ORVIETO – Il consiglio comunale ha dibattuto (senza votazione) la questione inerente la convocazione di un Consiglio Comunale dedicato al “Nuovo piano del Trasporto Pubblico del Comune di Orvieto” chiesto dai Cons.ri Giuseppe Germani Marco Moscetti, Adriana Bugnini, Oriano Ricci, Anna Rita Mortini, Leonardo Mariani (PD), Maria Cecilia Stopponi (PRC) ed Evasio Gialletti (PSI).
Al termine del confronto e a seguito di una sospensione dei lavori consiliari per consentire la riunione della Conferenza dei Capigruppo, questa ha stabilito che l’argomento verrà affrontato e discusso nella commissione consiliare preposta.
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La problematica è stata illustrata dalla Cons. Maria Cecilia Stopponi (PRC) la quale ha fatto presente che “la situazione del trasporto pubblico nazionale, e conseguentemente quello della Regione Umbria, determinano una fase economica di forte indebitamento come, del resto, gran parte delle società di trasporto a maggioranza di capitale pubblico. La leggere regionale 5/2012 che modifica la legge regionale 13/1996, stabilisce una nuova programmazione del bacino del traffico riferito alla zona 3 della provincia di Terni in base al protocollo d’intesa, approvato con DGR 346/2002, tra Regione, Provincia e Comuni. Attualmente è ancora in fase di stallo la convenzione tra i Comuni, la Regione e la Provincia di terni per i seguenti motivi: prosecuzione della gestione del trasporto pubblico locale su gomma nel bacino 3 ed il rinvio della delibera consigliare nell’ultima seduta del 3 giugno u.s.”.
“Gravissimo a nostro avviso – ha soggiunto – è il fatto che il Comune di Orvieto non abbia il peso specifico e la forza per migliorare, incentivare e non ridurre un servizio ai propri cittadini. Si vive in un Comune medio in cui non si dovrebbe costringere il residente ad acquistare un’automobile e ad utilizzarla tutti i giorni solo per raggiungere dal centro storico la stazione ferroviaria (per non parlare della maggioranza di essi che vivono fuori dal centro storico), per posteggiarla poi in un parcheggio che andrebbe potenziato e che invece si vuole depotenziare per fare arrivare i pullman turisti alla caserma Piave. La stampa on line ha parlato di ‘turismo in subbuglio, ma protestano anche anziani, studenti e disabili’ che dalla cancellazione della linea A subirebbero un grave danno, come tanti altri disabili”.
“Mi preme evidenziare il metodo e il merito delle modifiche al piano del traffico entrato in vigore il 10 giugno. L’annunciata, e attuata, rivisitazione della mobilità su gomma ed un nuovo piano del trasporto pubblico della Città di Orvieto da parte dell’Assessore Luciani – ha concluso – ci inducono a chiedere una discussione per valutare eventuali proposte in merito all’intera problematica in essere che comporta l’eventuale decisione di cambiamento dell’attuale piano di mobilità. L’Amministrazione non tiene conto delle opportunità. Lo scontro tra il Presidente e il consigliere Gialletti sull’applicazione di un modo razionale di arrivare alle decisioni, evidenzia una consuetudine della maggioranza che è quella di decidere, a prescindere dal Consiglio Comunale come dimostra questa vicenda specifica. Singolare anche che il neo Assessore convochi per il 3 giugno le guide turistiche per avere informazioni su un aspetto specifico, ritirando successivamente la convocazione delle parti per poi presentare l’indomani alla stampa i contenuti del piano. E’ evidente che alcuni temi non vogliono essere discussi in Consiglio. La modifica/razionalizzazione al TPL equivale a non soddisfare le esigenze dei fruitori in genere. Il TPL è un servizio e non una opzione da variare in base alle disponibilità”.
“Le modifiche al piano – ha concluso – vanno nella direzione opposta al progetto di Mobilità Alternativa che, peraltro, è ancora presente sul sito istituzionale, ed è previsto nel piano del QSV strumento integrato di partecipazione che è sparito dalla discussione né è stato più convocato. Dobbiamo capire in quale direzione sta procedendo il piano della Mobilità Alternativa. Poche sono le domande: il mantenimento della navetta da Piazza Cahen a piazza Duomo fino alle 13 è un risultato minimale; l’ultimo autobus per lo scalo è alle ore 23,00 cosa ne è degli alberghi verso l’Autostrada che da quell’ora restano senza servizio di trasporto pubblico? Ci sono anche le esigenze dei residenti! Le scale mobili sono perennemente chiuse! L’ultima corsa da piazza Duomo a Piazza Cahen è alle 23,46 e dopo? Si deve prendere il taxi o il mezzo privato? L’ultimo autobus aspetta i pendolari o parte in orario come spesso è accaduto? In definitiva chiediamo: 1) la revisione del piano del traffico; 2) un approfondimento delle problematiche accennate per una soluzione più rispondente alle esigenze di residenti e turisti; 3) una ripresa del confronto in seno al QSV che, in caso contrario va dichiarato inutile come strumento; 4) una dichiarazione sulla volontà o meno di portare avanti il piano di Mobilità Alternativa di lontana memoria”.
