ORVIETO – Caso Brugiotti, le opposizioni tentano la spallata. Dopo l’ennesimo assessore che alza i tacchi nella Giunta Concina, denunciando una città sostanzialmente “ostaggio” di pochi, le minoranze consiliari – Pd, Psi e Rc – lanciano un appello unanime a quanti sono a disagio – e alcuni lo sono da tempo – tra i banchi della maggioranza per provare a sfiduciare Concina.
Di seguito la nota:
E’ senza trionfalismi, ma semmai con un profondo senso di tristezza che interveniamo nella ultima vicenda della revoca delle deleghe e quindi della sfiducia del sindaco all’assessore Brugiotti.
Se mai ve ne fosse stato bisogno, questo atto è una ulteriore testimonianza, che l’amministrazione comunale di Orvieto non è in grado di governare questa città e questo territorio. E’ il sesto assessore in poco più di tre anni, che, non potendo sostenere le modalità con cui il sindaco in prima persona e ben pochi altri soggetti impongono scelte ad una comunità ormai in ginocchio, si dimette o “si fa dimettere”.
Ma questa volta, vuoi per maggiore protagonismo personale, vuoi per maggiore rabbia verso azioni valutate al limite della illegittimità, la vicenda fa emergere da un lato dati e fatti su cui è nostro dovere condurre le opportune indagini e verifiche affinché la realtà possa essere accertata, e diventi univoca, come impone l’etimologia del termine, dall’altra un fatto che da molto tempo noi denunciamo, e che ora viene espressamente dichiarato da un (ex) componente della giunta Concina: la città è governata dai consiglieri Pizzo, Olimpieri e Frizza. L’organismo esecutivo (Giunta) viene sistematicamente esautorato dai suoi compiti e doveri, le più elementari regole del diritto amministrativo sono, nei fatti, rese inutili, quando non addirittura considerate ”ingombranti”. La maggioranza è costantemente occupata a ricomporre le sue fratture interne con l’unico fine di rimanere al potere, a qualunque costo.
Purtroppo, sono tutti aspetti che noi avevamo denunciato da tempo e anche ampiamente dimostrato sia in relazione ai comportamenti contrari alle regole di amministrazione, all’incongruità dei bilanci, alla gestione personalistica, alle enormi contraddizioni tra le linee generali di governo e la loro attuazione.
Avevamo anche detto che dietro ai problemi di bilancio si nascondeva un’evidente azione di disfacimento dell’esistente, per annullare l’identità della Città costruita faticosamente negli anni.
Il sindaco Toni Concina ha fallito, ha fallito tutto. Ha fallito nella gestione ordinaria. Ha fallito nella programmazione. Ha fallito nello sviluppo economico.
Tutte le sue decantate amicizie, tutti i suoi rapporti con il mondo delle istituzioni, tutte le sue relazioni si sono miseramente rivelate inesistenti. Aveva promesso di trasformare Orvieto in una piccola Salisburgo, ci ritroviamo in una Città in ginocchio che assiste impotente a penose vendette tra assessori. L’accozzaglia politica che ha messo in piedi il sindaco Concina è fuori controllo.
Noi siamo minoranza, non abbiamo i voti sufficienti per mandare a casa questa gente. Ci domandiamo però come non provino un senso di disagio quei consiglieri comunali, da sempre considerati stimati professionisti e autorevoli personaggi della vita cittadina, e come non sentano il peso della responsabilità ad amministrare la città in queste condizioni. Facciamo appello a loro ed alla comunità intera per trovare un vero accordo per sfiduciare questa maggioranza.
Possiamo ancora provare a ricostruire il nostro futuro.
Giuseppe Germani (PD) Evasio Gialletti (PSI) Cecilia Stopponi (RC)