ORVIETO – Post alluvione, la legge di stabilità conferma 300milioni di euro tra Toscana, Umbria e Liguria. Si va verso la dichiarazione dello stato di calamità e verso la conferenza Stato – Regioni per la divisione delle risorse. Il punto sulle azioni post alluvione è stato fatto venerdì in consiglio comunale con l’intervento dell’assessore regionale alla Tutela e valorizzazione dell’ambiente, Rischio idraulico, pianificazione di bacino e Infrastrutture, Silvano Rometti. Numeri, cifre e interventi necessari. Eccoli nel dettaglio. A partire dallo stato di calamità per il quale, è stato riferito, c’è l’istruttoria favorevole del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. “Dal sottosegretario Catricalà – ha annunciato Rometti – col prossimo Consiglio dei Ministri avremo lo stato di emergenza”.
Negli stessi minuti in cui Rometti parlava ad Orvieto, venerdì, è stata approvata la legge di stabilita alla Camera e al Senato: 300 milioni di euro tra Toscana, Umbria e Liguria. La notizia è arrivata in consiglio per sms. La dichiarazione dello stato di emergenza non risolverà tutto ed interverrà solo sulla prima emergenza. Nel frattempo sono iniziati i lavori sul Paglia per eliminare situazioni di pericolosità e detriti. Questo grazie a 1,5 milioni messi a disposizione dalla Regione, 594mila euro dal Consorzio di Bonifica e 50mila euro dalla Provincia. La Regione ha poi deliberato anche altri 2 milioni e 300mila euro per la Provincia di Terni per interventi sulle strade. Capitolo aziende: il censimento dei danni è quasi completo. Nell’Orvietano emergono danni pari a 25 milioni di euro per 133 imprese (in totale in Umbria sono 31 milioni di euro). “Ci sono contatti con le banche per un credito il più aderente possibile con le esigenze – ha riferito Rometti – c’è poi il fondo di garanzia delle Fondazioni (8 milioni, ndr), è stata estesa la cassa integrazione per lavoratori. La Camera di Commercio ha fatto un altro intervento importante (500mila euro, ndr)”. Infine, la messa in sicurezza del territorio. Il bacino del Paglia – Chiani – ha detto Rometti – è una delle aree di maggiore rischio idraulico della Regione. Non a caso in questi anni la Regione ha speso 13 milioni e 600 mila”. Per mettere in sicurezza il bacino però, secondo i calcoli effettuati, ne servono altri 32. “Al momento abbiamo un milione e mezzo, già messo a disposizione nell’accordo di programma Regione – Ministero Ambiente per interventi di questo tipo e che riguardano l’area di Ciconia – ha reso noto Rometti – In Umbria abbiamo un programma di 45 milioni di euro per il rischio idraulico e idrogeologico (24 di parte Regione e 21 del Ministero dell’Ambiente) che vengono erogati con lentezza. Quindi dobbiamo guardare all’emendamento alla legge di stabilità che mette a disposizione altre risorse”.
Relativamente alla escavazione nei fiumi e al ripristino dell’alveo, Rometti ha ammesso che si può procedere con le aziende anche con il prelievo a sconto lavori, “a garanzia di un lavoro ulteriore a quello messo in atto dalle strutture pubbliche”. Quanto invece ai problemi fognari che da 20 anni emergono per la zona di Santa Letizia, Rometti è stato chiaro sulla competenza dell’Ati. L’assessore comunale all’Ambiente Claudio Margottini, per quanto di competenza comunale, ha riferito della ferma intenzione di partire con una nuova pianificazione urbanistica finalizzata “alla sola ed unica messa in sicurezza del territorio”.