Nel dibattito, il Cons. Stefano Olimpieri (PdL): “Umbria Mobilità produce 900 mila euro di deficit al mese e 10 milioni/anno di passività. Dentro UM, struttura ad esclusiva partecipazione regionale, sono confluite tre strutture di trasporto in forte passivo. Ci siamo confrontati con i Comuni che stanno dentro UM e il problema riguarda tutti: i comuni sono stati obbligati dalla Regione a rapportarsi con UM e razionalizzare i chilometri nell’anno solare. I comuni hanno accolto l’input dato dalla Regione e si sono rapportati con UM. Prima i pulmini su gomma percorrevano un chilometraggio che avrebbe portato UM al fallimento, quindi con quali soldi si dovrebbe andare alla implementazione dei servizi? Il rappresentante in regione dello schieramento cui la consigliere Stopponi si ispira ha già votato il bando per l’acquisto di UM. Quindi di cosa stiamo parlando? Essendo tecnicamente fallita UM, la Regione non ha potuto fare altro che privatizzare il servizio di trasporto. Lo dicono il bando e le norme regionali. In Umbria tutte le strutture di emanazione regionale che stanno sul mercato sono in deficit. L’ordine del giorno presentato da Stopponi da fastidio rispetto al metodo seguito perché si è utilizzata anche una persona portatrice di handicap, con una azione di sciacallaggio vergognosa da respingere al mittente. In passato ricordo di non essere mai stato convocato come consigliere comunale per fare gli orari del pullman. Sulla linea A il servizio è coperto dalle 7,10 alle 13,20”.
Cons. Carlo Sborra (PdL): “ho poco da aggiungere. La cattiva amministrazione di società e autolinee ha fatto si che non ci siano più soldi per pagare gli stipendi. Enormi buchi per enormi società come UM che ha tolto 2 milioni di km in tutta l’Umbria. Questi calderoni vanno chiusi e ridati ai privati”.
Cons. Evasio Gialletti (PSI): “la nostra richiesta riguardava il nuovo Piano di Trasporto Pubblico del nostro Comune, senza nessuna volontà di strumentalizzazione e fare demagogia. Il tema va affrontato con le risorse e con quello che c’è. Noi non vogliamo discutere lo specifico degli orari, ma del Piano della Mobilità Alternativa della nostra città, ovvero: funicolare, parcheggio dello scalo, sistema dei parcheggi, scale mobili. L’Assessore prima di informare la stampa doveva informare il Consiglio. Sarebbe stato il minimo della democrazia investire il Consiglio Comunale di una operazione come questa. Discutendo avremmo potuto essere d’accordo su alcuni punti. Il nostro sistema di M.A. è costato miliardi di lire ed è stato preso ad esempio da molte altre realtà. Nessuno vuole speculare sugli handicappati ma è il resto che ci preoccupa. Non capisco quali problemi abbia la maggioranza a confrontarsi con i consiglieri. UM ha sicuramente fatto degli errori come l’accordo con Roma che ha portato dei problemi economici. Chiedo all’Assessore quale è la strategica dell’ente sul TPL e sui parcheggi e le entrate che da essi derivano. Convochi la commissione e vediamo cosa si può ancora fare con il nostro contributo”.
Cons. Carlo Tonelli: “dissento, dall’inizio di questo consiglio, rispetto alla solita sterile contrapposizione fra maggioranza e minoranza che non porta a nulla. Io faccio politica di solitudine. Un atto che riveste importanza ma che va oltre il nostro Comune, cioè nella direzione della fine del servizio pubblico e del fallimento del sistema regionale del TPL con responsabilità politiche diffuse. Deve tuttavia essere occasione per una riflessione tesa al cambiamento. Mettere le stesse cifre dello scorso anno comporta comunque tagli alle tratte di percorsi, con ripercussioni pesanti sui cittadini ed rapporti pesanti fra questi e le istituzioni locali. Non dimentichiamoci dei lavoratori di UM. Il localismo non dovrebbe esistere più, ma non possiamo favorire il localismo altrui. Da questo punto di vista abbiamo già dato: la discarica che insiste sul nostro territorio a servizio del piano d’ambito e del Piano Regionale dei Rifiuti, la questione idrica, ecc. Ora basta! Per il trasporto pubblico locale dobbiamo riaprire una partita che consideri la ricchezza costituita dalla Funicolare. Il problema politico per me non è certo l’orario. In queste ore a Roma si sta discutendo del superamento dei livelli esenziali assistenziali nella sanità con l’introduzione dei livelli integrativi a pagamento. Un problema che riguarda anche la nostra città e dovremmo preoccuparcene”.
