ORVIETO – Migliorare la dotazione tecnologica, combattere la fuga di pazienti nelle specialità più in sofferenza, potenziare l’Ortopedia, l’Urologia e attivare il servizio dell’Otorinolaringoiatra. In programma anche qualche modifica strutturale dell’ospedale e, sul territorio, trovare soluzioni in risposta alla carenza di residenze sanitarie assistite. Nei limiti dei tagli e delle poche risorse a disposizione (sulle casse della Asl pesano 8 milioni di euro di stanziamenti in meno), ecco il programma che il neo direttore generale della nuova Asl 2 Sandro Fratini ha in serbo per Orvieto, per il presidio sanitario e per il territorio. Obiettivi e finalità sono stati illustrati ieri mattina presso il Santa Maria della Stella dallo stesso Fratini, affiancato dal direttore sanitario, Ermete Gallo.
Isolato e di confine. Sembrano essere queste le caratteristiche dell’ospedale di Orvieto individuate dal nuovo direttore generale per assegnare un’identità al nosocomio. Nosocomio che, in quanto isolato (da qualsiasi altro presidio regionale e non), deve poter fornire risposte efficaci all’utenza e, in quanto di confine, deve essere attrattivo per l’utenza extra regionale. Partiamo da qui, i dati forniti da Fratini sembrano essere già buoni se (complice anche la disastrosa situazione della sanità del Lazio) il Santa Maria della Stella lavora con un 30 – 40% di utenza che proviene da fuori regione. Un dato comunque da migliorare mentre, sempre per ragioni economiche, parallelamente deve decrescere l’export di pazienti che attualmente si concentra soprattutto sull’Ortopedia, la Chirugia e la Riabilitazione. Per la Chirurgia, tra l’altro, si vorrebbero attivare nuove nicchie specialistiche con tecnologie nuove e mini invasive tramite collaborazioni e scambi di professionalità interne alla Asl. Intanto, mentre entro aprile termineranno i lavori di messa in sicurezza degli impianti finanziati in urgenza con circa 160mila euro (alla revisione dell’antincendio è legata la chiusura delle porte tagliafuoco che da un paio di mesi sta disorientando l’utenza e creando qualche disagio al personale), la Asl è a caccia di risorse e presenterà un progetto alla Fondazione Cro per finanziare un aggiornamento della dotazione tecnologica in particolare per la chirurgia ospedaliera. In cantiere anche l’allestimento di una sala ambulatoriale di chirurgia complessa con conseguente spostamento della sala gessi.
Quanto al territorio, l’eccesso di residenze protette nell’Orvietano fa il paio da anni con l’assenza di una Rsa, mancanza alla quale si vorrebbe sopperire senza escludere tra l’altro anche la possibile riconversione di altre strutture.