ORVIETO – “Avevamo intuito il problema, ma non siamo stati all’altezza della soluzione. A questo si aggiunga che l’Umbria è particolarmente penalizzata dalla legge elettorale.
Insomma, sapevamo che sarebbe stato difficile, ma non aspettavamo questo risultato”. A parlare con estrema franchezza, quando orami i dati sono definitivi ed è certa ormai la sua mancata rielezione alla Camera dei Deputati, è Carlo Emanuele Trappolino. Il risultato di cui parla, invece, sono i 100mila voti che il Partito Democratico ha perso in Umbria rispetto alla tornata del 2008. Un’enormità. Superiore ad ogni previsione. Che per Trappolino segna la fine dell’esperienza a Montecitorio. Una frana della politica la definisce l’ormai ex onorevole. “C’è chiaramente una sofferenza profonda nella credibilità della politica che va affrontata – ammette Trappolino – evitando di chiudersi in atteggiamenti autoreferenziali. I temi che Grillo pone, se li deve porre tutta la politica, a livello nazionale e non solo. E’ un problema anche nostro. Nel Pd abbiamo iniziato un percorso, attivando meccanismi di partecipazione importanti, ma evidentemente non è bastato”. Non è bastato in Umbria dove il Pd, almeno alla Camera, non è più il primo partito e non è bastato ad Orvieto. “No c’è evidentemente un problema anche ad Orvieto – conferma Trappolino – lo dicono, ad esempio, i risultati delle sezioni più popolari, dove già abbiamo perso le amministrative. E’ un segnale che va colto”.
E ora che farà Carlo Emanuele Trappolino? Intanto, nega fermamente di nutrire velleità da sindaco. “Ci sono altri in corsa – sorride – Troveremo un candidato forte ed autorevole. Io darò il mio contributo, ma non mi impegnerò in prima persona”. “Continuerò a fare politica – conclude – a maggior ragione ora che c’è più bisogno di lavorare per ricostruire. C’è amarezza, certamente, ma insieme alle criticità evidenti, si vedono chiaramente anche i segni da dove ripartire”. Avanti, dunque.