ORVIETO – “Il previsionale 2013 entro dicembre deve essere un imperativo da rispettare con il coinvolgimento delle parti sociali”. Sono le ultime parole famose dell’assessore al Bilancio del Comune di Orvieto, Maurizio Romiti. Le aveva pronunciare ad ottobre mentre tirava un sospiro di sollievo sull’approvazione del tardivo preventivo 2012. Ma che fossero parole pronunciate in un momentaneo eccesso di ottimismo lo conferma il fatto che al 12 marzo non c’è traccia del documento di programmazione per l’anno in corso. E non ci sarà probabilmente fino a giugno, sempre che si riusciranno a chiudere i conti. Già, perché le ultime novità legislative in tema di bilanci comunali pesano come macigni al punto che torna ad agitarsi lo spettro del commissariamento per il mese di giugno se non si verrà a capo del documento di programmazione economica per l’anno in corso o al più tardi – e più probabilmente – per settembre, se non si riuscisse a chiudere la manovra di riequilibrio.
Le difficoltà corrono su più binari. Da un lato ci sono le novità introdotte in tema di responsabilità diretta del ragioniere capo che restringono certamente i margini per mettere in campo previsioni se non gonfiate, quantomeno ottimistiche. Dall’altro ci sono una serie di novità importanti che tolgono risorse alla spesa corrente. Senza voler entrate in tecnicismi eccessivi, basterà pensare che, sulla base della manovra Salva Italia, non potranno più finanziare la spesa corrente le entrate derivanti dalle contravvenzioni, così come le entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione. Non si tratta di flussi secondari per il Comune di Orvieto. Quelli generati da queste voci nel 2012 sono stati superiori al milione di euro. Secondo gli addetti ai lavori, è previsto inoltre un significativo ridimensionamento del fondo perequativo, che sostanzialmente si traduce in meno trasferimenti statali. Anche qui si parlerebbe non di migliaia di euro, ma di milioni. In Comune in ogni caso si è cominciato a lavorare sui conti, calcolatrice alla mano, ma allo stato dei fatti non ci sarebbe bisogno neanche di quella, tanto è evidente che i numeri non ci sono. Così ci si trincera dietro l’attesa del nuovo Governo per capire gli orientamenti su Imu e Tares, tanto per cominciare. Ma le difficoltà sono lampanti.
Non le ha nascoste neanche lo stesso sindaco Toni Concina, ieri in consiglio comunale, relazionando del regolamento sui controlli interni del Comune di Orvieto che era in approvazione. Parole che, a sorpresa (ma forse neanche troppo) non sono state fatte cadere dal consigliere di maggioranza Carlo Tonelli, da mesi perplesso sull’azione amministrativa, il quale ha paventato al sindaco l’auspicata ipotesi di “riconsegnare le chiavi della città”.
Insomma, la fase è estremamente critica. Concina fa i conti con un bilancio impossibile, una maggioranza sfilacciata (anche ieri Ranchino non era in consiglio) e una giunta decimata con sei assessori persi (cinque per dimissioni, uno per revoca delle deleghe). “Errori nella scelta di un eventuale rimpiazzo non ne vorrei fare, quindi andremo avanti così. Poi vediamo” ha detto ieri il primo cittadino, confermando che tratterà per le deleghe dell’ex assessore Leonardo Brugiotti senza procedere ad una nuova nomina. “Infondo ci avviamo verso la fine della legislatura” ha aggiunto. E che si arrivi alla fine naturale è cosa sempre meno certa. Ma questo il sindaco non lo ha detto.