ORVIETO – Da 18 a 8. Anche ad Orvieto è calato significativamente il numero degli indagati nello scandalo dei falsi ricoveri.
Ricorrere al ricovero fantasma per consentire a parenti ed amici di ottenere prestazioni senza pagare il tiket e senza rispettare le liste d’attesa si è rivelato un fenomeno piuttosto sfaccettato e con profili penali e non di non sempre facile individuazione.
In chiusura di indagine quello che si sa è il numero delle persone iscritte al registro degli indagati è notevolmente diminuito. Diverse le ragioni. Va premesso innanzitutto che ad Orvieto i casi presi in esame hanno riguardato nella stragrande maggioranza dei casi esami del sangue. Cade quindi l’ipotesi del favore per scavalacre le liste d’attesa visto che per le analisi sono prestazioni che vengono effettuate in giornata.
Almeno tre utenti poi inizialmente coinvolti sono stati archiviati perché si è scoperto che erano ticket esenti.
In altri casi c’è stata la difficoltà di individuare con certezza chi ha procurato il favore visto che tutto avviene elettronicamente e la password della Chirurgia inserita in tutti i casi venuti alla luce non è garanzia sufficiente per individuare in maniera inequivocabile un responsabile.
Nel corso dell’indagine, infine, è anche cambiata l’ipotesi di reato: dalla truffa ai danni della Regione e abuso in atti d’ufficio, si è passati nella stragrande maggioranza dei casi alla contestazione dell’esercizio abusivo della professione e all’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. In alcuni casi poi la procura ha ravvisato delle pure violazioni amministrative.