Lucio Riccetti, presidente di Italia nostra, si scatena contro il degrado in cui versa il patrimonio storico artistico e paesaggistico cittadino al grido dal sapore elettorale di: “Basta deleghe, i cittadini devono reagire”. “Non parlo solo degli ultimi quattro anni – ha precisato il presidente di Italia nostra – ma di amministratori vecchi e nuovi che, per strafottenza o per ignoranza, stanno mandando in malora il patrimonio storico e artistico che va invece tutelato e salvaguardato, perché è forse l’unica risorsa che la città può offrire”. Qualche esempio? “Pochi giorni fa– inizia Riccetti – è stato permesso di privatizzare piazza Duomo per un evento che ha impedito l’accesso alla piazza ed ha utilizzato la Cattedrale come sfondo per proiezioni che con esso nulla avevano a che fare e che non dovevano essere consentite”.
Il riferimento è palesemente al cine – concerto “Orvieto4ever” con cui, in mezzo a qualche polemica, è stato festeggiato ad Orvieto il 4 luglio, ovvero la festa dell’Indipendenza americana. L’evento, su cui si erano già appuntati molti dubbi da parte di chi doveva concedere le autorizzazioni, si dice sia stato “tollerato” per il ritorno di immagine che – è stato garantito – ci sarebbe stato in America.
Ma non è che un episodio, in un andazzo molto più generale. “Per ovviare ai controlli sui beni culturali – denuncia Riccetti – assistiamo alla tendenza a de-storicizzare gli edifici per consentire poi restauri – diciamo cosi – liberi da vincoli”. Italia nostra denuncia casi del genere nel centro storico e non, in via Stefano Porcari e a Rocca Ripesena. “Clamoroso” poi, come viene definito, il caso della piscina del sindaco che del sindaco non è, visto che la proprietà è della moglie e del figlio di lei.
“Per il suo ruolo è il primo ad essere chiamato alla legalità – osserva Riccetti – invece si nasconde dietro alla non conoscenza della materia (attualmente detiene le deleghe all’Urbanistica, ndr) e dietro all’intestazione della proprietà”.
“In tutta la vicenda pare che l’unica documentazione presente sia l’autorizzazione della prima piscina datata 1998, quando in realtà ci vuole non solo il permesso per creare un’ambientazione attorno ad una piscina fuori terra, ma anche un permesso per interrare una precedente piscina autorizzata. Il tutto in una zona archeologica sottoposta a vincolo dal 1957 dove piscine non possono essere realizzate”. Ma a Riccetti non bastano neanche i carteggi tra Soprintendenza e Opera del Duomo, anche la Maestà sulla lunetta del Duomo, scadute tutte le proroghe per tenerla in loco senza i rifacimenti del caso – conferma – è “abusiva”. “Lo è dal 2 marzo 2012 e da lì deve essere tolta”. Il richiamo di Italia Nostra è, dunque, alla legalità. Un appello che per prime dovrebbero raccogliere le istituzioni, ma anche i cittadini perché si riapproprino della città e della sua amministrazione. Presenti tra il pubblico alla conferenza stampa che si è svolta ieri mattina, tra gli altri, anche gli ex assessori Cristina Calcagni e Leonardo Brugiotti.