ORVIETO – A guardarla non è altro che una piscina di quelle cosiddette “fuori terra” sistemata in un’area del giardino in pendenza, tramite uno scasso a terra di circa mezzo metro (un piccolo scasso a quanto pare era già preesistente), con attorno una serie di lavori in muratura che ne minimizzano l’impatto e ne migliorano l’estetica. Un piccolo angolo di paradiso in una dimora di grande fascino ristrutturata nel rispetto dell’ambiente circostante.
Data di realizzazione, come da preventivo: maggio 2009, in pratica nei giorni in cui il sindaco (che sindaco ancora non era) si preparava al confronto delle amministrative del 6 e 7 giugno. I coniugi si erano stabiliti ad Orvieto sette mesi prima, nell’ottobre 2008.
Tutto normale se non fosse che di autorizzazioni per la piscina “incriminata” del sindaco non c’è traccia. Ma d’altro canto una piscina fuori terra in quel punto già c’era al momento dell’acquisto della proprietà.
E la signora Susanna spiega: “Mi è stato sempre detto che per le piscine fuori terra non occorre alcun permesso”. In realtà le cose non stanno esattamente cosi, soprattutto se la zona interessata è sottoposta a vincolo.
Ma questo saranno gli uffici competenti a stabilirlo.
D’altro canto Susanna Concina non è allarmata più di tanto per la bufera che, da qualche settimana, si agita attorno alla sua piscina. “Se dovessi rimuoverla, vorrà dire che ci pianterò delle rose” ha ammesso candidamente la moglie del sindaco che ieri mattina, in una pausa dai pennelli, ha aperto le porte ai giornalisti per mostrare l’ormai famosa piscina dello scandalo.
La vicenda dall’ovattata traquillità della campagna vista Rupe appare poco più che una bega, nata per incidente da una “vendetta” personale, cosi la definisce la signora Susanna.