilli le persone dell’attuale amministrazione comunale.
Al contrario gli errori e i cattivi risultati che vado insistentemente a stigmatizzare li considero frutto di una lucida e consapevole autolimitazione che il Sindaco e i suoi collaboratori si sono imposti per perseguire una sorta di galleggiamento politico in un contesto, come quello orvietano, dove le novità e le idee nuove non sono mai state il viatico per il successo e l’autoconservazione.
Del resto Toni Concina è stato il primo a sorprendersi della sua elezione a Sindaco e una volta eletto ha finito con l’applicare una vecchia regola del potere secondo la quale bisogna circondarsi sia di stupidi che di intelligenti. Ai primi si può far fare e dire qualunque cosa, dei secondi ci si appropria delle idee e della capacità di analisi. C’è solo un’altra categoria che va tenuta lontana, quelli che antepongono una visione e un progetto sulla città, insomma quelli più che intelligenti e che per questa loro stessa natura sono intrinsecamente pericolosi.
Quanto al curriculum vitae di Concina ci sono decine di orvietani che ne possono vantare analoghi e di prestigiosi. Ti cito ad esempio quello di mia figlia Marta che puoi trovare su linkelid. All’età di 33 anni non possiede meno titoli accademici o minori esperienze lavorative rapportate alla carriera junior. Tuttavia Marta non credo sarebbe il miglior candidato a Sindaco per il semplice fatto che non glienè può fregare di meno.
La squadra di governo della città di cui abbiamo bisogno deve possedere e comunicare una visione futura di Orvieto capace di unire e di procedere con determinazione. Il contrario di quella attuale.
Circa la messa a reddito dei beni culturali e delle infrastrutture orvietane rispetto ai flussi turistici, si potrà discutere dei dettagli, ma sottrarsi a questo compito, come avviene adesso, è demenziale.
Insistere sugli assetti istituzionali, esercitarsi sulla geopolitica de noaltri, come fulcro della salvaguardia e dello sviluppo della nostra piccola comunità locale è inutile, arrogante o forse anche patetico perchè gli “altri” non ci riconoscono alcuna supremazia né noi possiamo fare nulla per “assoggettarli” come ci era riuscito nei secoli scorsi.
Quindi diamoci da fare e rialziamoci, se ci riesce, con quel che abbiamo e con le stesse nostre forze.
Con affetto.
Massimo Gnagnarini