ORVIETO – Ad un mese dall’approvazione, il preventivo 2012 del Comune di Orvieto viene assestato per 1,9 milioni di euro. Ritocchi in più e in meno a vari capitoli, con la vendita della Farmacia comunale – oggi possibile ma non ancora concretizzata – a salvare il bilancio. Ecco, per grandi linee, la manovra di riequilibrio dei conti discussa fino a tarda sera ieri in consiglio comunale.
Di non previsto nel bilancio c’era ovviamente la somma urgenza per il dopo alluvione che comprende le spese vive per interventi, carburante, smaltimento rifiuti e molto altro, ma c’erano anche previsioni che, dopo un mese appena, si sono rivelate irraggiungibili: 100mila euro in meno dall’Irpef, minori entrate dai parcheggi. In quest’ultimo caso, l’amministrazione sostiene che si tratti dei soldi che non incasserà in virtù dell’iniziativa natalizia che partirà a breve con le strisce blu gratis ad incentivare lo shopping nel centro storico. Tra le entrate che non si sono realizzate e non si realizzeranno neanche entro la fine dell’anno, ci sono poi i 40mila euro della tassa di soggiorno la cui applicazione, in virtù della recente alluvione, è slittata al 2013. Poi se è vero che il Comune di Orvieto ha dovuto – voluto trovare anche altri 70mila euro per ripristinare il fondo destinato agli emolumenti della Giunta (vi hanno rinunciato solo il sindaco Toni Concina e l’assessore al Bilancio, Maurizio Romiti) è anche vero che gli amministratori hanno fatto il gesto di dimezzarsi gli stipendi, scegliendo di destinare la metà dei soldi per pareggiare la partita della scuola comunale di musica dove gli insegnanti non venivano pagati da mesi. C’è da notare che politicamente sarebbe stato incomprensibile ripristinare i compensi agli assessori, tenendo senza stipendi gli insegnanti di musica.
Le polemiche sulla manovra di assestamento in ogni caso non mancano. Sia per la tardiva presentazione dei documenti ai consiglieri, avvenuta in extremis a ridosso della discussione, sia per l’impiego della gran parte dei proventi derivanti dalla vendita della Farmacia comunale per finanziare la spesa corrente. Le contestazioni dell’opposizione al riguardo vertono su due aspetti. Il primo – segnalato anche dai revisori dei conti – è che Farmacia comunale da cui dovrebbero entrare nelle casse oltre 3 milioni di euro, di fatto, non è stata ancora venduta, a dispetto della conclusione delle pendenze legali che bloccavano la firma del contratto. Il secondo è più tecnico e riguarda la effettiva possibilità, a norma di legge, di stornare quei soldi, dal ripianamento del debito (come è sempre stato) al finanziamento della spesa corrente. Un nodo da sciogliere, trattandosi appunto di entrate derivanti da alienazioni.