ORVIETO – E’ un Orvietano sconquassato dallo tsunami Grillo quello che si prospetta all’esito delle politiche appena concluse e in vista della chiamata alle urne per il rinnovo dei consigli comunali del prossimo anno. I maggiori partiti perdono vistosamente consensi, un po’ come in tutto il Paese, e gli scacchieri delle amministrative si animano improvvisamente di nuovi protagonisti, rendendo estremamente incerto il voto. Un primo banco di prova sul territorio sarà la tornata elettorale di fine maggio che vede impegnati gli elettori di Castel Giorgio a scegliere una nuova guida per il paese. Dopo due mandati del sindaco Democratico, Pierluigi Peparello (il secondo terminato anzitempo con le dimissioni), a Castel Giorgio si ripropone il testa a testa tra centrodestra e centrosinistra, sebbene con un consenso fortemente ridimensionato – alla luce delle politiche – a vantaggio del Movimento 5 Stelle che, alla sua prima comparsa, si è aggiudicato già il 25% delle preferenze. Ai grillini, si sa, non piace parlare di nomi. Però, secondo le indiscrezioni, avrebbero già un candidato per Castel Giorgio. Circola il nome del giovane Stefano Fiocco, classe 1987.
Per il 14 marzo è in fase di convocazione una prima assemblea pubblica.
Anche ad Orvieto fervono i preparativi dall’alto di una performance che è stata strabiliante: Grillo si è assicurato 3.776 voti (alla Camera) per gran parte pescati dentro al consenso dei due maggiori partiti Pd e Pdl che, in confronto al 2008, perdono rispettivamente 2287 e 2585 elettori. Per il Partito Democratico è significato passare da 6538 a 4251 voti e per il Pdl da 4857 a 2272. Non c’è lettura ed eufemismo post elettorale che tenga, il problema per i due maggiori partiti del centrodestra e del centrosinistra c’è, ed è pure grosso. Il Pdl è la metà di se stesso, ridimensionato sotto la soglia del 20%, 17,64% per la precisione. I Democratici, dal canto loro, se pensavano di avere gioco facile in funzione dello scontento per il miracolo del governo Concina che non c’è assolutamente stato, adesso invece continuano a guardare allibiti soprattutto lo scrutinio delle sezioni più popolari, da Ciconia a Corbara, dove il bacino consistente di voti che avevano non c’è più. Laddove hanno perso le amministrative non hanno più riguadagnato consenso, anzi. E’ un campanello d’allarme che, in vista del voto del prossimo anno, non potrà essere ignorato da nessuno dei tanti – forse troppi – candidati in pectore che ci sono già in via Pianzola.
Il primo? Dopo la mancata rielezione a Montecitorio: Carlo Emanuele Trappolino, ovviamente. Anche se lui nega fermamente di nutrire velleità da sindaco. “Ci sono altri in corsa – dice (forse ben consapevole che il numero sia anche eccessivo) – Troveremo un candidato forte ed autorevole. Io darò il mio contributo, ma non mi impegnerò in prima persona”. Trappolino a parte, come detto, sono in molti a scaldare i muscoli per la poltrona da sindaco. A partire dal capogruppo in consiglio comunale, Giuseppe Germani fino all’ultra menzionato di sempre, Giuseppe Maria Della Fina. C’è chi giura però che non sia da escludere un possibile ritorno sulla scena locale anche dell’ex sindaco e attuale assessore provinciale, Stefano Mocio se non addirittura di Marino Capoccia, sebbene con il nuovo corso che ha preso il partito, questi ultimi due scenari sembrano quantomeno improbabili.