ORVIETO – Sostegno e ammirazione a parole, ma nei fatti il corteo storico è abbandonato dagli sponsor (e un po anche dagli orvietani) e il Comune di Orvieto, invece di impegnarsi a trovare una nuova sede per i costumi (annosa questione che si trascina da anni), gli complica ulteriormente la vita portando il luna park in piazza d’Armi.
Ad una settimana dall’uscita del Corpus Domini l’associazione Lea Pacini ha presentato ieri le novità di questa edizione 2013 – tanti i progetti e tutti interessanti – ma non ha rinunciato neanche a sottolineare le magagne, quelle che si perpetuano da sempre e quelle incredibilmente nuove. Una di queste è senza dubbio la decisione dell’amministrazione comunale di far installare le giostre per due settimane – dal 1 al 16 giugno – non più presso il piazzale della Pace ad Orvieto scalo (area che si è rivelata alluvionabile) bensì presso la piazza D’Armi della ex caserma, in pratica di fronte alla sede del corteo. Novità che per l’associazione Lea Pacini comporta due problemi, uno di sicurezza per il patrimonio costituito dai costumi e uno logistico, dal momento che non si potrà più utilizzare piazza d’Armi per “implotonare” i figuranti.
Senza contare che i figuranti stessi che vengono da fuori non sapranno neanche dove parcheggiare. Per il problema della sicurezza, il comitato di gestione ha già fatto richiesta di un sistema di allarme.
Ma non è tutto qui, a parte l’annoso e sempre più grave problema della sede (molti costumi per colpa dell’umidità stanno facendo letteralmente la muffa), quest’anno è venuto meno anche lo sponsor locale che ha sempre fornito l’acqua per rifocillare i figuranti al termine della sfilata e non si è comportato meglio il Consorzio Vini di Orvieto che ha rifiutato tanto il finanziamento, quanto la fornitura di vino per alcune iniziative collaterali. Sono solo dei flash (cui si aggiunge la difficoltà ad esempio a trovare alcune categorie di figuranti) ma che rendono l’idea del clima e che fanno meglio comprendere anche certe decisioni come quella provocatoria di Alberto Bellini di mollare tutto.
A questo proposito resta il mistero su chi indosserà il costume di Conestabile che, tra l’altro, non sarà l’unico a cambiare figurante (debutto anche per un nuovo Capitano dei Balestrieri e un nuovo Cavaleri Bisenzi). L’unico particolare che trapela è che il costume che fu di Riccetti quest’anno sfilerà con l’elmo calzato. Emblematico di un altolà ai personalismi: conta il costume e non chi lo indossa, è stato ribadito.
Intanto va avanti e sarà pronto per settembre il progetto per la musealizzazione dei costumi. Spetterà poi a Comune e Fondazione Cassa di Risparmio trovare i fondi per finanziarlo.
Al momento per dare un pò di respiro alle casse venerdì sera i decani hanno deciso di avviare una raccolta, casa per casa, che partirà a giorni.
Altro momento importante studiato in parte per finanziare l’associazione ma anche per cercare di ricostruire un senso di indentità della città attorno al corteo sarà la cena in piazza prevista per la sera del 2 giugno.
Nel corso del tradizionale concerto del venerdì poi verranno premiati i migliori elaborati del concorso cui hanno aderito le scuole. La cena è anche un esperimento che il prossimo anno potrebbe ampliarsi con una manifestazione di più giorni simile alle Gaite di Bevagna. Il comitato scientifico infine ha lanciato un amo. Dal Carnevale alla Madonna dell’Assunta ci sono infatti una serie di eventi che la città potrebbe rispolverare sull’onda di una riscoperta della propria identità. Non ultimo con la sfilata del corteo in notturna in occasione dell’Assunta, come era diversi decenni fa