Cons. Roberto Meffi (Gruppo Autonomo): “il ministro Saccomanni ha dichiarato che la situazione della spesa pubblica è preoccupante. Quindi dobbiamo prendere coscienza del fatto che le risorse saranno sempre di meno per coprire tutte le esigenze. Umbria Mobilità ha problemi a pagare tredicesime, stipendi, fornitori, significa l’anticamera del fallimento. La Regione, cosciente della situazione, ha cambiato strategia nella direzione della privatizzazione sperando che ci sia il privato interessato, e dando nel frattempo degli input precisi: diminuire il servizio ed aumentare i costi. La Mobilità Alternativa di Orvieto è tema serio che ha dato dei frutti in passato e va preservato, ma va anch’esso razionalizzato. Quello che è stato fatto va in questa direzione. Evitiamo quindi ogni forma demagogia. Se questi input dati dalla Regione Umbria dove la sinistra sta al governo, basterebbe poco attivarsi verso la Regione. Purtroppo i numeri sono numeri e la Regione stessa poco può fare”.
Cons. Adriana Bugnini (PD): “difficile fare un discorso ampio sulla mobilità limitandosi ad Orvieto. Se c’è ipocrisia questa non ci appartiene. Semmai va pratica una soluzione consona utile a tutti. Non chiediamo di discutere gli orari ma la riduzione che ci siamo trovati già definita e attuata senza passare per il Consiglio Comunale. Sarebbe stato meglio condividere un piano con la città su un tema molto sentito dalla popolazione soprattutto anziana. Dalla proposta di convenzione risulta che la Regione assicura la copertura finanziaria della quota riguardante i servizi minimi, gli oneri relativi aggiunti sono a carico dei bilanci degli enti locali, in che misura lo saranno? Riguardo la razionalizzazione di parla di riduzione dei servizi festivi, nel periodo non scolastico (estivo) e corse scarsamente utilizzate e comunque con alternativa di trasporto, servizio notturno e servizi feriali non di punta esulano dal piano di razionalizzazione? Non lo sappiamo. Abbiamo già soppresso alcune linee di UM vedi Canale. Volevamo semplicemente condividere le scelte, anche dolorose, fatte per la nostra città”.
Cons. Oriano Ricci (PD): “si è parlato dell’argomento in maniera troppo generica e soprattutto lasciamo perdere quello che è avvenuto a Roma. Su un problema come questo si deve concentrare la questione delle esigenze dei nostri cittadini. Sui tavoli regionali e di UM si va con la forza delle idee. Vorrei capire dall’Amministrazione quale strategia ha per gli orvietani a Perugia. A parte le categorie più deboli, c’è il problema dei turisti e degli studenti. A me premono le decisioni per la nostra città e non quelle che si adotteranno a Foligno o in altri centri dell’Umbria. E’ importante il progetto di Mobilità Alternativa che in Umbria non lo ha nessun altro. Per Orvieto non si deve tagliare nulla. Chiedo un impegno forte dell’Assessore”.
Cons. Giuseppe Germani (PD): “ad Orvieto abbiamo tagliato la linea più redditizia che ha più utenti al giorno. Il nostro progetto di Mobilità Alternativa produce ricchezza. Se prendiamo dal bilancio 2012 qualche migliaio di euro per risolvere alcuni problemi non si creano problemi. Il piano di Mobilità Alternativa va aggiornato anche alla luce dell’entrata e regime del parcheggio di via Roma e la completa pedonalizzazione del centro storico almeno per alcuni periodi. Invito l’Amministrazione Comunale a riprendere questi temi o nell’ambito del QSV o in altri ambiti”.
