ORVIETO – Ci sono voluti quaranta chili di esplosivo per far saltare in aria la bomba da 500 libbre, residuato bellico della seconda guerra mondiale, trovato domenica scorsa lungo il greto del Paglia, in località Ponte Giulio, a trecento metri dall’A1. Alle 11.46 di ieri mattina l’ordigno è stato fatto brillare dagli artificieri, mettendo fine all’ennesima emergenza nell’Orvietano che ha comportato ancora una volta la chiusura dell’Autostrada del Sole e l’evacuazione di venticinque residenti tra i Comuni di Allerona e Castel Viscardo. Misure eccezionali che – in maniera più o meno imponente – ricorrono ogni qual volta l’ordigno ritrovato, per ragioni di sicurezza, debba essere fatto brillare in loco e non sia possibile trasportarlo altrove.
Così è stato anche stavolta in quanto la bomba ritrovata dai due pescatori di Allerona montava una spoletta a lungo ritardo. Preparata cioè per esplodere con un ritardo da un minuto a 72 ore e dunque da “maneggiare” con una prudenza maggiore del solito. Tutto è filato liscio in ogni caso, con l’A1 che è rimasta chiusa solo per una mezz’ora dalle 11,30 alle 12 circa e con le schegge che, a dispetto della forte esplosione, non hanno creato problemi di sicurezza.
Le operazioni, coordinate dalla prefettura tramite il viceprefetto Vincenzo Ferzoco, sono state portate a termine dagli artificieri del sesto reggimento Genio Pionieri di Roma, coordinati del capitano Matteo Tuzi e sotto la supervisione del colonnello Giuseppe Di Mauro. Per loro non è stato che uno dei quattro – cinquecento interventi che il reggimento effettua ogni anno (cinquantatremila negli ultimi dieci anni), e anche Orvieto ormai è abbastanza assuefatta a simili giornate, con i rinvenimenti che si susseguono all’incirca al ritmo di uno all’anno. Ma chi paga? Come è toccato al proprietario del terreno di Ciconia sobbarcarsi nel 2011 i circa ventimila euro delle operazioni, così, a quanto pare, sembra che stavolta toccherà alla Regione, visto che la Provincia di Terni ha in mano la gestione, ma la proprietà del fiume è del Demanio.
Allora, come si dice da anni, non sarebbe meglio procedere ad una mappatura sistematica che eviterebbe il problema di intervenire ogni volta in emergenza di fronte ai singoli ritrovamenti? E’ d’accordo anche il viceprefetto Vincenzo Ferzoco consapevole, tuttavia, che una simile operazione richiederebbe mezzi e risorse finanziarie consistenti. Il problema, tuttavia, si imporrà da solo ben presto all’ordine del giorno, per gli interventi di mitigazione del rischio idraulico che si intende realizzare lungo il corso del Paglia, a seguito della recente alluvione. Prima di qualsiasi lavoro, è obbligatoria infatti la bonifica, presumibilmente a cura (leggi spese) degli enti appaltanti. Una difficoltà non da poco, su cui le istituzioni già si arrovellano.
In ogni caso, anche per stavolta il sospiro di sollievo è stato tirato. Prima di mezzogiorno, con oltre mezz’ora di anticipo sul crono – programma stilato dalla Prefettura di Terni l’emergenza è terminata. All’unità di crisi presso il centro operativo misto di Bardano hanno preso parte sin dalle prime ore del mattino i funzionari di Prefettura, Regione, Provincia di Terni, Protezione civile, Polizia municipale di Orvieto, Protezione civile di Orvieto, Comuni di Allerona e Castel Viscardo, Questura di Terni, Comando provinciale dei carabinieri, Comando provinciale della Guardia di Finanza, Corpo forestale dello Stato, vigili del fuoco, VI Reggimento Genio Pionieri, Asl 2, servizio 118, Autostrade per l’Italia, Croce Rossa Italiana.