Lucia Gismondi, una dei responsabili dell’associazione Umbria Folk Festival, lancia un sentito appello alle istituzioni pubbliche e private, affinchè non lascino saltare la settima edizione di Umbria Folk Festival. Al momento non ci sono le risorse necessarie per effettuare Umbria Folk Festival 2013, che peraltro aveva il programma già in buona parte definito. Mancano all’appello, rispetto all’ultima edizione, circa 60.000 euro su un budget complessivo di circa duecentocinquantamila euro. Far saltare la settima edizione potrebbe rendere difficile la prosecuzione del festival nei prossimi anni.
Umbria Folk Festival si era ormai affermata con successo, portando nelle piazze di Orvieto migliaia di persone, attirando turisti ed appassionati. La7, per tre anni, ha dedicato alla manifestazione più di 180 minuti di speciali, Isoradio ha trasmesso il festival in diretta, hanno partecipato tra gli ospiti artisti noti come Francesco De Gregori, Caparezza, Mannarino, Goran Bregovic, Simone Cristicchi, Teresa De Sio, Enzo Avitabile, Eugenio Bennato, Gogol Bordello, Beppe Barra, Davide Van De Sfroos… Lo scorso anno si era riusciti addirittura a costituire, attraverso l’Associazione Teatro Mancinelli TeMa, una nuova Orchestra Giovanile di Musica Popolare diretta da Ambrogio Sparagna. Ormai Umbria Folk Festival era riconosciuta da tutti come una tra le manifestazioni musicali più importanti d’Italia. Era stata, per anni, la Festa della Terra, un viaggio appassionante attraverso la musica, le tradizioni popolari, i prodotti tipici, i luoghi storici, le culture diverse. Un richiamo irresistibile per chi ama la musica delle radici, quella popolare, e soprattutto le genuine tradizioni del folclore.
La musica legata alle tradizioni contadine, piuttosto che il mercato e le mostre dedicate ai prodotti della terra, così come la cucina tradizionale e locale, erano stati gli elementi base della manifestazione, che negli anni aveva consolidato con successo la propria formula. Inoltre, la manifestazione aveva dato ampio spazio alle esperienze messe in campo per diffondere sempre di più l’idea di un’agricoltura sostenibile, di prossimità e basata sulle biodiversità. Un’agricoltura da riscoprire come fattore fondamentale per un riequilibrio economico generale ed una più attenta pianificazione della difesa dei territori, degli ambienti e dei paesaggi.
Quella che si era proposta come una kermesse di musica e allegria per festeggiare l’importanza della difesa di Madre Terra, rischia ora di non vedere la sua settima edizione.
Fino allo scorso anno il festival era riuscito praticamente a camminare con le proprie gambe, ma ora ha bisogno di un sostegno più adeguato di istituzioni pubbliche e sponsor privati. Senza dubbio la crisi economica generale non rende facile in questo momento intervenire su manifestazioni ed eventi culturali. Ma servirebbe un piccolo sforzo per non perdere comunque un’iniziativa che produce anche economia.