Assessore ai Trasporti Gianluca Luciani: “premesso che nella relazione dei gruppi di minoranza in discussione non si parla di piano del traffico, vorrei riportare il dibattito sul piano tecnico per riferire lo stato dell’arte della questione. L’intero sistema del Trasporto Pubblico umbro versa in uno stato economico drammatico. Secondo i dati forniti recentemente dalla Regione Umbria e da Umbria Mobilità nel solo Bacino 3 di cui fa parte Orvieto, l’azienda accusa un gap medio di circa 50 centesimi/km. che, considerata la percorrenza complessiva di 7 milioni e 900 chilometri, si traduce in una perdita secca di 4 milioni di euro ogni anno. Se poi riportiamo queste cifre in ambito di Bacino Unico Regionale si registrano perdite pari a 900.000 euro al mese per un totale di circa 11 milioni ogni anno. Le ragioni di questa drammatica emorragia di denaro pubblico sono molteplici e partono da lontano. Non voglio spostare la discussione sul piano della polemica politica ma le forze politiche che governano la Regione hanno delle gravi responsabilità, di fronte alle quali l’odierna presa di consapevolezza circa il problema del trasporto pubblico ad Orvieto appare assai tardiva. Nello specifico di Orvieto, fino alla metà del 2013 è stato assicurato un servizio pari a 628.830 chilometri, quindi il gap da colmare è di 315.000 euro. Circa un mese fa, Regione dell’Umbria ed Umbria Mobilità hanno convocato i comuni dell’Umbria, mettendoli di fronte alla decisione, unilateralmente assunta, circa i provvedimenti da adottare per colmare questo deficit:
– viene immediatamente applicato un incremento immediato e sostanzioso del corrispettivo chilometrico pagato da ogni comune all’azienda
– poiché la regione non ha intenzione di intervenire in alcun modo per sostenere i comuni in questo maggior esborso, tutti gli enti che non dispongono delle cospicue risorse aggiuntive necessarie a coprire l’aumento dei costi chilometrici, avrebbero dovuto procedere ad un corrispondente taglio delle linee;
– in futuro sono previsti ulteriori interventi per colmare definitivamente il gap economico, sia attraverso un incremento delle tariffe pagate dagli utenti, sia attraverso ulteriori interventi operati dalla azienda ma non meglio specificati e sui quali sorgono ancora molti dubbi;
– ai Comuni si chiede, ma senza offrire altra alternativa, di firmare un atto di obbligo nei confronti dell’azienda che li lascia esposti ad eventuali future azioni di rivalsa da parte del privato
Questo quanto imposto dalla Regione, di fronte al quale, moltissimi comuni hanno espresso una serie di perplessità, tanto è vero che la convenzione non è stata ancora sottoscritta. Nel frattempo però è stato inevitabile, da parte non solo del Comune di Orvieto ma di tutti i comuni della regione, applicare il taglio delle percorrenze chilometriche richiesto da Regione ed azienda; anzi, nei confronti di questo, l’amministrazione Comunale di Orvieto ha avuto il merito di negoziare, anche aspramente, con l’azienda per ottenere, anziche un taglio brutale, una rimodulazione delle linee che ammorbidisse in qualche modo l’impatto sulla cittadinanza. In commissione avevo preannunciato che avrei ritirato la pratica se non arrivavano le due note di UM e della Regioe, perchè non volevo far firmare nessuna cambiale in bianco ai consiglieri comunali. In consiglio non avevo portato la questione delle linee ma la convenzione che è stata ritirata e che è altra cosa. Infine, tutta la rimodulazione è stata fatta senza preavviso, perchè senza preavviso ci è stata imposta”.
Replica Cons. Stopponi: “rispetto alle ultime precisazioni dell’Assessore è vero che aveva detto che se non fossero arrivate le attese lettere della Regione avrebbe ritirato l’atto, ma il punto è che comunque il piano viene applicato. Quello che emerge è che si va a tagliare, e non si può sostenere che se si fa in tutta l’Umbria allora così va fatto! Noi vorremmo discutere di razionalizzazione compatibile con un funzionamento diverso del servizio. Basta con gli epiteti di Olimpieri che continuamente continua a tacciarci ‘ipocriti’. Io sono libera di pensarla diversamente dai miei rappresentanti in Regione. La mia posizione sulle privatizzazioni risponde alle linee nazionali. Una cosa sono le modifiche degli orari, altra cosa è l’assetto complessivo del TPL che sono sempre passati per il Consiglio Comunale. Ad esempio quali sono i territori che sono in perdita in tutta la regione? Chiedo una sospensione del Consiglio Comunale per ritrovarci e stabilire una modalità per rimettere in discussione le scelte fatte e verificare se l’assessore è nella condizione di rivedere le decisioni. E’ vero che non c’è una votazione ma vorremmo poter modificare il piano del TPL”.
La richiesta di sospensione è stata accolta dal CC credo non sia possibile perché l’atto prevede solo la discussione. Alla ripresa dei lavori il Presidente dell’Assemblea Marco Frizza ha comunicato che “la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che l’argomento verrà affrontato e discusso nella commissione consiliare preposta”.