ORVIETO – Allevatori messi in ginocchio dagli attacchi lupi, tra stragi di bestiame e indennizzi inadeguati o del tutto assenti. E’ un autentico grido d’allarme quello che arriva dagli allevatori di bestiame. Da San Venanzo, in assoluto il territorio più colpito, ma anche da Allerona e Castel Giorgio.
All’inizio l’argomento era trattato con una certa sufficienza col sospetto latente che si trattasse di esagerazioni finalizzate alle richieste di risarcimento, ma adesso ci sono i video ripresi dalle telecamere a infrarossi installate dalla Provincia di Terni a testimoniare la presenza, numerosa, nei boschi dell’Orvietano, di splendidi esemplari di lupo appenninico che si muovono a branchi, anche di otto – nove.
L’ultimo episodio si è verificato domenica sera. Due pecore sono state sbranate, praticamente sotto gli occhi dell’allevatrice mezza morta per la paura.
Ma si badi bene, quella degli allevatori non è una crociata contro questa specie per giunta protetta, ma una legittima richiesta di aiuto perché i danni causati dagli attacchi dei lupi non possono ricadere tutti sulle loro spalle.
Già a secco da due anni per le misure agroalimentari che non vengono erogate, gli allevatori denunciano continuamente stragi che difficilmente verranno risarcite.
I numeri – anzi le cifre – parlano da sole. In Regione – i dati sono ufficiosi – ci sarebbe la disponibilità di appena 70mila euro per gli indennizzi, quando i danni causati dai lupi nella sola provincia di Terni nel 2012 ammontano a oltre 100mila euro, 110mila per la precisione. Di questi 37mila (secondo le stime della Provincia) sono di un allevatore di San Venanzo.
Marco Balestro ha un’azienda di 180 ettari di proprietà e altri 400 a boschi e pascoli in affitto dalla Regione, in località San Vito in Monte. Alleva bovini ed equini. Durante lo scorso anno, i lupi gli hanno sbranato 17 bovini e 4 cavallini. Quest’anno ha perso già 12 vitelli, per un totale di 24mila euro di danni. “Senza contare il deperimento dei capi – sottolinea Balestro – la riduzione della capacità riproduttiva, gli aborti. A febbraio, ad esempio, i lupi hanno attaccato una mucca gravida che alla fine, a furia di scappare, è morta d’infarto”.
Tra San Venanzo, Allerona e Castel Giorgio è stata avviata anche una raccolta di firme depositata in Regione per chiedere nell’immediato indennizzi sicuri rapidi e giusti e interventi di prevenzione a medio e lungo termine. Ma nulla si muove. Al punto che molti, compreso lo stesso Balestro, meditano il ricorso alle vie legali come unica strada per sollecitare l’attenzione sull’emergenza e ottenere almeno gli indennizzi.
Per altro, anche il sistema degli indennizzi che non risarcisce in toto fa discutere, sia perche non tiene conto di molte problematiche connesse sia perché ha tempistiche particolarmente lunghe. Gli allevatori chiedono anche “collaborazione economica per tutte le attività di prevenzione possibili” come la realizzazione di barriere di protezione agli stazzi e ai pascoli. E, come soluzione a lungo termine, suggeriscono la cattura degli esemplari in sovrannumero per il trasferimento – si legge nel documento che accompagna la petizione depositata in Regione – in “ambiti territoriali dove la presenza della specie può essere meglio tollerata”.