ORVIETO – Caso Girolamini, De Caro e Ceccantoni sono stati rinviati a giudizio per associazione a delinquere finalizzata al peculato.
Lo ha deciso venerdì il gup Umberto Lucarelli al termine dell’udienza preliminare. Il processo comincerà il 4 giugno davanti al collegio A della prima sezione penale del tribunale di Napoli.
Dopo la condanna a sette anni per il saccheggio della biblioteca napoletana, l’ex direttore della Girolamini dovrà rispondere ora dell’associazione a delinquere che gli viene contestata insieme all’amico orvietano, Stefano Ceccantoni, all’ex conservatore padre Sandro Marsano e ad altri amici e collaboratori, nell’ambito del secondo filone dell’inchiesta condotta dalla procura partenopea.
Lo scorso 15 marzo Marino Massimo De Caro era già stato condannato a sette anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici al termine del processo celebrato con rito abbreviato per il reato di peculato. Ora tornerà sotto processo. Con lui ci saranno anche Viktoriya Pavloskjy, Lorena Paola Weigandt, Alejandro Cabello, Mirko Camuri e Federico Roncoletta, anche loro tutti già condannati un mese fa con giudizio immediato per episodi di peculato legati al saccheggio dei testi antichi. Ma ci sarà anche Stefano Ceccantoni.
Il trentaseienne bibliofilo orvietano è accusato di avere fatto parte del gruppo di persone che per conto dell’allora direttore della biblioteca, Marino Massimo De Caro, saccheggiava gli scaffali per portare fuori centinaia di libri antichi. La sua posizione nell’inchiesta – come ha chiarito in più occasioni il legale Sergio Finetti che lo assiste insieme al collega Alfredo Cursio – sarebbe