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Home Sette Giorni

Svolta nell’inchiesta sulla Girolamini, di nuovo in manette Stefano Ceccantoni

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31 Gennaio 2013
in Sette Giorni, Cronaca, Archivio notizie
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ORVIETO – Svolta nell’inchiesta sulla Girolamini, di nuovo in manette Stefano Ceccantoni. C’è anche l’antiquario orvietano, di Porano, tra i sei arresti eseguiti ieri mattina dai carabinieri tra Genova, Napoli, Ozzano dell’Emilia, Porano e Santa Maria Capua Vetere nell’ambito delle indagini per la sottrazione di volumi antichi nella biblioteca dei Girolamini di Napoli, reato per il quale da maggio scorso è in carcere l’ex direttore, l’orvietano Marino Massimo De Caro. Ceccantoni, 33 anni, appassionato di libri antichi come l’amico De Caro, era già stato arrestato a luglio e poi scarcerato dal tribunale del Riesame i primi di aoisto.
Ora con l’indagine che si è allargata fino a ricostruire nei dettagli i meccanismi attraverso i quali la Biblioteca veniva depredata e attraverso quali canali i libri finivano in importanti librerie antiquarie sarebbero emerse nuove contestazioni. Tra gli arrestati un legatore di Bologna, che secondo l’accusa provvedeva a cancellare dai libri rubati i contrassegni della Biblioteca dei Girolamini ed un ‘runner’ che faceva da cerniera tra gli antiquari e il gruppo che si appropriava dei volumi. Ceccantoni, ad agosto aveva collaborato con i magistrati ai quali aveva svelato alcuni “sistemi” grazie ai quali venivano fatti sparire scatoloni pieni di volumi antichi di inestimabile valore. “Mi sono recato a Napoli presso la biblioteca dei Girolamini almeno sei volte – ha affermato Ceccantoni nel verbale depositato agli atti dell’inchiesta – Mi occupavo in primo luogo dei lavori interni alla biblioteca, vale a dire la ripulitura dei libri, la selezione dei libri del Cinquecento, che dovevano essere sottoposti a trattamento antitarlo, e di quelli che dovevano, a dire di De Caro, essere sottoposti a lavori di restauro all’esterno. Preciso che gli atlanti e le enciclopedie venivano messi, separatamente dagli altri, in altre stanze. In generale venivano fatte parecchie movimentazioni, alcune delle quali mi apparivano senza senso, ciò che mi aveva creato delle perplessità sulle loro reali motivazioni”. “Mi occupavo poi – ha dichiarato ai magistrati l’antiquario di Orvieto – dell’inscatolamento dei libri che De Caro aveva deciso dovessero essere portati all’esterno, sempre, secondo quanto egli diceva, per il relativo restauro. Preciso che le scatole in partenza venivano appoggiate momentaneamente presso l’ingresso vicino all’edicola presente su via Duomo. Caricavo le scatole sulla macchina di De Caro, la Bmw X5. Il carico delle scatole avveniva a mezzanotte ovvero nelle prime ore del mattino”.
I soggetti destinatari delle ordinanze di custodia cautelare di ieri mattina, e dunque anche Ceccantoni, sarebbero accusati di associazione a delinquere finalizzata al peculato, alla falsificazione ed alla ricettazione di migliaia di volumi antichi. Ma, oltre ai nuovi arresti, c’è anche un altro risvolto nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli che nasce dall’attività investigativa – denominata “Library Lost” e condotta dal Reparto Operativo dei Carabinieri dall’aprile 2012 – attorno alla scomparsa dalla Girolamini di 1500 volumi di pregio. Ed è quello legato al coinvolgimento di Marcello Dell’Utri. Il senatore del Pdl è stato iscritto al registro degli indagati per il reato di concorso in peculato per aver ricevuto dall’amico De Caro alcuni rari volumi, in parte restituiti. Si tratterebbe di dieci o undici volumi, a cui andrebbe ad aggiungersi una preziosa legatura. Dell’Utri nega qualsiasi coinvolgimento e ha parlato di “una bufala”.

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