ORVIETO – Dal 2006 veste il costume che è stato per 55 anni di Sergio Riccetti. Gli ha dato una nuova personalità, conquistando in breve tempo l’ammirazione di tutti. Ma da alcune settimane Alberto Bellini si è dimesso dal comitato di gestione dell’associazione Lea Pacini, rinunciando coerentemente anche ad indossare l’ambito costume di Conestabile dei cavalieri Filippeschi.
Alla base della decisione, a quanto pare, il perdurare del clima di disaffezione che si registra da tempo in città verso il corteo storico e l’altrettanto consolidata indifferenza delle istituzioni che – Fondazione Cro a parte – da diversi anni orami non sostengono più finanziariamente l’associazione, abbandonata di fatto a se stessa. Senza soldi, indispensabili a garantire la manutenzione dell’immenso patrimonio dei costumi e ad assicurarne l’uscita annuale, e addirittura senza una sede adeguata che consenta almeno una corretta conservazione degli abiti.
Problemi vecchi, ormai annosi, che tornano ad essere denunciati ormai di routine nel mese precedente il Corpus Domini, ma di fronte ai quali però Bellini a quanto pare non se la sarebbe più sentita di fare buon viso a cattivo gioco.
E così sono state formalizzate le dimissioni, forse anche come gesto provocatorio. Non è da escludere visto che c’è chi sostiene che sarebbe stata sua la proposta in seno al comitato di lanciare un segnale importante quest’anno, proprio in occasione della ricorrenza giubilare, non facendo uscire il corteo.
Una provocazione per stanare istituzioni, figuranti, collaboratori, per mettere ciascuno di fronte alle proprie responsabilità. Il comitato di gestione alla fine avrebbe deciso diversamente, scegliendo di nuovo la strategia soft degli appelli misti a ultimatum che si stanno ripentendo negli ultimi anni.
Intanto, in caserma tutti i giorni (eccetto la domenica) dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 e dalle 21 alle 23 è cominciato il reclutamento in vista dell’uscita del 2 giugno. “Eventuali collaboratori anche esterni (uomini e donne)- – è l’appello lanciato ieri tramite la pagina Facebook – possono presentarsi presso la nostra sede per dare la propria disponibilità. C’è bisogno del sostegno di tutti”.
All’uscita 2013 mancano tre settimane esatte. E i lavori alla Piave, malandata sede dell’associazione, vanno avanti febbrili. Con il costume più amato rimasto senza un’anima. Un’assenza che pesa come un macigno, sia concretamente per la solenne interpretazione che ne aveva fatto Bellini negli ultimi anni, sia simbolicamente per quello che questa defezione significa nell’attuale momento di vita dell’associazione e del corteo.