ORVIETO – Oltre alla bomba la beffa. Le spese sostenute per il brillamento spettano al proprietario del terreno in cui avviene il ritrovamento. Ed è così che il tribunale amministrativo regionale ha da poco messo la parola fine sulle speranze della famiglia Frustalupi – proprietari del terreno di Ciconia dove venne ritrovato l’ordigno inesploso da mille libbre del settembre 2011 – di doversi sobbarcare le spese per la rimozione. Comune di Orvieto e Prefettura di Terni, all’epoca, avevano subito emesso un’ordinanza e una nota che metteva in capo ai proprietari del terreno gli oneri economici di rimozione. Ed è contro questi enti che la famiglia Frustalupi aveva fatto ricorso per scongiurare il pagamento delle spese. Ma invano. Il tribunale amministrativo regionale in queste settimane con sentenza numero 75 del 2013 depositata il 13 febbraio ha rigettato il ricorso, ribadendo che le spese, a norma di legge, spettano ai proprietari. Non è nemmeno prevista una forma di compartecipazione da parte dello Stato in forma di indennizzo o di contributo per la rimozione degli ordigni “per quanto opinabile sotto il profilo della mera opportunità” scrivo i giudici. Dunque, non si scappa: ai costi di fabbricazione (la bomba venne trovata nel corso di lavori di sbancamento per la realizzazione di un’abitazione), la famiglia dovrà aggiungere il conto salato (e certamente non previsto) per le operazioni di rimozione dell’ordigno. Si tratta di ben trentaquattromila euro più Iva.
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