ORVIETO – Droga: primi interrogatori in carcere, il titolare del bar respinge ogni accusa. A lungo ieri mattina il titolare del caffè di Corso Cavour chiuso tra sabato e domenica per favoreggiamento allo spaccio ha risposto alle domande del giudice nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto in carcere, dopo le 12,30. Il 31enne si è difeso affermando che lui nelle vicende di spaccio che vengono contestate nelle carte dell’inchiesta – la “Joint 2013” che ha portato in carcere insieme a lui altre 9 persone tra cui altri 5 orvietani – non c’entrerebbe nulla: sostiene di essere stato incastrato. Non avrebbe negato il consumo, ma avrebbe rifiutato gli addebiti di spaccio, anche perché, avrebbe precisato tra l’altro, non avrebbe alcun bisogno di “arrotondare”.
Quello che sostengono gli inquirenti è invece che il titolare del bar sarebbe stato consapevole di quanto avveniva nel suo locale e anzi avrebbe favorito lo spaccio e il consumo.
Ieri, dunque, i primi interrogatori dopo l’esecuzione delle ordinanze cautelari che hanno concluso la vasta inchiesta antidroga che durava sulla Rupe dal 2007 (e più intensamente dal dicembre 2012 ad oggi) con 10 ordinanze e un arresto in flagranza, la segnalazione di 24 assuntori, 120 grammi di sostanze sequestrate (100 di hashish e 20 di cocaina), oltre al sequestro di contanti, assegni, bilancini e anche cartucce. Per comparire di fronte al giudice hanno avuto la precedenza i nomi nuovi finiti sul registro degli indagati della procura (almeno per questa vicenda), oggi invece toccherà a quanti avevano già un precedente coinvolgimento